L’identità giovanile e la sessualità come riferimento

L’identità giovanile e la sessualità come riferimento

Notoriamente a molti uomini di cultura latina viene trasmesso dall’antico mondo sociale il messaggio secondo il quale quante più relazioni sessuali consumano con donne, tanto più si forgia in loro una forte identità maschile e virile. Molti si vantano per questo!

In altre parole, molti uomini sono convinti che l’essere machi e conquistatori corrisponda a un riferimento d’identità forte!

Le giovani e giovanissime donne non hanno in genere lo stesso ideale di vita.

Mediamente, con molte più recenti eccezioni, le adolescenti tendono ad avere punti di riferimento stabili nel costruire relazioni tradizionali, cioè hanno come riferimento d’identità di diventare mogli e mamme con un uomo brillante e non lesso che possa capirle, con il quale stabilire complicità, alleanza e un minimo o massimo di capacità protettiva.

E più recente l’aspirazione di alcune giovani donne che dopo essere diventate indipendenti attraverso la professione, desiderano essere single e cercano esperienze spensierate con uomini dei quali s’innamorano, ma che poi, non si disperano nel rompere la relazione e crearne un’altra.

Forse alcune donne non si fidano della longevità del rapporto intrapreso, si sentono oppresse in balia di un solo uomo, senza alternative, senza poter retrocedere, forse perchè hanno assorbito cattivi esempi dai genitori, dalle amiche, dagli amici, ecc

Alcune tra loro, in giovane età, desiderano avere rapporti sessuali presto e frequenti.

Si confidano e si vantano con le amiche e amici, raccontano questa consuetudine e si divertono sentendosi donne come si deve essere! In questo imitano gli uomini di quel tipo.

Avere rapporti sessuali abbastanza presto mi sembra appropriato, se si parla almeno dopo i quindici anni, perché averli invece troppo tardi, potrebbe condizionare la personalità di una ragazza che immagina di mantenere una purezza.

Un esagerato tempo perdurante l’attesa sessuale però può alimentare in loro un certo perfezionismo.

Il perfezionismo della brava bambina può creare insicurezza, mancanza di conoscenza dell’uomo, idealizzazione e delusione. E’ come arrivare allo spettacolo di un film in ritardo: non si ha la sensazione di capire veramente il senso della storia complessiva! Manca sempre un pezzo!

Accelerare la sessualità però può far correre il rischio che consiste nell’agire senza capire il senso dell’azione.

Significa spesso consumare in fretta rapporti con il primo ragazzo incontrato e poi altri: idealizzarlo e non comprenderne la psicologia fa rimanere le ragazze profondamente disilluse e perdute.

Ciò quindi vale più per le ragazze che per i ragazzi?

La cultura sociale condiziona ancora molto la psicologia femminile che vige attraverso i secoli e penalizza più spesso le donne che pensano di aver capito con chi hanno a che fare.

Nell’intimo però, alcune ragazze mantengono una certa ingenuità ed egocentrismo – Lui mi ama d’avvero e la nostra storia sarà eterna! – Lui non mi mente perché è sincero!

Sulla sincerità si può credere e anche sulla buona fede di lui!

Il punto consiste nel fatto che entrambi non sanno cosa desiderano autenticamente, perché entrambi non conoscono se stessi.

Entrambi pur piacendosi e questo è innegabile, percepiscono però anche un forte bisogno di amore, di felicità, di sfuggire al controllo familiare e sociale, di trovare nell’altro una capanna che ripari dalle insidie della realtà complessa e faticosa, al fine di allungare i tempi delle mele: l’epoca dei sogni romantici é senza tempo, né spazio, né sintassi e né grammatica.

Alcune ragazze si trasformano masochisticamente in mamme buone verso il ragazzo, qualche volta avviene un’inversione di ruolo tra i due. Tutto ciò accade per dare vita all’illusione tramite il sacrificio.

Se faccio questo per lui, sarò ripagata, perché verrò riconosciuta/o come la/il migliore!

Concludo ipotizzando che sarebbe molto meglio per entrambi scegliere il partner cercando i tempi giusti che succedono dopo una certa conoscenza psichica e intima di se stessi, cioè del proprio Self.

Amare per fuggire la solitudine e il senso di vuoto e di angoscioso smarrimento, per trovare punti di riferimento, cioè dare senso alla propria identità, oppure preoccuparsi di comprendersi, ascoltarsi e poi scegliere il partner che sempre si suppone e s’indovina essere quello giusto?

 

 

 

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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E tu come la pensi? Scrivimi un commento o inviami una domanda all'indirizzo roberto.pani@unibo.it...

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