Dalla bellezza del corpo alla bellezza dell’anima

Dalla bellezza del corpo alla bellezza dell’anima

Da sempre la bellezza della donna spicca principalmente attraverso il suo corpo, ed è questo che ispira l’uomo, ma anche le donne sue simili. Si guarda alla struttura muscolo-scheletrica, al colore degli occhi, al profilo del naso, alla lucente capigliatura, alle morbide labbra, alle sensuali e flessuose gambe scolpite, ai delicati piedi e mani femminili, alla forma magnifica dei glutei. Ma ci sono donne fortunate e meno fortunate, cioè donne che possono contare meno sul loro corpo.

Che effetto fa vedere una donna perfetta provvista di tutti i regali che la natura può offrire al suo corpo?

Quasi sempre una meraviglia, un’opera d’arte, uno splendore che genera nell’uomo e nelle altre donne un sentimento oceanico.

Succede anche che alcune perfezioni suscitino l’effetto bambola, l’effetto manichino, nel quale non si trova nessuna sensualità, solo rigore  e controllo di una presunta esattezza che comunica bellezza spenta, vuota.

La bellezza ovviamente non è solo bagliore, ma è sensualità, attrazione, calore umano che sollecita passione, personalità che promette alleanza di scopo, di idee, di progetti e di sogni di coppia.

La bellezza potrebbe essere tutto questo, ma molto altro.

Non è il naso al profilo francese, le gambe tornite perfette e le natiche a melina verde, ma è anche bella quella donna che trasmette agli altri non bagliore, ma sensualità femminile.

Ma come nasce la sensualità di una donna?

Penso che nasca da come lei si sente con se stessa e quindi da come il vissuto dell’immagine di se stessa viene trasmesso al proprio corpo che si anima e in parte si compiace se questo è possibile.

Noi tutti nasciamo con un Sé corporeo grezzo, cioè sentiamo appena di esistere, di essere al mondo e l’Ego, Io sono, il protagonista prende gradatamente atto attraverso la sensorialità di esistere, di aver un certo potere di movimento, di possesso delle cose e di differenziarsi da esse.

Durante l’epoca dell’adolescenza, a volte molto protratta nel tempo, vi è una nuova faticosa ma definitiva conquista del Sé, della propria unicità, e direi del senso di identità.

Sentirsi belli significa sentirsi coscienti di quanto si vale e del proprio fascino, del proprio potere seduttivo.

In questo modo se una donna sente di essere se stessa, è armonica nella sua coscienza del proprio corpo e ne percepisce la dinamica nei suoi appetiti psichici verso la vita.

La fiducia di base nel Sé nasce ed è nutrita dalla figura materna e poi paterna, e tale fiducia con il tempo si incarna nel corpo femminile e gli offre una vitalità che interpreta tutti i tratti naturali valorizzandoli con gusto, un sapore, un colore e un profumo.

Ecco la femminilità, ecco la sensualità, ecco la bellezza che supera anche i difetti di un corpo non perfetto, quelli che fanno di lei una bambola stereotipata, rendendola ancora più attraente perché dove ci sono le imperfezioni, là  queste  diventano richiami attrattivi e carismatici.

La fiducia di base e l’autostima sono dunque alla base della donna sensuale e femminile.

La donna sostenuta dalla fiducia di base e autostima vuole bene a se stessa e cura di mantenere il proprio bene.

La donna che si vuole bene non ha paura di imporsi di fronte alle difficoltà che si pongono davanti a se stessa. Si assume la responsabilità di godere della propria vita.

Questa donna a mio parere è bella indipendentemente dalla sua mancata perfezione estetica.

Non sempre gli uomini sono in grado di decodificare nella donna una siffatta bellezza.

L’uomo ha bisogno di conferme per se stesso: se la donna è esteticamente bella rappresenta per lui una conferma di sé, tanto meno è esteticamente gradevole tanto più l’uomo può sentirsi svalutato e fallimentare.

La donna esteticamente bella rappresenta per l’uomo un premio, una sorta di una ricompensa.

Le ragioni ancestrali biologico-culturali sono in parte note. L’uomo primitivo cacciava e la donna della caverna, o capanna, provvedeva alla cura e all’allevamento dei figli. Doveva essere forte e sana, anche se non necessariamente bella esteticamente. Oggi invece la bellezza femminile sembra rappresentare per l’uomo un premio maggiore della sanezza stessa.

Certo che se la donna si sperimenta brutta è probabile che trovi conferma negli sguardi e osservazioni della gente perché la disistima di sé si trasmette agli altri. In tal caso queste donne si nascondono agli altri non essendo fiere di sé, strisciano lungo le strade nell’ombra, non si valorizzano con fierezza, si spengono e non inviano messaggi positivi di Sè.

Le donne considerano invece gli uomini proprio in modo diverso da come gli uomini considerano le donne.

Le donne certo apprezzano un uomo attraente con un bel fisico curato, con occhi e capelli belli, ma guardano se è ben vestito secondo i canoni relativi, quale attività svolge e in particolare se ha un buon modo di pensare, di ragionare e di comprendere gli esseri umani.

Il fascino dell’uomo può stare in un importante dettaglio che compensa molte eventuali carenze anche dell’aspetto fisico.

Le donne sanno valorizzare l’uomo più di quanto l’uomo sappia fare verso le donne stesse.

Insomma per la donna in genere conta più l’anima dell’uomo che la perfezione estetica.

La donna bella automaticamente si sente autorizzata ad essere più amata, mentre in realtà è in genere più apprezzata dall’uomo per altri motivi.

L’uomo invece è apprezzato se è handsome (in inglese)che significa con fascino, gradevole, raffinato, generoso. Insomma si tratta di un aggettivo dinamico e sfumato, che apre a tante altre piacevoli deduzioni sul suo aspetto. Un uomo potrebbe essere calvo, non tanto in forma, eppure essere considerato handsome.

Le donne possono vedere e intuire l’anima dell’uomo ma l’uomo non è in grado di cogliere l’anima della donna?

Molto in generale, temo che sia così.

Spesso le donne sono oggettivamente belle, ma non si sentono belle o per lo meno sanno di esserlo, ma non ne sono convinte.

Sono stupite quando un uomo le corteggia con perseveranza. Si sentono premiate da questo comportamento, ma non sanno che le bellezza oggettiva potrebbe rappresentare una trappola per loro. Perché?

Se non si sentono belle, non sono sicure di se stesse e si illudono di essere amate. Invece è solo il loro corpo che viene apprezzato e per un tempo effimero, e non la loro anima.

La bellezza diventa un vestito, un bel costume incollato addosso ma che non sta bene portato realmente da quella donna.

Alcune donne si lasciano conquistare da comportamenti stereotipati, galanteria, un mazzo di fiori, come se incerte sul ciò che desiderano, si adattassero a riempire un questionario dell’uomo giusto da preferire.

Gli uomini pensano sempre alla caccia di donne che facciano lustro, anche se in buona fede e inconsapevolmente.

Gli uomini dovrebbero imparare e saper apprezzare la bellezza delle donne che non è solo quella estetica, anche se tale bellezza è assai importante perché ha a che fare con la sensorialità del tatto, contatto, che è in noi umani, ma anche la lo anima complessa, ma generosa, vitale, intuitiva.

Le donne forse dovrebbero sognare meno romanticamente l’uomo delle caverne o il principe azzurro sul cavallo bianco oppure PeterPan.

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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