Ogni cento anni una pandemia

Ogni cento anni una pandemia

Nel 1720 ci fu la peste bubbonica, nel 1820 ci fu la diffusione del colera, nel 1920 la cosi detta influenza Spagnola uccise oltre 50 milioni di morti e ora, nel 2020, siamo alle prese con il Covid-19 o Coronavirus.

Nel 1720 però si trattò di epidemia, perché la peste sterminò Marsiglia, in Francia, uccidendo la metà della popolazione.

Ma 97 anni dopo nel 1855 invece ci fu una pandemia di peste nera che colpì il mondo con un incalcolabile mortalità.

Il colera si fece vivo quasi cento anni dopo nel 1817 rispetto al 1720, ma divenne endemico sino alla fine dell’800.

Ma le malattie epidemiche e le pandemie quando sono iniziate?

Forse non potremmo mai saperlo, sebbene gli scienziati hanno supposto che già nel periodo paleolitico, cioè due milioni di anni or sono,  ci sarebbero visibili tracce disperse in natura di influenze mortali.

Quando l’uomo smise di cacciare, muovendosi continuamente alla ricerca della preda, quando cioè cessò il nomadismo, nacque l’agricoltura e la famiglia cominciò ad allevare animali che vivevano attorno alle dimore delle piccole comunità.

Fu allora che si presume che la stanzialità delle comunità abbia favorito epidemie di varie malattie virali, che furono nel Medioevo denominate influenzali per via del loro propagarsi  veloce.

I virus, combinati con infezioni, provenienti forse da animali selvaggi di tutte le specie che vivevano a contatto continuo con l’uomo potevano produrre ceppi complessi e anche letali.

Ippocrate, circa 450 anni prima di Cristo, scrisse su un’epidemia che colpì Atene e che uccise molti Ateniesi.

I romani, secoli dopo, furono colpiti da influenze varie, anche mortali, molte delle quali all’epoca dell’impero, quando Roma conteneva più di un milione di cittadini.

A quei tempi i visitatori a Roma erano tanti e comunque e ospiti occasionali non mancavano mai nella grande città, la maggior parte proveniente da diversi territori europei e africani. Roma, specialmente durante gli imperi, soffriva di un’alta densità di popolazione per metro quadrato. Gli animali che circolavano erano moltissimi e l’igiene nella città era quindi molto scarsa: come è noto, non c’erano servizi igienici disponibili per una gran parte della popolazione e a quei tempi si potevano trovare feci umane ovunque, insieme a quelle degli animali.

Si pensa che all’epoca di Traiano una peste nera falciò la vita a gran parte della popolazione.

Alcuni scavi sotterranei compiuti nella città eterna, come recentemente gli archeologi hanno mostrato, erano pieni di scheletri accatastati, seppur in ordine che gli scienziati hanno supposto essere stati sepolti alla meglio, tutti insieme in un breve periodo di tempo.

Nel 452 Attila invase l’Italia del Nord ma il papa Leone Primo lo fermò prima che invadesse anche Roma. In quel periodo Attila dovette affrontare un’epidemia di dissenteria, a causa di acqua infettata, che infettò e uccise un gran numero di soldati.

Nel 589 i Franchi attaccarono i Longobardi ma furono colpiti anch’essi da dissenteria che li indusse a rientrare in Francia.

Nel basso Medio Evo la superstizione regnò insieme all’influenza: sembra che le truppe di Carlomanno, colpite durante una guerra contro Carlo il Calvo, attribuissero agli dei la punizione di morte per colpe commesse.

Le congiunzioni astrali furono considerate la causa della morte nera, all’epoca di Dante e oltre sino a circa oltre il 1500 dove si manifestò alternandosi con l’influenza in tutta Europa. Nel 600 il Manzoni, nei Promessi Sposi, ci descrive molto bene la peste importata dai Lanzichenecchi (servo rurale). Questi erano militari germani arruolati dal Sacro Romano Impero Germanico tra il 1400 e 1600 ed erano figli dei cadetti di famiglie di piccoli proprietari terrieri. Combattenti immorali e crudeli si muovevano trascurando ogni tipo di igiene.

I virus sono sempre esistiti con i batteri prima di tutti gli altri esseri viventi.

Dovremmo ricordarci della loro preesistenza a noi perché loro sono stati i padroni del mondo prima di noi stessi.

La natura forte umana e la scienza dell’uomo ha sempre vinto, in un qualche modo, contro questi microrganismi, ma le battaglie sono costate molti morti.

Speriamo che nel 2020 la guerra si risolva con meno morti e sia meno cruenta.

La collaborazione di tutti in tutta l’Europa e di tutto il globo è indispensabile!!

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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