I bambini nei giorni del virus in fase 2: prima uscita di casa…

I bambini nei giorni del virus in fase 2: prima uscita di casa…

Dopo 2 mesi di contenimento.

Penso in generale che bambini e anziani siano stati i primi sino ad ora, insieme alla maggior parte degli italiani, ad aver sofferto del coprifuoco praticamente totale.

I privilegiati sono stati coloro che vivendo in campagna, in paesi, oppure in case con ampi giardini, abbiano potuto mantenere uno stile di vita simile al solito.

Anche coloro che hanno lavorato e lavorano nel settore alimentare e farmaceutico, trasporti e simil-necessità ed emergenza non hanno modificato la loro vita più di tanto. Coloro che hanno e che lavorano nella Sanità soffrono il peso maggiore in questo periodo.

Ma veniamo ai bambini: pensiamo ai disabili, ai bambini con disturbi dello sviluppo, a quelle le famiglie dei quali non hanno abbastanza risorse e la lista, purtroppo, potrebbe continuare.

I bambini potrebbero essere portatori sani del coronavirus, come in tutte le malattie, come morbillo e scarlattina, ecc..

Sono considerati pericolosi, ma non dovrebbero essere dimenticati come gli anziani sani ed efficienti, mi riferisco a persone come disabili, homeless, senza tetto, malati psichici, donne sottoposte a violenza, ecc.. Per tutti loro, c’è bisogno di aiuto da parte dello Stato, in varie forme a seconda delle diverse soggettività.

L’impatto psicologico e sociale dello stare in casa è ancora sconosciuto e sta agli psicoterapeuti, psichiatri e medici internisti, ma anche agli infermieri della famiglia, pedagogisti, assistenti sociali, sottoscrivere i disagi, se non proprio le sofferenze psichiche.

Come ho già scritto, i forti disagi sono maggiori di quanto si pensi, e in particolare si manifestano a distanza di tempo, anche con malattie che indeboliscono il sistema immunitario a causa dell’insonnia e del distress.

E’ vero che si è potuto fare una passeggiata con il proprio cane includendo i bambini, ma i bambini non potrebbero uscire di casa perché non sono abilitati a fare la spesa, né a giocare con altri bambini.

Alcuni bambini non debbono, come sempre, uscire nei balconi perché potrebbero essere pericolosi.

I bambini lontani dagli amici, dalle insegnanti, dai loro primi compagni, spesso dagli stessi nonni e anche dai genitori, se sono separati e vivono in case diverse sono disconnessi dalla realtà.

Certo che qualcuno si occupa di loro, un genitore, quasi sempre la mamma, ma la loro normale ingenua vita non trova risposte adeguate agli eventi tanto improvvisi quanto privi di quel senso che gli adulti, seppur in modo surreale hanno forse un po’ trovato.

Ascoltando le mamme stanche e demoralizzate che si rivolgono al Centro di Psicoterapia Psicoanalitica (SIPP), i bambini dopo due mesi di reclusione sono quasi tutti seriamente depressi.

Non comprendono perché tanta restrizione e soprattutto non ce la fanno a metabolizzare una così lunga esperienza che si dovrebbe protrarre sino a Settembre.

Cosa debbono fare le mamme stanche che vorrebbero a loro volta tornare al più presto al lavoro seppur prima lo ritenevano noioso o routinario?

La Scuola è bloccata e cosa dire ai bimbi?

I bambini debbono essere abituati utilizzando questa stagione ad avvicinarsi a comprendere la realtà. Il mondo che assicura la vita eterna non esiste e quindi è bene che la stabilità si conquisti interiormente e non fidandosi cecamente sulle rassicurazioni materne.

L’incertezza è la base della vita e saper giocare con le evenienze significa conquistarsi una sicurezza al di là della fiducia di base dei primi anni di vita.

I cataclismi della natura possono essere tanti, il primo che si avverte è certo ed economico, ma la realtà ci sorprende continuamente con eventi inaspettati.

Saper comunicare ai bambini questa verità non è facile, ma è necessario, anche aumentando in loro la curiosità e la capacità di pensare, nonché di contare sulla realtà scientifica dei fenomeni che per quanto sia, con il tempo tradisce meno delle favole pur necessarie all’inizio della vita.

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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E tu come la pensi? Scrivimi un commento o inviami una domanda all'indirizzo roberto.pani@unibo.it...

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