Psicologia dell’espressione del volto e l’età che si dimostra

Psicologia dell’espressione del volto e l’età che si dimostra

C’è una correlazione tra la mimica espressiva del volto e la tua età ?

Molti studi lo confermano.

Ci sono persone giovani che dimostrano più anni di quanto non ne abbiano e persone più attempate che ne dimostrano meno.

Perché ?

Ovviamente la prima risposta a tale domanda riguarda la costituzione biologica erditata.

La seconda risposta potrebbe essere offerta dalla qualità della vita di alcuni soggetti, da quanto lo stress ossidativo consuma il loro volto, da quante ore dormono, dalla loro nutrizione, se sana o meno sana, da dove vivono, ossia in quale città del mondo e in quale ambiente? E’ questo più o meno inquinato come la bassa pianura padana oppure Pechino, Mexico-City ? Dove stazionano tutto il giorno, in un laboratorio chimico dove si compongono farmaci? Che lavoro svolgono ? In un’ azienda metallurgica?

Queste persone fumano sigarette? Usano alcol frequentemente? Mangiano in abbondanza tante schifezze? Si curano poco del loro aspetto del loro corpo? Oppure non dedicano attenzione sufficiente alla loro salute? Conducono una vita sedentaria senza alcun movimento? Vivono prendendo, (quando è possibile), tanto sole come le lucertole?

L’altra faccia della stessa medaglia che invecchia almeno l’aspetto, potrebbe essere in connessione con il loro stato d’umore.

Sono le stesse persone melanconiche, abuliche, ossessive, passive, psicasteniche ?

Come si sa, l’espressione del viso ossia il volto è un palcoscenico che riflette tanti elementi tossici che ci invadono o che comunque assorbiamo sotto tante forme.

Che dire però del vissuto psicologico ?

Si usa dire comunemente di una donna vissuta e di un uomo consumato, scafato, navigato, attempato, di persone seriose, tristi, che hanno pensieri in faccia, che si vede che sono tormentate e logorate da qualcosa ….. Magari sono persone giovani, ma sono aggrottate: mantengono in permanenza un sopraciglio sollevato.

Uno sguardo impegnato, provato, severo, occhi spenti, ma allertati, sospettosi, come si leggesse un passato trascorso difficile dal quale difendersi, la cui memoria è sempre presente.

Oppure giovani che appaiono smaliziati, scaltri che si contrappongono a volti candidi, inesperti, ingenui, quasi sprovveduti.

Questi giovani attenti sorridono poco o ridono quasi mai. Il loro volto è ingessato e nel caso, il sorriso è di legno.

I denti sono permanentemente disegnati su un volto ch appare fermo, rigido.

Sono giovani che spesso contraggono l’espressione mimica del volto con strane contratture, a volte sono tic nervosi, e le mosse sono stereotipate. La fronte rugosa e sotto il naso solchi profondi sino alla bocca amara, ma attorno agli occhi non hanno rughe affatto, quelle a zampa di gallina.

Anche da questo si capisce che sono giovani e spesso hanno la pelle liscia, non porosa, come le persone più attempate. Nei ragazzi i capelli possono essere caduti, oppure essere prematuramente bianchi.

Pur vedendo che sono ragazzi abbastanza giovani sembrano dunque più anziani della loro età.

Al contrario ci sono donne e uomini niente affatto giovani che sorridono spesso e quando lo fanno il loro volto si illumina, i loro denti quando ridono facilmente, sembrano bianchissimi.

Sembra che si meraviglino di tutto come se fossero venuti al mondo da non tanto tempo.

Hanno visto tutto del mondo e non hanno visto niente di esso.

Possono rivedere un film che è a loro piaciuto anche tre volte, si divertono lo stesso.

Sono persone ottimiste, quelle che sembra prendano la vita con disinvoltura.

Sono intelligenti, niente affatto ingenue, anche se lo sembrano.

Appaiono dunque molto più giovani, le rughe le hanno attorno agli occhi a zampe di galline, ma non di espressione in nessun altra parte del volto. La pelle è rugosa, ma non si vede. Hanno il doppio mento, ma non si vede!

Beate loro!

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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E tu come la pensi? Scrivimi un commento o inviami una domanda all'indirizzo roberto.pani@unibo.it...

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