Le difese psicologiche parossistiche

Le difese psicologiche parossistiche

Freud nei suoi tanti scritti, fece riferimento per l’introdurre la tecnica della psicoterapia psicoanalitica a molte metafore a cominciare dalla vecchia contrapposizione tra inconscio e conscio. La metafora dell’iceberg è stata molto utilizzata. Lo scienziato osservava che la parte dell’iceberg sommersa è per lo più, molto più lunga e vasta della parte emersa e visibile così come il mondo interno è molto più vasto e ricco di quello che appare a noi. Un’altra metafora suona press’a poco in tal modo: noi dimentichiamo gli oggetti scacciati via dai nostri alloggi e che abbiamo riposto nelle nostre cantine, ma dopo anni, magari ritroviamo oggetti che pensavamo di aver perduto per sempre.

Insomma l’Ego rappresenta il protagonista cosciente e razionale delle nostre azioni, ma il regno del mondo non cosciente è costituito da pulsioni che seguono un ordine diverso, disorganizzato, senza spazio e tempo come nei sogni, senza apparente grammatica, ne sintassi. Quel mondo va compreso e decodificato dallo psicoanalista.

Tale regno inconscio, come nell’iceberg è tanto vasto e importante quanto sconosciuto a noi stessi e la coscienza quindi è un attributo eccezionale. In sostanza, spesso siamo dominati dagli impulsi e da difese che se abusate, sono a livello psichico tanto costose all’essere umano più di quanto non siano in grado di difenderci.

Le difese eccessive sono come armature che non ci permettono di essere agili e di attingere al mondo spontaneo, senza preoccuparci di finire fuori strada o nel burrone.

E’ molto comune nella gente adottare una difesa che è nota sotto il nome di rimozione, ma direi che siano più utili da considerare sia la negazione, sia il diniego.

Questi meccanismi di difesa funzionano a livello inconscio, quindi noi non ci accorgiamo di difenderci per esempio negando qualcosa in noi quelle parti che se potessimo integrare con il resto della nostra personalità, ci sentiremmo più sicuri di noi stessi, ma anche molto più ricchi e autonomi.

Si usano tante difese per difenderci da certe paure, timidezze, insicurezze, depressioni, ma ultimamente sono aumentate alcune difese psicologiche parossistiche che si manifestano in giovanissimi in tante occasioni.

Se parliamo di adolescenza, assistiamo a eventi e cambiamenti tanto travolgenti quanto burrascosi in concomitanza di forti emozioni.

Nella preadolescenza si avverte una modificazione dell’immagine di Sé e della propria identità di genere, sessuale e sociale. I rapporti fra genitori e figli si evolvono e anche si trasformano.

Gli adulti divengono spesso meno credibili perché incapaci di comprendere quanto il ragazzo surreale sta vivendo con le sue continue novità interiori.

I ragazzi adolescenti sono ambivalenti nell’uscire dal nido domestico perché alcuni temono di non farcela e temono una sorta metamorfosi senza ritorno, alla quale è impossibile opporsi.

Come ho già scritto in questo blog, la metamorfosi simboleggia che la propria sostanza psichica si trasforma radicalmente così come in biologia  il baco si trasforma a livello cellulare in farfalla.

Si teme un processo di separazione primaria dal guscio protettivo e della individuazione di Sé in modo sconosciuto.

Gli stati d’animo di tipo narcisistico servono a superare il lutto e proteggere l’autostima. e a negare la dipendenza. Sono potente, dominatore e trionfo verso le ragazze che conquisto quando volte

La negazione è una difesa psichica inconscia che serve a modulare le frustrazioni conseguenti a sentimenti di vergogna e d’inadeguatezza.

Alcuni giovani soffrono per sopportare la loro esistenza senza che trovino un senso che attragga e indirizzi le loro azioni.

In questa nostra era, i messaggi che ci giungono incoerenti dalla politica, dall’economia, dalla giustizia, sono percepiti frustranti e inaccettabili, e spesso la rabbia dei giovani é espulsa in modo violento e assai rischioso per se stessi e altri.

Le emozioni non sono in molti casi contenibili e spesso sono agiti, l’actingout che è una fuga in avanti una negazione del dolore, l’esposizione rischiosa e l’assunzione del rischio sono fenomeni normali, sempre più diffusi.

Le percorrenze nelle varie strade con tutti i mezzi veicolari con assunzione di stupefacenti è diventata la norma per alcuni giovani.

Ci sono giovani che si pongono sopra il tetto di un treno e poi saltano da un treno all’altro durante la corsa all’incontro con un altro treno.

Ci sono giovani che si pongono sulle rotaie del treno e aspettano l’ultimo momento per scattar un selfie e sottrarsi all’investimento proprio quando il treno è sul punto di seppellirli nell’impatto.

Ci sono consideriamoli sportivi che si pongono al limite del rischio: volare con una tuta aereo-dinamica con la quale debbono sentire che la loro vita è confermata e che loro si sono salvarti e quindi come batman, da un montagna molto alta o da un grattacielo altissimo.

Ci sono atti criminali di giovani che si divertono a schiaffeggiare un passante a bruciare un clochard che sta dormendo per strada o uccidere con spranghe un coetaneo proprio quando la vittima si ribella e non accetta di farsi umiliare dal bullo. C’è l’istigazione al suicidio tramite il cyber bullismo.

Ci sono i compulsivi che bruciano i boschi, i piromani, ecc

Questi quasi suicidi sono tentativi di sentirsi esistenti. Quei ragazzi debbono confermare a se stessi che sono sopravvissuti e quindi dire a se stessi che la vita ha un senso.

Alcuni ragazzi oltre assumere stupefacenti,  si tagliano nei polsi o si procurano altre lesioni per arrivare al confine con la vita.

Parte dei jihadisti italiani ed europei sacrificano la loro vita attraverso il martirio, forse per darsi uno scopo esistenziale , ma non per religione. Ci sono gli uccisori di massa, tipo quello ch uccide alla scuola del Colombine quasi tutti gli scolari negli USA.

Che fare ? La prevenzione comincia in casa, ma i meta-messaggi parentali inadeguati sono tanti e inconsci. Sorgono nuove agenzie educative con personale formato per la prevenzione. Psicologi specializzati, assistenti sociali, allenati come counselor, come tutor, cercano di supplire a incoerenze forse derivanti dai genitori, dalla scuola, dagli amici.

La società si trova ad aver bisogno di investire sempre di più sulla prevenzione.

Il paradosso preventivo si verifica quando gli esperti non osservano, né si curano, di una maggioranza di ragazzi che silenziosamente coltivano rabbia che prima o poi esploderà anche per manifestar la loro esistenza in modo egocentrico.

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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