Non bisogna temere la masturbazione

Non bisogna temere la masturbazione

La masturbazione maschile quando è costante, e in genere l’attività sessuale, previene il cancro alla prostata. La prostata è una ghiandola di dimensioni equivalenti a quelle di una noce. Avvolge l’uretra, ed è posizionata dietro l’intestino.

Grazie alle eccitazioni neuro-endocrine, la prostata produce il liquido seminale che poi “mantiene” fino a quando non viene emesso durante l’eiaculazione. In altri termini, lo trattiene in attesa dell’orgasmo che ne accompagna fuoriuscita.

Il tumore della prostata è provocato dalla crescita incontrollata di alcune cellule all’interno della ghiandola prostatica.

I principali fattori di rischio aumentano con il crescere dell’età, in particolare quando dopo i 45 anni di età può avvenire che cominci a calare la sintesi di testosterone, fino a diminuire ulteriormente verso i 70 anni (è stimato che il calo è del 2% ogni anno di età).

La fisiologica diminuzione del testosterone può essere causata anche da alimentazione sbagliata, abuso di alcol, tabagismo, stile di vita sedentaria.

Un uomo di quarant’anni, il cui stile di vita è assai irregolare, diciamo poco sano, potrebbe soffrire del calo, come se fosse avanti con gli anni.

È certo che le principali funzioni dei testicoli – che secernono testosterone per produrre spermatozoi – si riducono con l’avanzare dell’età.

Cosa succede in tal caso?

Vi è un calo della libido e una disfunzione erettile: entrambe penalizzano spesso l’uomo nell’attività sessuale. Anche il corpo nel suo aspetto subisce piccoli cambiamenti: in alcuni casi compare la ginecomastia (muscoli pettorali in decadenza e ghiandole senali ingrossate).

Il membro maschile può ridursi nella grandezza e “rammollirsi”.

Purtroppo anche in concomitanza di ciò, la tendenza all’ingrossamento del ventre è in arrivo. Tutto ciò non rende allegro l’uomo, che quindi si sente smarrito e impotente!

Casi di depressione psichica per questi eventi sono all’ordine del giorno!

Il circolo vizioso psicologico si rafforza inesorabilmente per molti uomini che non sono più nel pieno della giovinezza!

Con il crescere degli anni, la prostata subisce una tendenza all’ingrossamento (prostatic enlargement) per la stessa ragione, cioè la carenza di testosterone e il progressivo aumento degli estrogeni.

Appaiono le prime difficoltà urinarie, manifestati per esempio dai ricorsi frequenti al bagno durante la notte. Il quadro clinico ed esistenziale aumenta, ahimè, la tristezza nell’uomo.

Anche la donna non è particolarmente allegra per fenomeni corporei equivalenti, come secchezza e sensorialità vaginale, perché la ghiandola del Bartolino non funziona più come prima!

Gli ormoni da controllare sono allora: il testosterone, prolattina, LH, omocisteina, vitamina D, la DHEA. Naturalmente tutto il quadro metabolico deve prendere in considerazione la glicemia per escludere sindrome metabolica che dovrebbe monitorare anche i grassi.

È assai utile suggerire che una dieta ricca di lipidi saturi che escludano gli Omega3, danneggi il quadro clinico sessuale.

Sembra che recenti studi americani e inglesi suggeriscano che la masturbazione sia in grado di proteggere il cancro alla prostata.

Uno studio di Chris Hiley inglese ha scoperto che chi non eiacula spesso non elimina sostanze ad azione cancerogena, che permangono di conseguenza all’interno della prostata con il rischio di neo-formazioni tumorali.

Insomma l’attività sessuale fa bene! Ricordiamoci che l’attività sessuale non è fatta di solo coito!

Bisogna suggerire che uomini che non hanno rapporti sessuali regolari, potrebbero essere penalizzati anche per questi motivi, seppur come ipotesi non accertate. Gli studi dovrebbero e saranno essere numerosi per conferme definitive.

Per ora gli attuali studi dimostrano che uomini che hanno diverse eiaculazioni alla settimana, correrebbero minori rischi di sviluppare neoplasie alla prostata.

Anche le donne corrono rischi, se sono caste del tutto, ma potrebbero avere parecchi vantaggi attraverso una masturbazione frequente.

Masturbarsi, al di là di ogni reticenza, significa apprendere e conoscere se stesse e il proprio corpo, impadronirsi di ciò che piace, per poi vivere una sessualità libera con il partner.

Nonostante gli stimoli culturali e sociali, per molte donne la masturbazione resta ancora un tabù.

L’autoerotismo è appesantito da tante false credenze che condizionano le donne erroneamente “ingenue” nel credere che la masturbazione sia una pratica dannosa e immorale.

Studi nord americani di alcuni anni fa (2002) compiuti a Rutgers University di Newark hanno concluso che circa il 40% delle donne, di fatto, si masturba per almeno cinque volte al mese.

La masturbazione sarebbe benevolmente in grado di sedare i crampi mestruali.

L’orgasmo di una donna in presenza del partner ha una durata in media di dodici secondi, quello ottenuto con l’autoerotismo, invece, oltre venti secondi di piacere, durante i quali si mettono in circolo una grande quantità di ossitocina, endorfine, dopamina e serotonina.

Dopo la masturbazione, il tatto e la memoria parrebbe migliorare in virtù di una maggio coinvolgimento della sensibilità delle aree encefaliche.

Le bambine esplorano i propri genitali con maggior difficoltà rispetto all’esplorazione che negli stessi anni compiono i maschietti. Spesso il tabù della masturbazione nasce proprio in quell’epoca.

I tabù precoci verso il proprio corpo sessuato comportano problemi psicologici circa la propria identità e il senso del Sé corporeo.

Le difficoltà di assunzione del ruolo e dell’immagine di femminilità risentono dell’antica esperienza di autoerotismo femminile, che non si identifica con la masturbazione in sé, ma riguarda l’esplorazione del proprio corpo e delle zone erogene.

Per il maschio accada lo stesso, ma a lui sembra più facile esplorare il proprio corpo poiché non viene condannato al ludibrio, come accade spesso ad alcune bambine.

I maschi per tradizione sono solo più avvantaggiati dalla socio-cultura.

La denominazione di onanismo, come sinonimo di masturbazione, deriva dall’antico testamento che ricorda una scena sessuale di Onan che durante il coito e poi l’orgasmo, avrebbe sprecato il seme produttivo e generativo di vita, fuori dalla vagina. L’azione venne fortemente condannata durante i secoli successivi.

La video-porno-grafia reperibile tramite computer, a disposizione dei ragazzi (e delle ragazze) come lo stra-uso dello smartphone per recuperare videopornografia, non aiuterebbe il mantenimento e tanto meno il potenziamento della libido.

Ma perché c’è così tanto porno su internet a parte la tecnologia?

L’estrema abbondanza di pornografia online sembra causata dall’effetto Coolidge, ben noto in sessuologia, effetto che chiarisce come l’esposizione a uno stesso stimolo (cioè a uno stesso partner), riduca la motivazione sessuale, mentre una nuova compagna sia in grado di riaccendere potentemente il desiderio di far nuovamente sesso.

Se questo è vero, i giovani si abituano ad aspettarsi il massimo degli espedienti sessuali e invece si spengono davanti all’ingenua e ancora inibita compagna che ha cominciato a conoscere l’uomo sessualmente assai tardi, tanto che la sua libertà sessuale rimane scarsa ed è di conseguenza poco padrona della situazione amorosa.

Sembra che la sessualità mantenuta viva, anche se tramite la non più deprecata masturbazione, rallenti l’invecchiamento, o migliori le prestazioni sessuali che, ricordiamo, salvo malattie, sono in salvo per tutta la vita.

Forse per questa ragione l’industria dei toy sex (giocattoli sessuali) è in continuo aumento.

Ad eccezione della masturbazione, la sessualità vilipesa un tempo, non lo è più tanto oggi, anche se si continua a raccomandare agli adolescenti troppo giovani e immaturi o ai fanciulli di non esagerare nell’avere rapporti sessuali prima del tempo.

L’immaturità sessuale può compromettere il futuro dei giovani di entrambi i sessi!

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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E tu come la pensi? Scrivimi un commento o inviami una domanda all'indirizzo roberto.pani@unibo.it...

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