Lo spettacolo politico in Italia

Lo spettacolo politico in Italia

Non intendo commentare quel che politicamente sta accadendo in Italia, ma riferirmi all’uso che la politica offre di se stessa attraverso la televisione e lo spettacolo che la TV offre attraverso la politica.

Forse quel che accade nel nostro Paese trova l’equivalente in alcuni Stati del mondo.

Si è sempre parlato di teatrino politico: gli osservatori e giornalisti si sono sempre riferiti all’osservazione abbastanza popolare secondo la quale alcuni politici, protagonisti della scena politica, giocavano a costruire con scene esagerate per inviare messaggi alla popolazione.

E’ chiaro che da quando nella storia esiste la politica, i personaggi protagonisti attivi dovevano sviluppare le proprie doti per persuadere, per favorire la convinzione nel popolo.

Lo scopo è sempre stato quello di ottenere consenso, per ottenere approvazione finale dagli organi istituzionali.

Questo ha sempre implicato per chi era in procinto di acquisire potere una certa capacità di seduzione, magari usando una voce suadente, sfruttando una presenza piacevole e accattivante e parlare in modo passionale, proponendo discorsi affascinanti e coinvolgenti.

La manipolazione dell’oratore è però sempre stata temuta dal popolo.

Molti politici hanno nel passato invece usato e abusato delle loro abilità manipolative.

Certo che è comprensibile e accettabile che tutti coloro che cercano di acquisire una posizione importante e fortemente desiderata si spingano oltre quello che possono offrire realmente ai fruitori dell’offerta professionale, cioè in questo caso, la gente.

I politici dovrebbero offrire onestà, democrazia, giustizia rispetto ai crimini contro la collettività, miglioramento del benessere individuale e collettivo, buona amministrazione dei conti pubblici, cioè del denaro appartenente al popolo.

Penso al pensiero del filosofo greco, il grande Platone, le cui idee democratiche erano alla base della fondazione della democrazia come governo del popolo.

Il filosofo sosteneva che i politici dovevano avere la mente pensante dei filosofi, cioè non potevano essere superficiali, mai esprimere parti non autentiche, ma dovevano impersonare il loro pensiero come se fossero filosofi.

I filosofi dovranno diventare politici e i politici filosofi.

In primo piano Platone vedeva la saggezza e la sapienza, la conoscenza della verità e dell’onestà alla radice del pensiero umano come oggetti di ricerca continuativa.

I tempi erano molto diversi dai nostri e naturalmente non si potrebbero fare paragoni con i tempi dell’oligarchia.

Tuttavia alcune osservazioni del grande filosofo, allievo di Socrate, sono state sempre mantenute fondanti la politica attraverso i tanti secoli.

Nell’assoluto rispetto delle idee politiche dei nostri governanti, e della loro esecuzione scenica dei loro programmi per un buon impatto con il pubblico, mi domando quanto i media aumentino la forza scenica dei loro attori politici.

Per esempio, un attore della politica durante la sua oratoria fa saper agli spettatori che sotto la sua camicia giace a contatto della pelle una croce di Cristo che non è visibile, ma pur esiste!

Non metto in discussione con ciò che il messaggio non sia veritiero, ma mi domando quanto la politica sia diventata spettacolo o quanto sia invece in grado di conservare se stessa con l’onore che merita.  

Gli italiani, e non solo loro, dedicano molte serate alla TV nell’assistere a dibattiti politici condotti da giornalisti molto preparati e bravi. I politici non sono meno bravi nel rispondere e raccontarsi al pubblico.

Molte serate alla TV sono lunghe e intense: si tratta di veri spettacoli più coinvolgenti di quelli nati per il teatro.

Ma quanto si tratta di bravura artistica e quanto di politica concreta?

Il Paese è fermo, l’economia non cresce nemmeno di una virgola, il debito pubblico aumenta costantemente insieme al costo della vita…

Oggi si potrebbe ipotizzare chei politici siano diventati attori, e che alcuni attori siano diventati politici…

Ne guadagnerebbe il teatro-palcoscenico della TV e poco gli spettatori, cioè la gente che vorrebbe andare al Teatro classico pagando il regolare biglietto per uno spettacolo artistico che merita molti sinceri applausi.

Gli attori infatti non hanno più lavoro come sostiene il grande regista Pupi Avati.

Sono stati sostituiti dai politici?

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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E tu come la pensi? Scrivimi un commento o inviami una domanda all'indirizzo roberto.pani@unibo.it...

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