Apatia nel lavoro e nella vita quotidiana

Apatia nel lavoro e nella vita quotidiana

Capita spesso che alcune persone attraversino un periodo di abulia o di apatia.

Un senso di vuoto si impadronisce di noi stessi. Non c’è un motivo per cui io debba alzarmi dal letto, lavorare e riprendere la vita di tutti i giorni. Fare la spesa, cucinare, mangiare, dormire, ecc

Non trovo il senso, la motivazione, non vedo bene il mio futuro!

Non mi sento considerata/o, non mi sento amata/o

Fisicamente non mi sento al mio meglio.

Soffro di dolorini in tutto il corpo, forse sono di natura reumatica, dolore specialmente alle tempie, alle spalle, al collo, alle anche

Dormo poco e male, debbo assumere dei farmaci per il sonno prescritti dal dottore.

A volte dormo troppo, sino a mezzogiorno!

Queste indicazioni fanno pensare alla depressione, ma spesso si tratta di una situazione passeggera.

E’ bene tuttavia dare ascolto a ciò che succedendo in noi stessi, magari rivolgendosi alle persone giuste!

E’ ovvio che sia bene parlarne al proprio medico, perché potrebbero esserci cause fisiche specifiche che influenzano lo stato psichico.

Certo che dormire poco, può causare stanchezza cronica, scarso entusiasmo, poca passione e motivazione a fare.

Come funziona la tua tiroide?

Hai fatto controllare recentemente le analisi del sangue?

Ci sono state delusioni amorose, litigi importanti con la famiglia, marito o moglie o compagni, con amici o amiche, persino con figli abbastanza grandi?

E’ avvenuta per me una perdita affettiva rilevante?

Ti senti o sei in sovrappeso, per cui non ti piaci e senti il tuo corpo ridicolo, anche se non lo è affatto.

Ti senti criticata/o dagli altri che pensano male, ma te lo nascondono?

Potresti non sentirsi protagonista nel tuo lavoro, mentre invece avresti bisogno di essere più considerata/o, ascoltata?

La gente mi è lontano o forse sono io che allontano gli altri?

Una sensazione importante consiste nel sentirti brutta/o. Quando mi guardo allo specchio mi detesto!

Vorrei ricordare che il bullismo non appartiene solo ai tipici comportamenti adolescenziali.

Anche in età adulta può esserci un abuso di critica verso il collega di lavoro o un gruppo di amici, magari esprimendo con più reticenza, ma non meno offensiva anche indirettamente.

Modi di fare che feriscono a morte percepiti da persone sensibili.

Ricordiamoci che il bullismo è devastante insieme alle molestie sessuali, allo stalking.

Nel mondo del lavoro esiste anche il mobbing e anche questo atteggiamento di chi ha potere al lavoro non è meno insopportabile. La competitività tra colleghi è altrettanto indesiderabile.

Esiste anche il burn out, cioè lo stress continuo che può derivare anche da certi disturbi psicologico del gruppo di lavoro che mettono la persona in ginocchio, da cui la demotivazione ad andare avanti che si manifesta inesorabilmente!

In sostanza, si tratta di profonde svalorizzazioni del Sé che aggiungono ombre e fantasmi nelle mente di una persona.

Crescono gli interlocutori interiori, cioè non consci, che ci umiliano, anziché sostenersi

Penso che una persona che si sente demotivata e passiva, possa anche far fatica ad accettarsi nel diventare protagonista della propria vita e separarsi dal passato familiare indipendentemente dall’età.

Maggiormente noi neghiamo la nostra eventuale dipendenza da familiari, chiudendoli nell’armadio, mostrando a

noi stessi indipendenti e perfezionisti, maggiormente ci inseguono oppure sono sempre appiccicati a noi in modo fusionale e costante e ciò ci rende meno autonomi, attivi e motivati.

Sono i cosiddetti scheletri nell’armadio

 

 

 

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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E tu come la pensi? Scrivimi un commento o inviami una domanda all'indirizzo roberto.pani@unibo.it...

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