Saper dare del tu

Saper dare del tu

Intendo un atteggiamento che presuppone l’essere sicuri di se stessi e quindi dare del tu solo in senso metaforico. Si tratta di trasformare in modo informale una relazione, ma mai in modo irrispettoso e inadeguato.

Nella lingua italiana ci si rivolge a persone che si conoscono poco e che sono sconosciute o autorevoli o che rappresentano istituzioni, è doveroso e opportuno rivolgersi usando il Lei.

Ciò avviene in tutto il mondo in ogni lingua; anche in inglese per esempio, se io dico: You are a very kind man , sir! significa: Signore lei è un uomo molto gentile !        e non: tu signore sei molto gentile! (come sarebbe traducibile letteralmente).

E’ dunque inadeguato o poco educato usare il tu arbitrariamente. Anche tra colleghi, è bene chieder il permesso di dare del tu se le circostanze lo ammetterebbero.

Nel senso metaforico che intendo in questo articolo, mi riferisco soltanto alla importante padronanza che sarebbe bene avere in molto circostanze e non sfacciataggine in certe relazioni.

Durante una conversazione con conoscenti presentati da poco o sconosciuti che però si cominciano a conoscere, l’atteggiamento empatico e scherzoso, se è consentito nel contesto, permette di entrare in maggior confidenza ch in molti casi, è gradita e solleva anche l’altro da pesanti formalità e da attenti e controllati discorsi.

Per dare simbolicamente del Tu, però bisogna aver molta intuizione per comprender se l’altro lo gradisce, ossia gradisce di stare allo scherzo, a gentili e simpatiche battute, anche pungenti entro un certo limite, rischiare di farsi avanti perché si è capito che fino a un certo punto, sarebbe il caso per avvicinarsi e non per creare antipatia. Chi si crede di essere costui o costei per pretendere di trattarmi cosi? Questo è proprio da evitare! Eppure in alcuni casi, la disinibizione è gradita e sfocia in simpatia, in rassicurazione, in ipotesi d’amicizia. A un certo punto le relazioni si riscaldano, ci si saluta con un abbraccio e ci si da del tu realmente, e nella relazione in modo automatico.

Cosa significa essere empatico, scherzoso e disinvolto con uno sconosciuto o sconosciuta?

Il sorriso è un modo di presentare una certa accettazione dell’altro specialmente se è ricambiato: è come dire non ti conosco, ma sei il benvenuto o benvenuta!

Ti prendo delicatamente in giro con una visibile benevolenza, offrendoti nella provocazione paradossalmente e nello scherzo un complimento. Insomma sono tanto fiducioso su di te che oso giocare un po’ per saggiare la tua disponibilità nei miei confronti, come se ci conoscessimo. Ma attenti si deve comprendere bene il personaggio e non rischiare troppo, perché in tal caso si ottiene il contrario, cioè si ottiene l’antipatia che si attribuisce a un presuntuoso che vuol portare via qualcosa dell’altro e che si sente troppo superiore.

E’ come nei messaggi SMS mettere le faccine giuste quelle che ispirano simpatie fiducia.

Non si tratta mai di seduzione gratuita, ma di desiderio sociale, è gettare l’amo che spesso è colto al volo dall’altro ma perché vuole anche lui ridurre la diffidenza e facilitare i rapporti, specialmente quando non ci sono interessi d’affari e si capisce bene che il fine vero, è rappresentato dalla reciproca spontaneità.

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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E tu come la pensi? Scrivimi un commento o inviami una domanda all'indirizzo roberto.pani@unibo.it...

Un commento

  1. Raffaella Buttazzi

    Personalmente mi piace molto quando riesco, ma soprattutto riescono le persone che ho intorno ad essere empatiche anche in un primo comtesto di conoscenza dove si cerca di sviluppare, al di là dell’aspetto lavorativo, un contatto: mi sento molto a mio agio.

    Non tendo a dare del tu subito, perchè mi sembra un poco brusco, mentre di solito, se ho un dubbio che persone che conosco da poco desiderino il tu, esplicito semplicemente una domanda, evidenziando la volontà di comprensione reciproca.

    Forse è proprio la capacità di essere empatici l’orecchio utile per ascoltarsi nella scelta di più o meno formalità ?

    Raffaella

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