Perché essere sempre in ritardo ?

Perché essere sempre in ritardo ?

Il ritardo puntuale e continuo agli appuntamenti in quasi tutte le circostanze potrebbe evocare un bisogno di libertà, cioè una trasgressione costante che si manifesta in ogni occasione appunto perché si dovrebbe essere puntuali, vale a dire assoggettarsi a certe regole sociali. Tutti gli appuntamenti in altre parole sono occasioni inconsce da non perdere per affermare la propria personalità e indipendenza.

I soggetti ritardatari agiscono inconsapevolmente, salvo alcune eccezioni che richiamano gli inviti alle feste, le celebrazioni ecc, per cui arrivare puntuali potrebbe suonare come se la precisione nell’appuntamento puntuale privasse della leggerezza o flessibilità implicita nella partecipazione della festa, ma ricordasse la sottomissione a un incontro rigido di lavoro.

Bisogna ricordare che le persone ritardatarie, quando si accorgono di un ritardo grave, si dispiacciono e si sentono imbarazzati, vedendosi seriamente scrutati e, in qualche modo sgridati, anche tramite le varie occhiate o i pesanti silenzi dei presenti. Venire in ritardo è comunque maleducato, salvo particolari circostanze, dove il ritardo non può essere evitato e viene automaticamente scusato.

La trasgressione costante e ripetitiva fa pensare una reazione soffocante che potrebbe derivare da un difficile rapporto con figure autoritarie conosciute in varie situazioni a partire dalla famiglia di origine. Sempre non consapevolmente, i soggetti abituati a ritardare, mettono a prova la pazienza di chi aspetta, e sembrano esprimere un bisogno di disobbedire.

Alcune madri, nel passato di alcuni ritardatari, sono state vissute dai figli come troppo richiedenti, come se avessero esercitato la loro funzione materna in modo eccessivo: per esempio, sono state iperprotettive, iper-presenti, iper-puntuali, in altre parole, le madri controllavano sui figli proprio tutto.

La persona ritardataria potrebbe aver percepito come costante una richiesta di non deludere le attese dell’altro. Così dalle figure più arcaiche, il soggetto trasferisce inconsciamente il suo senso di oppressione su altre persone che appaiono richiedenti, sia nei rapporti professionali sia privati.

Ritardare diventa a un certo punto parte del carattere e del temperamento una necessità per evitare la  costrizione ad obbedire, un bisogno di a contestare la puntualità, perché suonerebbe a lui come fastidiosa sottomissione.

Qualcuno in passato mi diceva: mi piace venire in seduta, sono contento quando esco dalla stanza di analisi però mi disturba venire puntuale alle ore che concordo con lei …

La sottomissione va a braccetto con la dipendenza e la protesta diventando un tutt’uno con la disobbedienza automatica: questa sfocia quindi nel puntuale ritardo.

Insomma la sfida del ritardatario mette inconsciamente alla prova l’affetto della persona con cui ha appuntamento.

Si potrebbe cogliere in tale comportamento un precursore dell’angoscia di essere abbandonati. Se tu mi attendi anche per molto tempo, vuol dire che mi vuoi bene e non mi abbandonerai perché stai con me alle mie regole. Se vengo puntuale vuol dire che sono sottomesso e dipendente da te. Non saprei mai quanto valgo per te !

Che si può fare con i ritardatari di professione ?

Il punto consiste nel fatto che tale comportamento è inconscio, quindi, anche se c’è la buona intenzione di giungere puntuale, automaticamente il soggetto arriva in ritardo. Si tratta, infatti, di un meccanismo primitivo e inconscio, acquisito precocemente negli anni dell’infanzia, o adolescenza, e che offre sicurezza al ritardatario. Lui/lei si giustificano di aver sbrigato molte faccende prima dell’appuntamento e qualcosa ha interferito.

Vorremmo più rispetto e saperci organizzare meglio, senza perdere tempo nell’attendere chi, chissà quando verrà! E’ lui o lei quel che vedo ? No mi sono sbagliato/a.!

Meglio non dare a lui/lei soddisfazione per il suo egocentrismo, ma richiamarlo alla necessità di essere puntuale, pena la realistica perdita di un programma (che include anche il ritardatario. Inutile arrabbiarsi. Con le emozioni espresse si rischia solo di colludere con il ritardatario. Consiglio di stare sul piano del reale e della convenienza reciproca. Un impegno che serva a tutti.

Come ho accennato, c’è nl ritardatario seriale un bisogno di protagonismo, egocentrismo, di sfida e di competizione, non si può il personaggio con commenti minacciosi! E buona fortuna !

 

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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E tu come la pensi? Scrivimi un commento o inviami una domanda all'indirizzo roberto.pani@unibo.it...

Un commento

  1. Raffaella Buttazzi

    Mi sembra interessante l’evitare di colludere con l’aspetto inconscio, rimandando, invece, l’attenzione sugli svantaggi reali che il ritardo comporta, perchè, a mio avviso, può essere importante in altre problematiche emotive.

    Mi chiedo se il ritardo seriale possa, invece, riguardare solo alcuni ambiti della propria vita: o professionali o privati per esempio?

    E quale l ‘eventuale significato?

    Raffaella

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