Mi piace buono, non necessariamente bello

Mi piace buono, non necessariamente bello

Molti diranno che anche l’occhio vuole la sua parte! ma se il cibo é cattivo?

Sto riferendomi al cibo servito nei ristoranti o anche privatamente.

Va di moda il fatto che molte persone, nelle quali sembra prevalga il gusto estetico rispetto al gusto del cibo, si accontentino di un bell’aspetto di un piatto con cibo riposto in modo accurato ed esclamino: questo piatto è molto bello e sarà goloso!

Ora lo fotografo e lo metto su istagram! – si dice spesso …

Che il cibo sia buono, forse non importa molto. Bello e goloso sono le due parole che ricorrono spesso, specialmente nei ristoranti che vanno di moda.

Mi è capitato spesso di mangiare cibo non buono, non fresco, ma sistemato nel piatto come un bel quadretto colorato.

Poca quantità di cibo colorato in un bel piatto di forma geometrica.

Spaghetti arrotolati in verticale sul piatto, ma di cattivo gusto, anche se il gusto è personale e non si potrebbe giudicare.

Certo parlo del mio gusto che evita grandi quantità di latticini che coprono il sapore del cibo originale.

Le denominazioni dei piatti in certi ristoranti sono fantasiosi come per esempio:

ciottoline di patate ai mille colori; fantasia di sfoglie deliziose: carne appoggiata su formaggio scottato in padella; assaggi di delizie morbide con miele e gemme fruttate; bastoncelli al sapore di olive e pomodoro con odore di basilico; creature 
al gusto morbido di funghi; ghirigori ai burro giallo
 e al profumo di franciacorta; lasagne rovesciate… e chi più ne ha più ne metta…

Capisco che molta gente sia attratta da queste denominazioni… Ma siamo sicuri che il bello sostituisca il buono, originale e gustoso?

Spesso per bello si intende buono, ma ancor prima di aver assaggiato il cibo, sembra ci sia bisogno di placare l’appetito, di suggestionare positivamente il cliente con parolone e condizionarlo con la forma di una sostanza poca condita di sani ingredienti, ma più di apparenza.

Certi ristoranti sono anche costosi in virtù di queste fantasiose denominazione dei piatti.

Vidi un volta in un ristorante di questo tipo un cliente che si lamentava del conto salato. Gli venne risposto che era naturale per il costo, e che i ristoratori dovevano corrispondere allo chef specializzato in piatti francesi e internazionali.

Effettivamente spesso su istagram compaiono foto di piatti strani decorati di varie colori e fantasie geometriche.

Che dire della cosi detta cucina internazionale che si trova in alberghi all’estero, ma anche in Italia?

In genere nei viaggi organizzati, specialmente se a basso costo, i pasti compresi vengono serviti negli stessi Hotel.

Alcuni di questi sono incredibili: vorrebbero sembrare preparati e cucinati per tutti i gusti dei viaggiatori provenienti da vari Paesi che convergono in una certa città.

La permanenza turistica dura uno o due giorni e il menu si estende a cibi che spesso sono immangiabili, almeno per i miei gusti.

Ricordo in un viaggio compiuto in passato che alcuni turisti insieme a me non sapevano distinguere se quel piatto servito fosse a base di pesce o di carne. Il sapore era lo stesso: carne e pesce avevano un unico gusto, piuttosto sgradevole a giudizio dei commensali.

Si tratta in genere di pacchetti di cibi surgelati che vengono scongelati e riscaldati in speciali forni e che giungono all’ospite bollenti o completamente freddi, dipende dall’organizzazione.

La presenza e l’aspetto promettevano bene. Erano belli, ma non buoni!

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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E tu come la pensi? Scrivimi un commento o inviami una domanda all'indirizzo roberto.pani@unibo.it...

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