Il Ladro, The Wrong Man di Alfred Hitchcock con Henry Fonda

Il Ladro, The Wrong Man di Alfred Hitchcock con Henry Fonda

Ho visto recentemente un film retrospettivo del 1956 in lingua originale, “The wrong man” che racconta una storia vera che riguarda un musicista di quaranta due anni, Chistopher, sposato con due figli che, come professione suona di notte il contrabbasso nell’esclusivo club lo Stork Club di New York, in una orchestrina di prestigio.

Rientrando a casa una mattina, mentre nevicava, scopre che la moglie Rose necessita di cure dentarie che costeranno trecento dollari, della quale somma la famiglia è a corto. Nel pomeriggio, prima di andare a trovare sua madre, passa dall’Agenzia di Assicurazioni per informarsi se sarà possibile avere un anticipo trecento dollari sulla sua polizza vita.

Le impiegate della agenzia riconoscono in lui la persona che giorni prima, aveva rapinato l’agenzia assicurativa e denunciano il presunto crimine ad opera dell’uomo. La polizia dopo un breve interrogatorio, conduce Christopher presso altri esercizi commerciali rapinati allo stesso modo e presumibilmente dalla medesima persona, Christopher. Un esame della calligrafia in stampatello rivela, secondo gli agenti, un’importante somiglianza, ma la prova definitiva avviene per via del riconoscimento, fra altre cinque persone scelte a caso .

Christopher incredulo, senza aver potuto avvisare la famiglia che rimaneva in sua attesa, è schedato e posto in cella con le manette ai polsi.

L’udienza preliminare del giorno successivo prevede a un paio di settimane il processo e anche che la cauzione per la libertà provvisoria sia in settemila cinquecento dollari, somma che i parenti dell’accusato riescono fortunatamente a racimolare, per ottenere che Christopher possa ritornare al lavoro in attesa di essere giudicato.

Nell’attesa della ripresa del processo che si prospetta piuttosto accusatorio verso l’ingenuo musicista, fortunatamente il vero colpevole tenta un altro colpo in un drug-store ma viene bloccato: la polizia lo trae in arresto. I due uomini i somigliano molto, cosicché uno degli agenti che aveva arrestato il musicista s’insospettisce e così , compiuti i dovuti accertamenti, Christopher viene rilasciato come non colpevole. La moglie Rose distrutta psichicamente da questa situazione che riguardava sia il marito sia l’intera famiglia viene ospedalizzata perché manifesta segni di catatonia e dissociazione mentale. Visitata dal marito, felicemente sgravato dall’angoscia dell’accusa infamante, non ottiene da Rose segni di felicità, condivisione e quindi miglioramento, neanche alla notizia che il processo si è risolto per il meglio. La donna rimane in clinica: oggi, a due anni di distanza Rose guarisce dal trauma e tutta la famiglia vive ora felice Florida.

Debbo confessare che questo film mi ha molto coinvolto.

Penso che Hitchcock regista e Henry Fonda attore, interpretino il film con un senso di profondo e umano realismo: penso che non sia possibile per lo spettatore evitare di coinvolgersi emotivamente.

Come accade per molta gente che vede certi film, il mio coinvolgimento e anche una certa sofferenza, il proprio passato si protagonista e diventi. Ogni film che racconta storie di chi è incarcerato ingiustamente mi rievoca il passato di quando fui messo ripetutamente in collegio ovviamente contro la mia volontà.

La moglie di Christopher finisce in Clinica psichiatrica, perché la situazione nella quale il marito è coinvolto ingiustamente, appare a lei tanto dolorosa e inaccettabile tanto che si presenta come un trauma, provocando cioè una seria nevrosi post traumatica da stress. Il meccanismo di difesa sembra essere la dissociazione mentale. Come avviene ?

Il dolore è inaccettabile per la donna e provvisoriamente la sua identità di divide in due parti delle quali quella sana, una rimane latente e inattiva. L’altra rivela di non esistere, di non provare più emozioni, di sentirsi estranea a ogni evento, anche se piacevole, di rimanere passiva e alessitimica cioè con emozioni congelate. Sono contenta che il processo sia andato bene , ma non mi importa!

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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