Il gusto dello stupro

Il gusto dello stupro

La Germania lamenta questa ondata di violenza sessuale che si é espressa la notte di Capodanno in molte Regioni tedesche e non solo.. I protagonisti sembra che siano stati molti immigrati recenti e non che eccitati, per festeggiare l’anno che attraversavamo si siano dati alla feste più tribali come all’età del ferro.
Personalmente posso capire l’atto, tanto barbaro, quanto del tutto incivile, altamente immorale, ma faccio molta fatica a comprendere il piacere o il vantaggio o il piacere che può provare un uomo del tipo macho, testosteronico, selvaggio. Mi sentirei fortemente umiliato nel compiere la violenza. Me ne vergognerei per il fatto che significherebbe che sarei completamente un uomo disgraziato, che non valle niente non amato da nessuno tanto da dover rubare la preda, l’affetto. Mi sentirei indegno e
rifiutato. Dovrei possedere con la forza ciò che non mi viene dato con amore. Perché?
Tento allora di dare una spiegazione più connessa con i miei strumenti sul fenomeno che sembra in aumento nella nostra società. Forse soltanto perché i mass-media informano maggiormente e perché la commercializzazione industriale propone immagini sempre più hard.
Si potrebbe ipotizzare che la violenza verso la donna sia sempre stata attuata tra le mura domestiche o altrove, perché sembra essere promossa dalla cultura omacista che si basa sul principio idraulico secondo cui il testosterone la fa da padrone sul sesso femminile e l’uomo deve scaricare….. (non si sa cosa)… Nei tempi antichi, cosa accadesse, non ne parliamo nemmeno!
Penso che la separazione sesso/affetto (non parlo d’amore) sia un’ invenzione entrata in voga al fine di abolire le proibizioni cattoliche sugli atti concepiti come impuri, perché non procreativi. L’onanismo (masturbazione) deriva dal fatto che Onan narrato nel Vecchio Testamento disperdeva il seme invece di utilizzarlo per procreare.

In realtà, il sesso è comunque un’azione mente-corpo-mente, seppur a volte, sa di un’illusione, ma deriva sempre da un bisogno d’affetto.
Penso per la verità che l’invidia distruttiva che l’uomo spesso prova per il frutto proibito, (il seno etc), lo induca difensivamente a riappropriarsi di un’onnipotenza distruttiva che si basa su:
Dominio, Trionfo, e Disprezzo verso la donna.

1) Il primo, il dominio, si pone l’obiettivo di negare psicologicamente la dipendenza inconscia verso ciò che non si possiede (corpo femminile sessuato) e che si brama d’avere.
2) Il trionfo serve a negare stati d’impotenza e di depressione, sempre perché la donna possiede alcune virtù che all’uomo mancano (dolcezza, sessualità e apparentemente non mostra di essere impotente. Può inoltre procreare.
3) Il disprezzo serve a negare il valore già presunto e sicuramente anche idealizzato della donna-madre della quale c’é ancora traccia nell’uomo di un’antica dipendenza infantile, e agisce come difesa dal sentimento di perdita e di colpa che consiste nell’odiarla e invidiarla.
Cosa consiglio? L’uomo dovrebbe vergognarsi perché oltre al crimine (in molti casi, nel mondo esistono criminali, serial killer che uccidono donne per piacere sessuale di dominio, e disprezzo, dopo aver abusato oppure che compiono l’atto per eccitarsi). L’uomo, nell’appagare un bisogno patologico urgente e spesso compulsivo, non ottiene ciò che vorrebbe. La donna traumatizzata spesso incontra grosse difficoltà a ricostituire l’immagine del sé violato.

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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E tu come la pensi? Scrivimi un commento o inviami una domanda all'indirizzo roberto.pani@unibo.it...

2 commenti

  1. Raffaella Buttazzi

    La mia impressione, leggendo, è che un atto simile sia un monologo atroce con se stessi, dove il “gusto”!? è solo dolore.

    Mi chiedo quanto, come sottolineato nel post, una certa dimensione “culturale” possa influenzare ancora questi comportamenti?

    Inoltre come cercare invece di confutare questa falsa immagine con una cultura profondamente diversa?

    Raffaella

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