Il nostro mondo interno attraverso i musei

Il nostro mondo interno attraverso i musei

Dal 7al 13 Giugno 2021 il Museumweek celebra le opere d’arte dei musei italiani sui social media. Tale iniziativa mi suggerisce quanto segue.

Una sostanziale differenza tra S. Freud e C.G. Jung sta nel concetto di inconscio: per il primo tale istanza è presente all’inizio della vita come un contenitore di pulsioni biologiche, ma Freud lo considera vuoto di contenuti psichici: egli sostiene appunto che questo contenitore si riempia gradatamente grazie ai contatti con il mondo esterno. L’inconscio per Freud tende a invadere e opprime l’istanza Ego, che è costretto a difendersi e a rafforzarsi per essere il protagonista cosciente; l’Ego infatti mira a evolversi mentre tende verso un puro processo di coscienza.

Invece per il secondo, Jung, la coscienza nasce dall’inconscio poiché sin dall’inizio conserva a priori già una sua autonomia. Per Jung l’inconscio serve ad adattare la propria anima alla vita e coglierne le potenzialità di espressione e specificità individuale, cioè all’individuazione di Sé; ancora per Jung il concetto di individuazione si lega  a quello di archetipo, cioè alla trasformazione dell’energia psichica in pluralità di immagini primordiali collettive e anche immutabili, le quali concorrono poi alla formazione specifica dei simboli.

Per Jung i valori universali dell’uomo, i suoi riferimenti psichici interiori, sono protetti dalla socio-cultura, che deriva anche dagli archetipi che giungono a noi attraverso i vari simboli.

Insomma l’inconscio che io, personalmente, preferisco chiamare come mondo interiore o interno, per Jung non è vuoto, ma ricco per così dire di messaggi culturali primordiali che la terra in cui viviamo conserva in modo specifico e che noi assorbiamo anche inconsapevolmente.

Aderendo a questa seconda concezione di mondo interno o interiore, considero che parte della nostra ricchezza psichica derivi dalla cultura, sia dalla nostra storia familiare e dalle esperienze individuali, ma anche da quella che ci accomuna agli altri che fanno parte della storia antica la quale è un recipiente di simboli che ha marcato la nostra stessa terra.

I musei di storia naturale e archeologica e quelli di storia antica quindi sono in particolare la testimonianza concreta e viva del nostro passato che è parte della nostra cultura e delle esperienze; queste, pur compiute e vissute dai nostri predecessori, giungono a noi filtrate dal tempo e assimilate dai vari contesti storici. Tutte queste onde culturali, esperienziali e simboliche sono pur sempre e in qualche modo ancora da noi metabolizzabili. Tali onde messaggere ci raggiungono, seppur non sempre a livello cosciente, ci continuano a nutrire ed arricchire perché la terra in cui viviamo può parlarci con un linguaggio che è sepolto nelle cose.

Naturalmente anche le gallerie d’arte, le pinacoteche, insomma tutte le strutture museali ci parlano e rappresentano la testimonianza vivente della creatività moderna e antica della mente della comunità attuale, moderna o antica delle arti e dei mestieri.

Entrare in un museo solo per per curiosità significa anche inconsciamente cercare un contributo per formare maggiormente la nostra identità e misurarsi con la creatività degli altri, sia degli artisti contemporanei, sia dei predecessori.

I musei ci coinvolgono e educano noi stessi e nel caso la loro visita avvenga in compagnia di bambini, aiutano ad aprire alla curiosità e a suggerire idee e suggestioni utili per il futuro.

Insomma visitare un museo costituisce un efficace metodo di apprendimento che seppur non può sostituire la scuola, può offrire degli input assai stimolanti; la concretezza dei vari item in mostra attraverso il contatto visivo estremamente vivido ci fa percepire l’ombra di ciò che sta dietro e dentro l’oggetto in visione.

Gli oggetti concreti sollecitano la fantasia mirabilmente: che dire immersi nella storia dell’antica Roma, vedere statue di marmo prodotte a quei tempi e che mostrano il busto di antichi personaggi veramente esistiti e così le loro pitture e i loro mosaici ?

Quanto suggestivi possono essere gli oggetti, specialmente se sono ben mantenuti, quasi da poterli toccare appartenuti ad una casa dell’antica Grecia?

Insomma un Museo aiuta a portare cambiamento e sviluppo all’interno di una comunità ed è capace di rafforzare l’identità di un quartiere.

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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E tu come la pensi? Scrivimi un commento o inviami una domanda all'indirizzo roberto.pani@unibo.it...

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