Morire di noia

Morire di noia

Si tratta di emozioni che ingombrano la mente, accompagnate da sensazioni di vuoto e di mordente solitudine, di mancanza di senso per ciò che si sta facendo o che si vorrebbe agire, senza un’autentica convinzione. Non ci sono obiettivi per cui valga la pena attivarsi.

Il corpo, o meglio la corporeità che include emozioni e affetti, risente pesantemente di una sensazione di agitazione, di disagio, di senso di pesantezza e d’inutilità.

In molti giovani la noia è in aumento

Il romanzo La noia di Moravia descrive molto bene la sofferenza della noia.

Questa è noia seria, di grande sofferenza, dovuta al senso di vuoto che caratterizza i nostri tempi in molti casi.

La noia così intesa, non riguarda la comune e frequente sensazione di alcuni che si annoiano perché non hanno programmato in tempo una vacanza fuori porta oppure un incontro con amici simpatici o perché le proposta di eccitante divertimento non appare all’orizzonte. Le file agli uffici pubblici, come le attese per visite mediche, sono lunghe e noiose: i pendolari percepiscono di perdere tempo, come nei viaggi in treno, pieni di imprevisti sgraditi e di ritardi diventano anch’essi noiosi.

Il traffico automobilistico lento è noioso, specialmente quando la città è intasata, e l’autostrada ti costringe a un blocco della circolazione per ore.

Certi programmi televisivi sono sciocchi e noiosi, alcuni film non attraggono, alcune feste tra conoscenti sono insulse. Il cibo è sempre la solita minestra, ecc

Penso che il sonno ci prenda quando, oltre che la stanchezza e il bisogno di disintossicarci dalle cose tossiche della giornata, anche proprio quando la noia si impadronisce della nostra mente. Se la noia può essere normale, specialmente nell’infanzia, a livelli diversi possa essere psicopatologica. Tra gli adolescenti per esempio, se ne accorgono gli insegnanti a scuola in base a quel che vedono nel comportamento in classe, la noia spesso riguarda aspetti più seri.  Gli insegnanti osservano alcuni ragazzi che visibilmente sono assenti, ma al tempo stesso, con atteggiamenti rabbiosi, ostili verso gli altri compagni, sempre più numerosi. Si tratta di aggressività passiva.

Gli stessi insegnanti valutano in questi ragazzi un rendimento scolastico assai scarso. E’ come se fossero inghiottiti da un dolore che genera mancanza di motivazione.

Tra i comportamenti compulsivi psicopatologici dei quali mi occupo da tempo, per esempio il gioco d’azzardo, lo shopping compulsivo e tanti altri, ho sempre citato gli autolesionisti che si tagliuzzano come se il dolore fisico offrisse piacere. In realtà, il dolore fisico e vedere di farsi del male, sembra abbia il potere di destare la loro attenzione e stimolare se stessi a reagire quando esagerano nel danno che si procurano.

Cosa quindi s’intende con noia patologica? Generalmente parliamo di un malessere che il soggetto percepisce in se stesso per il fatto di non sentire desideri, né stimoli e finalità per raggiungere qualcosa, ma vedere solo la ripetizione monotona degli stesse situazioni, all’interno di un tempo che ingloba e inchioda la persona alla staticità.  Chi da adulto soffre di noia da tempo, ha la certezza che la vita non abbia né scopo, né senso.

L’individuo annoiato che, magari lavora in modo routinario e passivo, automaticamente, però attende che qualcosa lo liberi dal non-senso della sua giornata, lui non sa cosa debba accadere, ma questo qualcosa d’indeterminato non viene mai, non lo salva mai dall’enorme disagio.

La persona manifesta rimane apatica, abulica e il corpo diventa un sacco pesante, privo di reattività

Per l’annoiato, come per chi è melanconico nessuna persona, è interessante, nessuno ha da offrire qualcosa di buono, di simpatico e stimolante che gli susciti ilarità.

Nell’annoiato grave l’aspettativa è di solito inconsciamente grandiosa. Non mi interessa, non mi diverte, non è quello che voglio, non mi capisci, sei banale, sei lontano da ciò che sono io! Questi lamenti e rimproveri a chi sono diretti? A chi forse ha contribuito a creare illusioni sin dalla nascita?

Se osserviamo chi sente la noia, vediamo che le sue relazioni intime e poi anche sociali sono povere e direi poco autentiche, in particolare, alcune sono piene di disprezzo alcune di rabbia.

Chi soffre veramente di noia si è accorto con il passar del tempo che le sue aspettative, quelle più o meno grandiose quanto irrealistiche, sono disilluse e che le speranze sono andate alle ortiche.

L’annoiato sente la solitudine, l’abbandono, un deserto, un oceano attorno a sé

Gli accidiosi nella Divina Commedia vengono moralmente messi da Dante all’inferno nel quinto cerchio, perché sono svogliati e inetti, non accettano le sfide della vita. Per Dante è grave perché peccano gravemente di fronte a Dio che a loro dato la vita per essere virtuosi e grati di averla ricevuta, mentre la sciupano in tal modo con la loro inettitudine e passività.

Se è così seria la noia è bene che chi ne soffre richieda aiuto professionale investendo un pizzico di fiducia, anche quella che non sente in se stesso  e sembra non esistere. Ne vale la pena!

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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3 commenti

  1. Raffaella Buttazzi

    Personalmente, non mi annoio quasi mai, qualche volta da ragazzina forse, ma ormai anche i ritardi ed i cambiamenti di programma: che ben conosco, sono spesso un modo per conoscere persone veramente interessanti, poi ci si incontra nuovamente, senza imprevisti, e si coglie come dal momentaneo disagio nasca un nuovo confronto, o un’ opinione diversa, o una curiosità sui lughi che si frequentano abitualmente che non si conosceva.

    Forse, senza arrivare all’aspetto patologico della noia, è prezioso saper attendere: senza preconcetti, ma speranze?

    Raffaella

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