Eutanasia, assistenza al suicidio?

Eutanasia, assistenza al suicidio?

Dopo aver tentato varie terapie mediche senza alcun risultato, djFabo aveva coltivato in se stesso nel frattempo, l’illusione che le Istituzioni potessero accettare la richiesta di molti cittadini, tra i quali lui stesso, di regolamentare l’assistenza a scomparire cioè l’eutanasia. Si trattava di consentire il libero arbitrio a essere umani come del resto già avviene quando una persona non desidera continuare la sua vita per buoni motivi che solo lui/lei stesso non governa fino in fondo.

L’assistenza al suicidio di un essere umano è un atto medico civile che rende evitabile una sofferenza spesso immane e inutile, alternativo al suicidio tradizionale, cioè all’atto della soppressione diretta.

Il suicidio diretto può diventare impossibile per gravi stati di paralisi del corpo dovute o a dolorose malattie o gravi lesioni neurologiche inabilitanti, oppure perché è terribilmente difficile, a volte troppo cruento, agire la propria soppressione sua manu.

L’eutanasia é lo stesso atto medico agito su un animale malato sofferente per evitare la stessa sofferenza. E’ l’animale più fortunato dell’uomo in queste circostanze perché può godere dell’assistenza del medico ?

Considero l’assistenza al suicidio l’equivalente dell’eutanasia. 

L’eutanasia è accettata in tutto l’Occidente del Nord Europa e Americhe, Australia, perché lo si i Governi dei vari Paesi interpretano tale intervento come umano, civile e dignitoso poiché rende possibile e indolore l’exitus di una persona che soffre senza alcun scopo.

Il protagonista di questa scelta di fine vita e decide in forza della sua legittima scelta di agire in tal modo tramite l’aiuto che la medicina. I medici possono somministrare senza sofferenza e con grande rispetto verso la decisione della persona, cioè verso la scelta di finire la propria vita in modo desiderato per i propri validi motivi .

Grazie all’amore della sua fidanzata appartenente all’Associazione Coscioni, Associazione sostenuta da molte persone anche molti politici che sono a favore dell’eutanasia, Fabo è riuscito a far pervenire al Presidente della Repubblica un video che avrebbe avuto come scopo un ulteriore appello per legiferare l’eutanasia.

Filomena Gallo, segretaria dell’Associazione Coscioni, ha raccontato come Cappato esponente del movimento radicale italiano si sia assunto la responsabilità di portare a termine l’atto dell’eutanasia per Fabo che era in condizioni fisiche ormai pietose.

Fabo, portato in Svizzera, dove l’eutanasia è legalizzata con un costo di circa 10mila euro, alle 11,40 ha morso un pulsante per attivare l’immissione del farmaco letale: temeva, essendo cieco, di non riuscirci, non vedendo nemmeno il pulsante.

Cappato il quale si è assunto la responsabilità per questo evento, potrebbe essere condannato dalla Giustizia italiana sino a dodici anni di reclusione.

Perché è così difficile nel Sud Europa ottenere l’eutanasia? Perché la cultura cattolica è prevalente sul piano etico e sociale e detta legge morali secondo le quali il presupposto si basa sulla considerazione che considera la nostra vita  creata da Dio e che solo Lui può togliercela!

Non importa la sofferenza che certe persone patiscono da ammalati senza speranza, non importa se la vita non ha più altro scopo che attendere la morte. Si è prigionieri di un corpo che fa quel vuole lui, e non quel desideriamo noi! Ma non importa!?

Certo personalmente, si capisce, che sono personalmente a favore dell’eutanasia e spero che il più presto possibile sia legalizzata, senza costi economici: altrimenti  si rischia di vedere gente che temendo la sofferenza della fine vita potrebbe metter da parte, soldi da parte per andare a morire in un altro Paese: si verificherebbe che solo i ricchi potrebbero permettersi una giusta scelta per non soffrire!

Il giuramento di Ippocrate promette di salvare la vita umana in qualunque modo. Ma chi se non il medico può aiutare a non soffrire. Quando il medico si occuperà anche seriamente del dolore del malato, sia dovuta la sofferenza causata da lesioni gravi, sia la depressione, il mal di vivere quando cioé vivere é solo sofferenza continua e severa, quando non é più vita se non biologica?

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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E tu come la pensi? Scrivimi un commento o inviami una domanda all'indirizzo roberto.pani@unibo.it...

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