Il senso di umanità

Il senso di umanità

Non ero certamente nato nel 1914, ma mi ha sempre colpito con il passare degli anni, se non commosso, quando ho appreso, la notizia che a quell’epoca, secondo la quale durante la prima guerra mondiale, 14/18, famosa per essere denominata la feroce guerra delle trincee, la Grande guerra, i combattimenti vennero sospesi.

I soldati Inglesi, Francesi, Russi e Tedeschi, durante la Grande Guerra, uscirono con coraggio dalla rispettive trincee per festeggiare il Natale. Mi immagino che alcuni segnali fossero stati emessi sotto forma di spari a mo’ di voce che parla, che dialoga con lo scopo di essere giocosi, di scherzare per facilitare qualcuno che prendesse il coraggio di parlare e di fidarsi nell’uscire dalla tana potenzialmente mortale.

Allora si usavano le baionette con le quali all’evenienza si trafiggevano i soldati nemici, si sparava a distanza ravvicinata ed erano attivi gli cecchini che facevano fuoco tramite i pertugi costituiti da i sacchi di ghiaia che proteggevano dalle pallottole.

I giovanissimi che oggi chiameremmo teenager che, appena adolescenti, morivano uno sull’altro tanto facilmente quanto quotidianamente.

I combattimenti prevedevano anche l’uso del letale gas, (mostarda, iprite) e si poteva morire lentamente senza potersi curare e in quelle fosse salvarsi, nelle quali i morti convivevano a lungo con i soldati ancora vivi. Si viveva nel fango e con il ghiaccio generando spesso il piede da trincea in buona parte congelato.

Si sa che il Natale 1914 almeno in particolare tra tedeschi e inglesi consentì una solidale stretta di mano, ma sembra, o vogliamo immaginarlo, seppur non con assoluta certezza che quella tregua si sia realizzata anche con gli altri combattenti.

La guerra di trincea, racconta anche che negli anni successivi portò alla legittimazione di una tregua di trenta minuti ogni sera, per permettere ai soldati di distribuire il rancio.

Papa Benedetto XV, descrisse la Grande guerra come il suicidio dell’Europa civilizzata.

Varie occasioni portarono nonostante la crudeltà dei belligeranti a far trasparire segni di umanità che aprirono nel tempo a molte speranze di pace. Partite di calcio fintamente giocate con lattine vuote improvvisate come palloni

giorno di Dicembre.

La guerra non finiva mai e la tregua di Natale del 1914 fu il primo emergente di spontaneità e di umanità, contro la ribellione di una guerra imposta a persone che non avevano l’una nulla contro l’altra.

Mi è venuto in mente questo stralcio di storia simbolica pensando a ieri, la notte dell’anno 2017 dove a mezza notte, l’appuntamento non evocava una tregua della terza guerra mondiale a pezzi, dettata dal senso di umanità, ma dall’idea di uccidere nel momento in cui gli altri a Istanbul, ingenuamente si rilassano e festeggiano il potenziale futuro.

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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