Sopravvivenza dei bambini nel dopo guerra

Sopravvivenza dei bambini nel dopo guerra

Un simpaticissimo amico scrive con nostalgia e romanticismo: come abbiamo fatto a sopravvivere dagli anni 50 sino agli anni 80?

Provo a rispondere alle sue domande per dialogare con lui e con tutti voi.

Le mie risposte non sono esaustive e gli argomenti sono complessi. Quel che rispondo non contiene nulla di dogmatico!

L’amico si domanda:

1 Andavamo in auto senza cinture di sicurezza, né airbag.

Mia risposta: c’era molto meno traffico automobilistico, l’Europa ha aumentato le auto nel nostro Paese, gli incidenti si verificavano comunque, seppur meno frequenti, sufficienti per generare mortalità!

2 Viaggiare nella parte posteriore di un furgone aperto era una passeggiata speciale

Risposta: il rischio c’era, ma i ragazzi si attaccavano fortemente a maniglie interne al furgone, rischiavano, ma erano abili, come in tanti Paesi del mondo, scorrendo nelle varie campagne. Cito le Americhe ancor oggi con i pickup track

3 Le nostre culle erano dipinte con colori vivacissimi con vernici a base di piombo

Risposta: e che dire il convivere con l’amianto? Certo che i veleni erano tanti, ma ce ne sono più oggi. L’organismo resisteva… non per tutti…

4 Non avevamo chiusure di sicurezza nelle confezioni di medicinali, nei bagni, alle porte, alle prese elettriche

Risposta: qualche incidente comunque accadeva e i genitori a volte sorvegliavano e i bambini imparavano a difendersi dagli agguati di vario genere…

5  Andavamo in bicicletta (e aggiungerei in motorino) senza casco.

Risposta: qualche incidente mortale si aggiungeva agli altri, ma non così tanti come oggi con tanto traffico!

6 Si beveva l’acqua dal tubo del giardino invece che dalla bottiglia dell’acqua minerale

Risposta: l’organismo di abituava in fretta. Il sistema immunitario si autovaccinava e i leucociti abbattevano facilmente i vari virus e batteri. Non sempre però, salmonella, tifo e tante malattie veneree erano più diffuse di oggi e purtroppo abbiamo aggiunto l’HIV e altre gravi…

7 Uscivamo a giocare con l’unico obbligo di rientrare a casa prima del tramonto. Non avevamo cellulari cosicché nessuno poteva rintracciarci. Impensabile oggi.

Risposta: forse il mondo era meno pericoloso, non c’erano rapimenti, perversioni diffuse tipo pederastia. C’era meno libertà di vagare in piena disobbedienza. L’autorevolezza dei genitori contava di più rispetto a oggi. Gli incidenti erano meno frequenti rispetto agli attuali tempi.

8 La scuola durava sino alla mezza e poi andavamo a casa per il pranzo con tutta la famiglia, (sì anche con il papà).

Risposta: questa abitudine è stata effettivamente persa a causa del consumismo e globalizzazione riducendo la scuola ad un’azienda spesso, ma non sempre, mal funzionante. Spesso i bambini mangiano male, saltano i pasti, oppure li sostituiscono con cibo dolce e stucchevole, (almeno per i miei personali gusti)

9 Ci tagliavamo, ci rompevamo un osso, perdevamo un dente e nessuno faceva denuncia per questi incidenti. La colpa non era di nessuno, se non di noi stessi.

Risposta: per un verso non era un grosso danno. L’organismo si corroborava e la mente si allenava a combattere i pericoli. Un po’ di giustizia mancava e per i denti sarebbe stato meglio effettivamente non perderli. Se gli incidenti fossero stati seri sarebbe accaduto qualcosa, sin da allora, di riparatorio. Le assicurazioni esistevano e un po’ funzionavano.

10 Mangiavamo biscotti, pane olio e sale, pane e burro e sale, bevevamo bibite zuccherate e non avevamo mai problemi di sovrappeso, senza palestra, ma sempre in giro a giocare …

Risposta: penso che non fosse importante, perché il moto corporeo avveniva lo stesso e le calorie in definitiva non erano esagerate.Il cibo costava di più perché più naturale. I prodotti naturali e non sofisticati come oggi non potevano essere nocivi. Non c’erano accumuli esagerate calorie, quelle che oggi non vengono consumate.

Penso che si possa mangiare di tutto, senza però oltrepassare certi limiti come invece facciamo spesso oggi o al contrario rischiamo di diventare anoressici o denutriti per una moda stilistica.

11 Condividevamo una bibita in quattro … bevendo dalla stessa bottiglia e nessuno moriva per questo.

Risposta: certo il sistema immunitario si era adeguato e si socializzavano anche i microorganismi quasi come un’autovaccinazione. I ragazzi più delicati però si ammalavano lo stesso.

12 Non avevamo playstation, Nintendo 64, xbox, video giochi, televisione via cavo con 99 canali video, registratori, dolby surround, cellulari personali, computer, chatroom su internet. Avevamo solo tanti Amici.

Risposta: l’accento lo porrei su tanti Amici, perché oggi le chat e internet ne ha apparentemente prodotto ancora di più di un tempo, ma solo virtualmente perché le amicizie spesso mancano di autenticità e concretezza umana. Bisogna però aggiungere che internet in sé e i cellulari sono molto comodi e democratici! L’eccesso del loro uso ha diffuso nei ragazzi compulsioni psicopatologiche che sono aumentate e così il disturbo doc, (disturbo ossessivo compulsivo) ispirato alla insicurezza e compensato da un eccessivo perfezionismo e di narcisismo.

13 Uscivamo e montavamo in bicicletta o camminavamo sino a casa dell’amico suonavamo il campanello semplicemente per vedere se lui era lì e poteva uscire.

Risposta: vita più semplice e concreta, meno virtuale e più empirica.

14   Sì! Lì fuori nel mondo crudele. Senza un guardiano! Come abbiamo fatto? Facevamo giochi con bastoni e palline da tennis, si formavano squadre per giocare una partita; non tutti venivano scelti per giocare e gli scartati dopo, non subivano un trauma.

Risposta: E’ vero gli scartati dal gioco accettavano con meno sofferenza e non si facevano venire complessi di inferiorità. Il giudizio era più connaturato come una realtà inevitabile alla quale si poteva rispondere con un futuro realistico e personale miglioramento.

La vita era più semplice, il gioco meno sofisticato e più empirico, la fantasia si sviluppava  più velocemente. In quegli anni si era meno passivi e più astuti.

15 Alcuni studenti non erano brillanti come altri e quando perdevano un anno, lo ripetevano. Nessuno andava dallo psicologo scolastico e dallo psico-pedagogo, nessuno soffriva di dislessia, né di problemi di attenzione, né di iper-attitività, semplicemente prendeva qualche scapaccione e ripeteva l’anno, perché gli insegnanti avevano ragione.

Risposta: Non è proprio vero che non ci fossero dei problemi scolastici, ma la disciplina degli insegnanti supportati dagli stessi genitori, funzionava come sdrammatizzante. Metaforicamente , direi che non c’era bisogno di un medico specialistico, ma di un buon medico di famiglia che tranquillizzasse laddove oi problemi non erano importanti. Oggigiorno forse anche a ragione in qualche caso, i genitori sono contro gli insegnati. Questo crea grande confusione smarrimento nei ragazzi.

16 Avevamo libertà , fallimenti, successi, responsabilità, … e imparavamo a gestirli. La grande domanda allora è questa:

Come abbiamo fatto a sopravvivere? A crescere e diventare grandi?

Risposta: il mondo è sempre andato avanti nel bene e nel male sin dalla preistoria. Si cerca di migliorarlo nei costumi, nello stile di vita, con la scienza e la tecnica. A volte si ottiene il contrario, ma a volte la progressione è vantaggiosa. Oggi si vive più a lungo di un tempo grazie alla medicina.

Certo che cresce anche la noia il senso di vuoto, il nikilismo, il non senso in genere.

Molte bussole sono state perdute.

Ciascuno è figlio del proprio tempo! Forse è meglio avere una vita breve, ma gloriosa, oppure una vita lunga anche se insidiata da malattie come il cancro, dall’inquinamento, dall’astrattezza confusiva delle idee?

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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E tu come la pensi? Scrivimi un commento o inviami una domanda all'indirizzo roberto.pani@unibo.it...

Un commento

  1. Questo suo amico è un grande.
    Viviamo oggi nel dominio del Ministero della paura e per la paura ci siamo bevuti (o fumati, faccia lei) anche il cervello.
    Una volta ognuno faceva e ne sopportava le conseguenze.
    Se non voleva si ribellava.
    E non mi dite che il mondo era meno pericoloso perchè sono nato e cresciuto a Crescenzago (MI).
    I media caro Dr. Roberto Pani, che leggo tanto volentieri, ha dimenticato la forza dei media. Si ricordi: il mezzo E’ il messaggio.

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