Professioni che ostacolano o facilitano l’interazione di convivenza di coppia

Professioni che ostacolano o facilitano l’interazione di convivenza di coppia

Lui medico chirurgo, ospedaliero, lei prof.ssa di latino e greco al liceo di Stato.

Parliamo di professioni di buon livello.

Potremmo anche parlare di tecnico elettricista che ha sposato una estetista e cosi via.

E’ quasi inutile ricordare che idealmente, qualunque coppia può essere ben funzionante, con il passare del tempo,

seppur può far riferimento, anche se non consapevolmente, a molte componenti, sia psicologiche, sia rispetto alla

visione filosofica implicita di ciascuno, cioè alla visione soggettiva della realtà della propria vita.

Anche l’educazione, il livello sociale ed economico, offrono quindi un buon contributo a un membro o entrambi della coppia.

Si creerà una certa impostazione che permetterà un dialogo più o meno superficiale o più o meno profondo, ma già una condizione per avvicinarsi, oppure con il tempo, più o meno positivo o negativo di incompatibilità.

Ma quanto incidono le radici culturali che sono alla base formativa della reciproca professione ?

Per esempio un medico ospedaliero si deve alzar presto al mattino e specialmente, se è chirurgo molto presto, per operare nel senso vero del termine. Quanto questo stile di vita può disturbare una moglie con l’andare del tempo?

Perché la mente del chirurgo potrebbe essere interessata alla positività dei suoi interventi ad un tipo di operatività che potrebbe essere riportata anche mentalmente nella propria filosofia di vita.

Lui potrebbe vedere la moglie come se fosse poco concreta, addirittura inetta.

Ci sono medici che appartengono alla stessa disciplina, per esempio cardiologica, che non sarebbero, con ll loro atteggiamento di cura, propensi a ricorrere rapidamente alla chirurgia.

Altri medici appartenenti allo stesso settore, invece sarebbero interventisti, sia che siano chirurghi, sia che non lo siano affatto.

All’interno della famiglia l’atteggiamento non professionale cambia ovviamente, ma sino a che punto?

Se la compagna-moglie o (equivalente rapporto omosex), insegnasse lettere alle medie o medie superiori potrebbe essersi formata a sua volta con il tempo in un modo meno operativo?

La donna potrebbe argomentare  atteggiamenti e soluzioni anche in campo non medico, proponendo un diverso punto di vista ? In molti casi ciò avviene.

Quel che conta é la flessibilità !

Ancora per esempio, gli artisti in genere non vanno sempre d’accordo con gli scienziati e viceversa, ma bisogna aggiungere, con molte eccezioni alla norma.

Il modo di vivere e l’interazione con il partner dipende da molte variabili, di natura anche anamnestica e riguardante la storia degli individui.

Non si può affermare che le discordanze professionali si traducano in un rapporto conflittuale nella coppia.

In molti casi infatti tali differenze non portano nella coppia alcuna conflittualità.

Le differenze nell’attività professionale possono portare tra i due partner sana complementarietà.

Due medici, come due chimici, come due fisici, matematici, ecc potrebbe innescare una competitività sebbene non consapevole, la cui radice nucleare potrebbe derivare da altri motivi molto più profondi che riguardano la famiglia di origine.

L’aver sentito svalutazione da parte della madre o del padre o dei fratelli, preferenza da parte dei genitori verso il figlio maschio perché appariva più concreto in famiglia e tanto altro.

Ma la complementarietà può prevalere nella coppia specialmente se certe situazioni conflittuali del passato sono state un poco digerite.

Allora nella nuova famiglia e atmosfera amorosa la professione dell’altro non genera competitività, invidia o sentimenti contrastanti, ma interesse, curiosità, desiderio di affidarsi di conoscere e di sentirsi protetti.

Quante volte si sente dire da una donna o da un uomo coinvolte/i in una conversazione: lo so bene perché mia moglie o mio marito è un fotografo di professione, oppure è tassista, e ….. mi ha spiegato tante cose!!

In certi casi l’idealismo è eccessivo, ma funziona nel bene e nell’apprezzamento dell’altro o nella stima reciproca.

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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E tu come la pensi? Scrivimi un commento o inviami una domanda all'indirizzo roberto.pani@unibo.it...

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