Femminicidio: il retaggio oscuro dell’uomo ancestrale

Femminicidio: il retaggio oscuro dell’uomo ancestrale

Il fenomeno del femminicidio che ogni anno miete vittime in modo atroce e incomprensibile, affonda le sue radici in una struttura psicologica e culturale che nonostante i secoli di evoluzione, continua ad abitare silenziosamente l’inconscio maschile. Due caratteristiche ancestrali, in particolare, contribuiscono a spiegare questo fenomeno , questo dramma moderno, facendo luce su ciò che ancora si muove  nel mondo interiore e profondo dell’uomo contemporaneo.

La prima è connessa con la cultura religiosa e simbolica che nasce con il mito di Adamo ed Eva. Nel racconto biblico, dopo il peccato originale Dio onnipotente decreta che Eva sia soggetta al volere di Adamo.  “verso tuo marito sarà il tuo istinto, ma egli ti dominerà” Questa frase ha attraversato i secoli come un seme culturale radicandosi in molte civiltà, divenendo  fondamento di una gerarchia di genere che giustifica e normalizza  la sottomissione della donna. Anche oggi, in molti contesti, questa eredità continua ad influenzare relazioni e dinamiche di potere alimentando una visione possessiva e autoritaria dell’uomo verso la donna.

Ma accanto a questo impianto culturale, agiscono meccanismi psichici ancora più profondi ed arcaici.. Il primo è costituito dal legame ancestrale dell’uomo con la madre primaria che a livello cosciente viene parzialmente rimossa: si tratta nel profondo mondo interiore e inconscio di una figura nucleare e fantasmatica, figura totale, avvolgente e onnipotente, J. Lacan la descrive come sempre presente nella mente umana e la denomina con un A maiuscola per presentificare quell’altro un interlocutore inconscio e onnipotente che in noi è sempre presente. L’uomo non riesce, a rinunciare a questo nucleo fantasmatico; l’uomo fragile con disturbi di personalità non tollera d’esser abbandonato dalla figura femminile. Naturalmente sottolineo di  riferirmi ad un uomo molto fragile, impulsivo, adolescenziale e con qualche disturbo di personalità.

Quando la compagna, moglie o fidanzata o anche un’amica se l’uomo si è illuso di possederla viene investita di questa proiezione psichica da parte dell’uomo stesso e lei desidera allomntanarsi o abbandonarlo, l’uomo si dispera e si sente perduto. Non si tratta solo di una perdita di una relazione, ma della perdita della madre nucleare profonda e fonte di vita, di un bisogno orale fondamentale, di una sicurezza originaria. In questo senso l’uomo non uccide solo una donna  ma tenta di conservar un legame che proprio non può accettare di perdere.

 

La seconda causa psichica è data dalla perdita di un nucleo identitario che è costituito da”budino primitivo del Potere” con cui l’essere UOMO coincide  con l’esercizio del Dominio. La donna a questo punto viene investita di disprezzo e fa insorgere nell’uomo un profondo bisogno di controllo, rancore e vendetta per un presunto tradimento delle aspettative

Questo potere non è solo sociale o relazionale: è fondamentalmente esistenziale: L’uomo fragile si trasforma in un bimbo cattivo psicologicamente spezzato dalla minaccia certa dell’abbandono, e vede nella perdita della donna la perdita della propria identità di maschio dominante : si sente smarrito, spodestato.

Il femminicidio, allora non è solo un atto di violenza. Ha a che fare con l’esplosione psicopatologica di retaggi antichi, mai davvero risolti. Per prevenirlo non basta intervenire sull’emergenza : occorre una trasformazione profonda del modello culturale e psichico dell’essere umano e della sua impulsività e compulsività

Serve un ‘educazione sentimentale relazionale degli affetti e delle mozioni . Famiglia e Scuola debbono collaborare ed essere a loro volta educati a comprendere di abbandonare i miri del potere, del controllo, del dominio e superare la dipendenza dalla madre primordiale: Solo in tal modo riusciremo a spezzare la catena del dolore e restituire dignità alla vita e all’amore.

 

PS Alcuni  femminicidi e omicidi possono essere replicati in relazioni omosessuali femminili e maschili pe meccanismi equivalenti.

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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E tu come la pensi? Scrivimi un commento o inviami una domanda all'indirizzo roberto.pani@unibo.it...

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