Lupi solitari

Lupi solitari

Esistono tanti giovani in condizioni precarie non solo nel nostro Paese, ma come sappiamo anche in molti altri Paesi occidentali: Non mi sento di includere i Paesi mediorientali in guerra o in stato di estrema povertà, la cui popolazione tenta la migrazione verso l’Europa, perché i fatti parlano da sé.

Tutti questi giovani sono molto in crisi non solo perché disoccupati, e quindi vivono di niente, si arrangiano in tanti modi, spesso vivono nel mondo della piccola e grande criminalità, e altri ovviamente protestano spesso con un atteggiamento molto aggressivo e ribelle.

Alcuni di loro, oltre a essere depressi, sono molto rabbiosi, e anche disorientatati, perché cercano uno scopo nella loro vita e non lo trovano. Vige in loro un senso di completa impotenza e non sanno come muoversi e i giovani non sanno come rappresentarsi.

La globalizzazione con i tanti vantaggi che ha portato, ha creato anche confusione e caos, la cultura, le tradizioni sociali, i rituali, il cibo, il clima variato dall’effetto serra, i modi di vestirsi, le differenti lingue parlate, hanno anche generato insieme all’arricchimento psicosociale, una sorta di torre di Babele e un grande vuoto nelle coscienze. Il provincialismo impedisce di crescere perché mantiene le ristrettezze mentali e culturali entro limitati confini, ma la globalizzazione porta al rovesciamento delle idee in continuazione. Dal punto di vista psicologico gli individui avrebbero bisogno di crescere e maturare lentamente, con i propri tempi soggettivi e alcuni giovani, spesso brancolano nel buio della propria esistenza.

Non sorprende che il terrorismo islamico, supportato da esaltazione religiosa, ottenga di convertire alla guerra armata contro l’occidente molti giovani sbandati e assai suggestionabili.

Questi giovani in crisi cercano punti fermi che spesso anche molto rigidi e risoluti.

La cultura della morte riporta al medioevo oscurantista, ma anche a punti certi inequivocabili, dove il nemico è solo un nemico da abbattere. Il sacrificio della loro vita crea in loro un valore grande, un obiettivo chiaro. Per certi giovani tale chiarezza è sentita come meglio di niente, dato come assunto che all’interno del tessuto sociale e dell’occidente, le contraddizioni sociali e politiche si sono infiltrate a tutti i livelli, e tali incoerenze sono vissute da questi giovani vaganti come un tradimento nei loro confronti.

Gli adepti non fanno che crescere e si aggregano all’Islamismo terroristico.

Per alcuni giovani è difficile staccarsi dalle loro famiglie per andare in altri Paesi ad arruolarsi e così concepiscono l’adesione al terrorismo come valore di certezza diventando lupi solitari con lo scopo di simpatizzare con il terrorismo in generale.

Il massacro a Orlando in Florida di questa settimana di Giugno è uno dei tanti esempi di follia sconcertante.

Non credo che serva fare moralismo. Mai come in questo momento storico, i modelli culturali dovrebbero integrarsi tra loro. L’unità dell’Europa potrebbe essere uno di quelli. Il regno Britannico modello di democrazia, ma soprattutto di libertà per i giovani non dovrebbe abbandonare l’EU.

Se prevale l’egoismo dei popoli, tutto rischia di aggravarsi perché aumenta la frammentazione dell’identità della quale i giovani hanno molto bisogno.

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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2 commenti

  1. Raffaella Buttazzi

    Sottolineerei quanto dinanzi a crescita e cambiamento dovuti anche alla globalizzazione nei suoi aspetti positivi e negativi, compiere delle scelte sia fondamentale, senza delegare a dogmi ben diversi da punti di riferimento le proprie nuove risorse e l’inevitabile solitudine.

    Nonostante la velocità di molti cambiamenti odierni, in qualsiasi momento storico o personale, penso che “smettere” di pensare o di essere porti ad una illusione dolorosa e pericolosa, inoltre così, a mio avviso, c’è il rischio di non comprendere chi si è veramente.

    Probabilmente poter vivere la propria solitudine e non l’essere “lupi solitari” porta ad incontrarsi e ad incontrare altri?

    Raffaella

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