Sembra che si sia legiferato in tal modo. Secondo i legislatori si tratta di rapina l’atto di leggere quel che riguarda il mondo privato e personale dell’altro, anche se si tratta di un familiare che però non ha autorizzato a impossessarsi, anche sotto forma di conoscenza, di ciò che non gli appartiene. E’ il caso dello smartphone e dei messaggi di vario tipo che può contenere.
Messaggi e telefonate possono essere intercettate attraverso i vari tabulati che le cellule aeree contengono e distinguono negli spazi del nostro ristretto o vasto territorio.
La legge oggi punisce queste intromissioni illecite.
Si sancisce il principio della privacy che in effetti dovrebbe in una società civile essere sacra.
E’ scritta nella nostra Costituzione e da questo principio si diramano tante leggi che proteggono la libertà individuale e della società.
Tutti sappiamo che molte segreti privati che il possessore del telefono non avrebbe voluto far sapere a nessuno, sono invece state scoperti, perché il partner li ha lette, curiosando nel telefono del compagno/a.
Molte coppie sono andate in crisi definitivamente, con separazione e divorzio, a causa di queste scoperte clandestine e furtive e con ben più pericolose e devastanti conseguenze.
Molte violenze avrebbero potuto essere evitate.
Molti affari avrebbero potuto raggiungere lo scopo desiderato.
Molti omicidi dovuti a gelosie e possesso a vendette avrebbero potuto essere evitati.
Molte situazioni economiche, bancarie, mafiose non sarebbe saltate se le informazioni telefoniche non fossero state intercettate e snidate.
Se però il telefono privato riporta informazioni di carattere delinquenziale, la magistratura e la polizia hanno il diritto-dovere di intercettare le persone sospette di crimini contro la società.
In tal caso, non si tratta di violare ciò che è privato, ma gli inquirenti ufficiali dello Stato, compiendo un’indagine con tanto avviso di garanzia inviata al sospettato, sono autorizzati a utilizzare ogni informazione recuperata scientificamente e al di là di ogni ragionevole dubbio, ai fine di amministrare la giustizia.
Perché le persone spesso non desistono dal controllare l’altro o gli altri, spulciando il suo/loro telefono, contenitore di prove che potrebbero mettere a repentaglio molte situazioni delicate della vita conoscitiva delle persone?
Se ci riferiamo molto comunemente alla coppia amorosa e sentimentale dobbiamo pensare al solito bisogno urgente di possesso, di gelosia, ma in particolare la diffidenza sembra governare sovrana nelle coppie. Uomini e donne possono non essere carnalmente fedeli e così alimentare la sfiducia che diventa irreversibile nella coppia perché tra amanti stabili la base è fiduciosa. Infrangere la fiducia riposta nell’altro comporta che il perdono non cancelli la disillusione, mai del tutto. A meno che non s’adotti la stessa filosofia di comportamento dell’altro, e poi e poi, non è detto che vi sia il perdono tombale.
Se il compagno, il fidanzato o marito e viceversa per la donna non vogliono far sapere qualcosa di Sé, forse conviene adottare il principio del rispetto. Cosa conta veramente ?
Conoscere l’altro per quel che è: senza ricorrere al bisogno di aiuti esterni, del tipo di possedere prove concrete, come controllare il cellulare. Quel che ci interessa sapere, è come l’altro funziona autenticamente e come sentiamo che lui o le si presenta a noi progressivamente. Le motivazioni di certi comportamenti sono spesso nell’altro ego-distonici, stridono con una coerenza che appariva e così ci possono aprire gli occhi, molto meglio rispetto al metodo che ci autorizza a trovare frasi sospette nel telefono di lui o di lei.
Non ci vuole molto tempo a capire con chi abbiamo a che fare, in specie se abbiamo un minimo di esperienza umana degli altri e del mondo sociale.
Qualcosa di noi viene sempre nascosta per i più svariati motivi, se non altro nei nostri pensieri, nelle nostre confidenze alle amiche, agli amici. Tanto vale stare a guardare come le dinamiche si evolvono!
Roberto PaniSpecialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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La mia opiniome è che in coppia farsi conoscere per ciò che si è come anche la fedeltà reciproca siano desideri di entrambi i partners, a meno che a priori non si scelga diversamente e di comune accordo, anche se quest’ultima ipotesi mi apparirebbe una mancata crescita per alcuni aspetti di ambedue.
Ma ad ogni modo, anche se per legge è reato, ritengo che non sia la lettura nascosta del telefono cellulare a confermare o meno la fiducia di coppia che. invece, mi sembra centrale e non ottenibile per legge ma per scelta personale e profonda.
Dinanzi ad un problema in una relazione sentimentale, mi chiederei che cosa non ho sentito o chiesto all’altro, non cosa non letto di nascosto, perchè già proprio questo movimento non negherebbe la coppia?
Raffaella