Il falso Sé in alcune personalità

Il falso Sé in alcune personalità

Molte persone, più di quanto si creda, vivono la loro vita interpretando un ruolo che non è per niente autentico.

Pensiamo che sia semplice o facile essere autentici con se stessi?

Secondo il mio pensiero non e’ per niente facile. Che cosa significa riuscire ad ascoltare i propri sentimenti, scandagliare le proprie emozioni, riconoscere i propri stati d’animo e seguire quel che si sente autenticamente come desideri?

La costruzione del Sé autentico richiede fortuna, nel senso di aver avuto incontri positivi a cominciare dalla propria famiglia. La famiglia dovrebbe essere stata in grado di trasmettere e comunicare una certa dignità di sotto alla quale non si dovrebbe mai scendere. Abituarsi a dichiarare la verità su quanto si prova come sentimenti, anche se difficile e rischioso di fronte a certe situazioni è alla base della robustezza del Sé come immagine complessiva di se stessi.

Per quanto la verità non sia quella giuridica e tribunale, dove quel che si afferma è preso come oro colato e alla lettera, rispetto alla verità della quale parlo, questa è principalmente interiore quindi occorre possibilmente mai mentire a se stessi e quindi rischiare di fare brutte figure, cioè di offrire un’immagine negativa di se stessi, piuttosto che camuffare la realtà che ci appartiene, comoda via provvisoria per evitare al momento guai. Questi guai si pagano però sempre e a caro prezzo.

Se noi ci sentiamo proprio noi stessi, acquisiamo dignità, sicurezza, disinvoltura e gli altri non ci fanno paura, se non si vive in uno stato nazista o in guerra con nemici.

La struttura del Sé è basata sul Sé autentico.

Donald Winnicott in Sviluppo affettivo e ambiente, del 1965, indica una modalità che inizia nelle prime fasi dello sviluppo infantile nel caso in cui il bambino non trovi nella madre l’appagamento dei propri bisogni primari non essendo in grado di disubbidirle e deluderla.

Il senso d’identità del bambino si costruisce in alcuni casi, mentendo a se stesso, senza saperlo, ed eseguendo le attese della madre. Questo sembra essere l’unico modo con il quale il bambino si garantisce l’affetto delle figure fondamentali della sua esistenza, l’unico riferimento di cui dispone come conferma della stabilità dei suoi stati emotivi, inizialmente non stabili.

Il bambino con la ricerca di protetti vita’ della madre e rischia di mantenersi adesivo ai desideri materni e di conseguenza paterni, quindi venendo meno alla soddisfazione dei propri iniziali desideri autentici.

Il bambino, ormai diventando adolescente e poi adulto, rimane dipendente dall’approvazione degli altri e sviluppa un senso di perfezionismo in tutto ciò che fa seguendo attentamente chi lo osserva.

Diventa comprensibile che sin da bambino, spesso qualche soggetto comincia a mentire per adeguarsi al bisogno materno e degli adulti in genere al fine di accontentarli e non sentirsi respinto.

Se una donna è bella e accreditata socialmente, quella sarà per quell’uomo la moglie ideale. Se un uomo è socialmente di successo, diventerà per molte donne appetibili, indipendentemente da quanto effettivamente piacerà, sia psicologicamente sia sessualmente.

Una madre frettolosa di immaginare la propria bambina/o intelligentissima/o, oppure di immaginarlo troppo bisognoso/a di attenzione e di cura ossessiva diventerà per protettiva, lindura’ il piccolo a trasformarsi secondo quanto la madre desidera per non perdere il suo affetto.

Non è sorprendente che anche gli adulti donne e uomini naturalmente, mantengano il ruolo di fingere nei rapporti amorosi e professionali con la scusa della diplomazia.

La maggior parte di loro agisce fingendo in buona fede, in altre parole, creando un Sé parallelo che è falso (phony self). Si comportano come se fosse normale, perché queste persone non conoscono il loro autentico contenuto del Sé: non hanno mai avuto lo spazio per pensarlo e quindi non sanno comportarsi diversamente.

Quando alla fine entreranno in crisi con se stessi, si rivolgeranno a chi potrà aiutarli, perché non sopporteranno i sintomi vari dovuti a una vita vissuta priva di autentici scopi e soli con se stessi, anche se sposati vivendo con figli o con una compagna/o ingenua/o e naturalmente viceversa.

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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E tu come la pensi? Scrivimi un commento o inviami una domanda all'indirizzo roberto.pani@unibo.it...

8 commenti

  1. Raffaella Buttazzi

    La mia impressione è che il falso Sè sopravviva in rapporto a parti infantili di se stessi, quindi aggrappandosi ad una illusione onnipotente quanto tirannica, poichè non pormette di capire chi sei veramente.

    Inoltre la maschera o la finzione chre ne deriva non è desiderata nè da se stessi nè da altri: sono fantasmi che, da ogni angolo si guardino, faticano solo a diventare fantasie.

    La curiosità oltre alla sensazione di profondo malessere emotivo può spingere alla crescita di Sè per riscoprire i propri desideri autentici, in particolare, se in qualche momento della propria esistenza anche molto precoce si è sperimentato quanto ciò possa essere gratificante e vitale?

    Raffaella

  2. Bolli cina

    Non so se è pertinente, ma leggendo questo articolo, a proposito della diplomazia come espressione di un falso sé, ho pensato immediatamente a quanto, spesso, le persone anziane esprimano senza veli ciò che pensano anche quando questo risulti offensivo per l’interlocutore.
    Confesso che questo atteggiamento mi è sempre sembrato irrispettoso, debbo pensare che invece si tratta di espressione autentica della persona?

    1. Chiara

      Ciao Bollicina ti rispondo perché anche io sono una di quelle persone, cioè preferisco dirti chiaramente la mia versione anche se dolorosa piuttosto che far finta di nulla. Non lo faccio irrispettosamente ma semplicemente perché credo che bisogna esprimere la propria opinione indifferentemente da chi hai accanto, e cioè senza dover pensare se l’opinione in questione può essere condivisa e accettata o meno. Penso sia un modo per mettersi un po’ in discussione, altrimenti saremmo tutti uguali e sai che divertimento!!!!
      Io infatti non sopporto le persone false, che raccontano delle gran bugie, anche perché si sa che le bugie hanno le gambe corte. Quindi ti dico la verità a priori 😀

    2. @Bolli cinAA

      Con il progredire degli anni alcune perone si comprendono, magari con l’aiuto professionale, comunque sia non hanno più voglia di adeguarsi al volere degli altri per non deluderli

      roberto.pani

    3. Cara Bolli cina il buon senso fa si che noi possiamo mantenere una certa autenticità senza mentire e essere falsi . A volte é ben tergiversare e non mostrare un particolare disappunto quando si andrebbe verso uno scontro drammatico
      robertopani.com

  3. Emilia

    Me lo sono sempre chiesta del perché queste persone ad un certo punto della loro vita non si siano fatte delle domande o un’analisi di coscienza, pensavo che ci potessero riuscire anche da sole però poi vedo continuano a vivere nella loro falsità, non capendo se era per convenienza o altro!

  4. Penso di offrire un tipo di risposta che però non vale per tutti.
    Alcune persone assumono un ruolo non autentico perché consapevolmente, conviene mostrare di Sé una certa versione, altre sono confuse perché hanno capito poco del mondo che li circonda. Ci sono donne fatali, le belle addormentate nel bosco, ecc

    buone cose

    roberto.pani

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