A che età in Italia si costituisce la coppia?

A che età in Italia si costituisce la coppia?

Se pensiamo al matrimonio, le statistiche rilevano che le donne a 35 anni sono mediamente desiderose e pronte al matrimonio, mentre gli uomini lo sono a 39 anni: si tratterebbe di un’età, secondo gli attuali studi, che indicano che almeno dall’anno 2000 l’età di entrambi i sessi è aumentata riguardo all’idea convinta di matrimonio di tre unità ogni 10/12 anni.

Ci si sposa sempre meno e sempre più tardi.

Gli italiani del resto, nel rimandare la convivenza in coppia stabile come matrimonio, seguono le tendenze attuali europee.

Il problema economico critico della nostra epoca risulta essere al primo posto nella classifica delle motivazioni.

Anche nei Paesi ricchi c’è chi si sposa a quarant’anni e oltre, pur desiderando far nascere figli in famiglia.

Inutile ricordare cosa indica la biologia a questo proposito, ma sembra che il rischio implicito sia accettato da queste coppie.

La medicina, assai evoluta anche nel settore riproduttivo e gestazionale, mette molto in guardia su sorprese assai sgradite, ma nello stesso tempo accompagna la donna sino al parto con incredibile successo rispetto a un tempo: indirettamente così incoraggia a provare anche a tarda età.

I giovani tuttavia cominciano a convivere molto prima che in passato, poiché gli aspetti etici e socio-culturali, come quelli nel profondo Sud d’Europa, sono stati assai ridimensionati anche nel mondo cattolico.

Secondo alcune mie osservazioni a livello nazionale, basate su interviste con protocollo, ho considerato che storicamente nel mondo omosessuale la convivenza è stata attuata in modo precoce e tale modello forse è in parte stata seguita anche dagli eterosessuali.

La sperimentazione da parte dei giovanissimi di tentare in prima istanza la convivenza è molto diffusa.

Il desiderio di appagare le proprie fantasie, sentimenti e desideri sessuali del partner spingono a muoversi in favore.

I giovani in tal modo possono anche sentire meglio in se stessi cosa desiderano.

La sperimentazione cercata da entrambi i partner, seppur con qualche piacere e sofferenza, può anche facilitare l’orientamento sul carattere e capacità di interazione dei partner.

Verso quale donna o uomo potrebbe cadere in futuro la scelta? vorrei evitare errori madornali nel futuro! Un divorzio potrebbe costare troppo – pensano molte persone.

Le idealizzazioni eccessive possono poi portare a grandi disillusioni.

E’ interessante notare che non di rado, anzi sempre più spesso, l’età di alcune coppie varia in senso opposto al passato. Gli anni delle donne sono maggiori rispetto a quelli dell’uomo.

L’uomo è meno sicuro di Sé. Per fortuna il maschilismo è culturalmente quasi sconfitto, anche se la cronaca riporta molti femminicidi che a mio parere testimoniano quanto scrivo.

Ma questa è un’altra storia.

La donna da tempo con le sue risorse offre un’immagine di Sé normalmente più sicura e indipendente all’uomo.

Gli uomini, quelli senza troppo preconcetti, sanno riconoscerne il valore.

Tutto ciò a causa del contesto culturale prevalente che metteva in primo piano lo scopo riproduttivo, mentre nascondeva il valore della donna in Sé.

Se in passato le donne erano associate al disconoscimento femminile, oggi le donne trovano lo spazio culturale necessario per esprimersi.

Le stesse giovanissime ragazze non hanno potuto seguire la lotta che le loro madri hanno compiuto per queste attuali affermazioni e le loro indirette conquiste: in primo luogo psicologiche, sociali e nel campo lavorativo, professionale.

In passato molto remoto le donne erano spesso schiavizzate, disprezzate e umiliate.

Oggi il comportamento femminile su ogni piano, da quello professionale al loro modo di esprimere le emozioni e poi cambiare a quello delle loro convinzioni e motivazioni, offrono molte garanzie, specialmente all’uomo che sa riconoscere le loro virtù.

La differenza d’età che, non tanti anni or sono era solo apprezzata se la donna era molto giovane e quindi per antonomasia d’età inferiore rispetto a quello dell’uomo, oggi per lo meno nel mondo occidentale, è considerata ininfluente.

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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E tu come la pensi? Scrivimi un commento o inviami una domanda all'indirizzo roberto.pani@unibo.it...

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