Socio-cultura storica femminile: l’Italia è ancora divisa in due?

Socio-cultura storica femminile: l’Italia è ancora divisa in due?

Mi sembra che in questi anni oltre il 2000 sia molto diffusa da parte femminile una certa critica rivolta agli uomini, nel senso di una sentita difficoltà per stabilire con loro relazioni significative, che rappresentino un certo valore e senso del rapporto, per lo meno connotate da una certa stabilità nel tempo. Molti matrimoni avvengono impulsivamente da parte di entrambi i partner quando si è piuttosto giovani, ma finiscono presto. E’ come se l’uomo ingenuamente fosse caduto in trappola, con ingenuità e poi si ravvedesse con molto pessimismo.

I divorziati sembrano smarriti, insicuri, paurosi e incapaci di assumersi la minima responsabilità – concludono le giovani donne.. Se poi hanno già generato figli, non se ne parla nemmeno !

In altre parole, gli uomini appaiono come se temessero di legarsi di nuovo durante i secondi rapporti e che riescano a mala a pena a sperimentare una relazione, ma sempre o spesso in modo effimero del tipo mordi e fuggi.

Molti uomini, quelli che mantengono il matrimonio, sarebbero anche disponibili ad altre relazioni extraconiugali, ma le donne in genere non accettano questo tipo di rapporto clandestino.

In che modo alcune donne nel nostro Paese immaginano una relazione che sia significativa, stabile, ecc?

Bisognerebbe mettere in scena il ruolo dei sentimenti, dell’amore, dell’affetto, della tenerezza.

In che modo alcune donne intendono innamorarsi.

L’Italia è divisa in due: Sud e Nord. Non includo il Centro Italia al fine di semplificare le mie osservazioni.

Sembra molto in generale, che la donna che nasce nel Sud sia tradizionalmente orientata precocemente verso il matrimonio, cioè verso una famiglia che prevede la procreazione di figli.

I giovani uomini quelli che la giovane donna incontrerà, saranno per lei molto interessanti a condizione che questi si presentino con quelle caratteristiche di aspetto e di serietà che non contraddicano l’immagine di un futuro matrimonio. Se questo avviene, la donna s’innamora del presunto fidanzato che potrebbe diventare sposo. In altre parole l’investimento affettivo si verifica a condizione che ci sia spazio per questo progetto matrimoniale.

Perdonerete se generalizzo molto, perché ben so che quello che descrivo potrebbe essere solo considerata una virtuale tendenza esemplificativa.

La stessa generalizzazione vale come ipotesi virtuale per le donne che nascono nel Nord.

Per una serie di ragioni tra le quali spicca quella economica, nel senso che la donna del Nord è abituata a un lavoro abbastanza bene retribuito e per questo si considera più indipendente da un punto di vista dello stato sociale.

Ho letto alcune statistiche e ascoltato molte giovani donne che parlano del loro desiderio di non sposarsi, né di procreare figli. Sarà vero ? – Mormoreranno alcune/i –

Personalmente penso che alcune donne, se non tutte siano da prendersi sul serio!

Alcune delle donne indipendenti spiegano: perché sposarmi per sentirmi imprigionata dentro una moltitudine di doveri, abituata come sono a fare quello che mi pare, a viaggiare in posti molto interessanti, a uscire ed ad avere storie amorose, sessuali secondo i miei gusti, ad andare al cinema, e teatro quando voglio, a cenare fuori con le amiche o amici cari, ecc? Gli uomini anche quelli meno maschilisti cercano una madre e io dovrei diventare la madre di uno di loro ?

Perché mai dovrei fare un o più figli che m’impegnano per tutta la vita nel ruolo di madre quella che si sacrifica per i propri bambini che invece ne combinano una al giorno anche quando sono grandi ?

In questi casi, le donne che sono convinte di quanto detto, s’innamorano dell’uomo affascinate che le fa divertire e cercano tante altre soddisfazione, ma il matrimonio è comunque postposto all’amore.

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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E tu come la pensi? Scrivimi un commento o inviami una domanda all'indirizzo roberto.pani@unibo.it...

3 commenti

  1. Raffaella Buttazzi

    Condivido che una scelta matrimoniale o di convivenza sia postposta ad un sentimento d’amore che si costruisce in coppia dove ci si può divertire, anzi, accanto ad una progettualità dove ognuno possa esprimersi.

    Forse riconoscere e smascherare alcuni fantasmi emotivi aiuta a sgretolare ruoli rigidi e scelte dogmatiche?

    E rinnovare la curiosità di mettersi seriamente in gioco?

    Raffaella

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