Gli inconvenienti del Jet-lag

Gli inconvenienti del Jet-lag

Viaggiare in aereo in questo periodo vacanziero approfittando che i prezzi di alcuni voli ch si offrono anche a buon mercato (low cost ) permettono di raggiungere posti lontano in altri Continenti dove gli orari differiscono dai nostri orari europei di molte ore.

Molte persone specialmente viaggiando verso oriente sentono che il proprio organismo è disritmico ossia soffre di discronia circadiana. I riferimenti sonno-veglia sono in certi casi. completamente invertiti e quando si vorrebbe dormire, si percepisce un vuoto che ci fa sentire svegli, oppure si ha appetito, quando l’ora locale suggerisce d’andare a dormire. La velocità dell’aereo permette di passare attraverso i fusi orari nei quali sono collocati i vari Contenenti in base alla luce del sole, da un Paese a un altro in un baleno, quando diretti verso oriente o verso occidente. Per esempio, andando verso occidente, se ci troviamo a New York City, ci dobbiamo adattare a un orario di sei ora indietro, e se ci troviamo a Los Angeles, le ore diventano nove.

Si tratta dl jet lag quel malessere che ormai tanta gente e conosce, con il quale quasi tutte le persone soffrono di discronia del sistema omeostatico dell’organismo, mentre i viaggiatori si muovono per lunghi viaggi attraversando velocemente le diverse time zones del pianeta. Le zone-tempo attraversate rapidamente, non consentono a causa del tempo-spazio e luce del giorno, di adattarsi come invece accadrebbe, se il viaggio fosse svolto in auto, o come un tempo passato, a cavallo o con la carrozza.

Ci troviamo improvvisamente in un altro mondo con differenti punti di riferimento per il nostro corpo e per la nostra mente.

Possiamo essere penalizzati dal cambiamento del time zones con una sensazione di bocca secca, con un dolore dovuto a un cerchio alla testa e sentire movimenti automatici senza un preciso nostro controllo, affaticamento generale, confusione mentale, sensazioni surrealistiche, giramenti di testa, difficoltà visive di appannamento, di eloquio, disturbi allo stomaco, insonnia e forte inatteso appetito di cibo.

Il nostro orologio biologico può adattarsi mediamente di 2 ore al giorno, se si viaggia da oriente verso occidente, ma solo di una sola ora al giorno, se ci si sposta verso a oriente, verso per esempio la Cina o Giappone.

Il volo notturno, anche meno costo, quando si viaggia verso oriente può essere un trucco per rendere meno pesante il jet lag, solo se si riesce a dormire durante il volo.

Buona idea, se qualche giorno prima di partire si anticipano le ore dei pasti e le ore del sonno.

Molta gente si è abituata ad assumere melatonina che è un alimento, un ormone che produce la ghiandola pineale situata nel nostro cervello. La melatonina è un ormone naturale del quale abbiamo bisogno per regolarizzare tutti gli altri ormoni e stabilizzare i ritmi biologici.

Viene secreta dalla ghiandola pineale di notte, al buio, specialmente se abbiamo assorbito molta luce solare durante il giorno attraverso gli occhi. In estate quindi siamo in una situazione vantaggiosa. E’ preferibile che solo gli adulti maturi ne aggiungano cinque milligrammi, quando si sono seduti in aereo e prima di dormire. L’assunzione solo per qualche giorno di melatonina può favorire l’adattamento biologico.

E’ una buona idea non andare a dormire prima del tempo secondo l’abitudine che si aveva nel proprio Paese d’origine.

Se i soggetti sono abituati a usare qualche ipno-inducente, solo se prescritto dal medico, possono continuare ad usarli, in specie se l’addormentamento è troppo sorvegliato dalla sentinelle della nostra attentività, oppure i risvegli continuano a essere troppo precoci.

Evitare alcolici, troppi caffè.

Lo sport va bene, se non esagerato perché in questo secondo caso, può essere eccitante e mantenere la discronia del corpo. Camminare a piedi aiuta a stancare il corpo lentamente e a mangiare e dormire ai ritmi giusti.

Sono convinto inoltre che l’adesione psicologica all’ambiente contribuisca fortemente all’adattamento fisiologico. Certe persone amano viaggiare, sono curiose di natura, cercano il cambiamento e cercano la socialità. L’ambiente non solo non è percepito come ostile, né fa loro rimpiangere le abitudini culinarie o altro del proprio Paese, ma

in tali casi, il loro soggiorno all’estero è accolto con grande tranquillità e divertimento e l’adattamento diviene abbastanza immediato, nonostante le possibili alterazioni fisiologiche che spesso non vengono però nemmeno percepite.

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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Un commento

  1. Raffaella Buttazzi

    Mi è capitato di osservare che c’è differenza tra l’affrontare i disagi del jet lag abitualmente o per lavoro o per svago ed, invece, l’entusiasmo di una vacanza.

    Ho una cugina di secondo grado, per esempio, che si trova spesso a viaggiare lavoro, in aereo per distanze significative, attraversando vari fusi orari, più spesso verso oriente, ma non mi ha quasi mai riferito di aver subito troppo il jet leg, pur viaggiando da diversi anni, continua, peraltro, a temere ogni volta emotivamente la caduta del volo.

    Un’mia amica, poi, mi ha raccontato che, in viaggio di nozze, nonostante l’entusiasmo per un desiderio che si realizzava, sia lei che suo marito hanno sofferto abbastanza sia il jet lag sia il lungo volo: forse, a livello psicologico gestire il jet lag è simile al confrontarsi col cambiamento, dove essere consapevoli dei propri desideri è prezioso?

    Raffaella

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