Crediamo più nelle immagini che nella realtà

Crediamo più nelle immagini che nella realtà

Il paradigma della comunicazione di massa, che nella nostra epoca appartiene al web e alle tv sempre più sofisticate, si avvale della pubblicità sempre più sofisticata che ci porta in un mondo virtuale. L’illusione che se ne ricava ha un effetto di tranquillizzare la vita di molti giovani, alludendo ad una vita rassicurante e sognante, specie quando i ragazzi sono giù di tono, disorientati e demotivati.

Il mondo delle idee di Platone è nobile ed è sempre replicato inconsciamente nella mente di chi cerca di raggiungere la perfezione attraverso immagini di donne bellissime e uomini affascinanti, luoghi incantevoli e da capogiro e ancora di più abbelliti dalla tecniche con piccoli filtri di colore.

La perfezione stessa suona come un illusione ed è sognata dalle persone insicure.

Sono luoghi che si raggiungono facilmente e a poco prezzo.

Ci accorgiamo in seguito che la vita reale descritta sul web segue normative deludenti che seguono solo lo spirito del vendere e del tenerci sotto controllo.

Il condizionamento manipolativo e commerciale è all’avanguardia in tutti i Paesi del mondo.

Ciò che vedo alimenta la mia mente di speranza illusorie, allontanandomi dal reale.

Il funzionario medico, direttore delle Protezione Civile Guido Bertolaso, raccontava in TV che essendo in Africa, in attesa di partire per l’Europa, aveva condiviso di seguire una partita di calcio inglese alla tv insieme agli abitanti neri di un distretto poverissimo all’interno di una capanna di lamiera.

I ragazzi che seguivano la partita non comprendevano bene certe dinamiche inglesi di gioco, ma ne erano ammirati.

Ad un certo punto scatta il momento della pubblicità e compaiono mari stupendi e isole fantastiche con bionde ragazze seminude che ridevano e giocavano con altrettanti ragazzi affascinanti che baciavano, tuffandosi in mezzo a vegetazione lussureggiante.

Chiesero a Bertolaso: è così l’Italia, forse anche meglio del Regno Unito, vero?

No – rispose Bertolaso – non è cosi, quella è solo pubblicità!…

Non è diverso per molti italiani!

Ma dopo quella pubblicità i ragazzi erano invasi dalle illusioni e i loro sogno era diventato scappare da dove erano e trasferirsi in Paradiso.

Sappiamo che esiste una differenza profonda tra realtà e rappresentazione ma, quando la vita è solo tremendamente frustrante, chi sa distinguere senza fare confusione?

La nostra civiltà è decisamente costruita sull’immagine virtuale che è bidimensionale, in un certo senso parzialmente ceca.

La realtà è tridimensionale nello spazio e nel tempo.

Siamo in grado di coglierla?

Le notizie che ci giungono sono in genere notizie oggettive.

I giornali possono drammatizzare tutto ciò che fa notizia, ma le fake-news sono limitate, altrimenti gli stessi giornalisti subirebbero penalizzati, e qualche volta succede.

Ma come la gente che riceve queste notizie è in grado di filtrale?

La gente, più o meno provvista di conoscenze e capacità immaginativa, riesce a sfondare il muro del surreale, del virtuale che ha come fine tenerci dentro a varie sacche disponibili per certi acquisti da parte di coloro che dirigono il mondo?

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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E tu come la pensi? Scrivimi un commento o inviami una domanda all'indirizzo roberto.pani@unibo.it...

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