Matrimoni liberi o combinati ?

Matrimoni liberi o combinati ?

In molti Paesi del pianeta, esistono ancora i matrimoni combinati: sino almeno ai principi del novecento, ancora in Italia era comune che i padri, appartenenti a una certa borghesia, organizzassero per le figlie un contratto matrimoniale, spesso in fede ad una sorta di accordo a vantaggio delle reciproche famiglie.

Il promesso sposo spesso, di solito uomo di potere, molto più anziano della donna, poteva acquisire la giovane figlia in sposa, offrendo oltre se stesso, anche molte sicurezze e vantaggi, sia alla ragazza o anche sia ai familiari di lei.

La ragazza non aveva potere nelle trattative decise dal padre per il matrimonio, a volte nemmeno veniva informata sulle decisioni prese dai due contraenti, (padre e padre del futuro o sposo stesso) sulla sua persona riguardo a desiderati progetti più o meno concreti o ideali.

L’evoluzione dello stato sociale psicologico della donna farebbero oggi ridere al solo pensiero che la donna stessa non avesse alcuna libertà nello scegliere l’uomo con cui avere una storia sentimentale in qualunque modo nei fatti.

La donna stessa, considerata oggi più che mai libera, almeno nel mondo sociale occidentale, è supposta sapere quel che desidera e non considera nemmeno che sia esistito storicamente un tale programma combinato per la coppia.

Eppure esiste ancora chi crede a tutt’oggi nel matrimonio combinato.

I fautori di questa convinzione, spesso padri possessivi, concretizzano un progetto, più o meno velato, partendo dal presupposto che le giovani figlie non sappiano con precisione quel che desiderano: soprattutto si pensa che le ragazze inesperte non siano previdenti riguardo al loro futuro e che sbaglierebbero i conti se lasciate libere di scegliere, con inevitabile fallimento del contratto matrimoniale. Ciò, a parere dei padri possessivi, le figlie avventate andrebbero incontro a sofferenza coinvolgendo anche gli eventuali nipoti. Soltanto i saggi genitori possono sapere quel che effettivamente prevarrà nella coppia, per assicurare la loro felicità e la convenienza. I saggi pensano ancora che i desideri sessuali prevalgano all’inizio dell’incontro della coppia, tanto da condizionarne sfavorevolmente il futuro. La sessualità sarebbe ingannevole e frutto di lussuria e confonderebbe la visione della realtà della situazione: l’ingenua e pura figlia dovrebbe invece ricercare nel matrimonio anziché la gratificazione del momento quel che le gioverà. I padri spesso quindi si sentirebbero defraudati se la ragazza fosse libera di scegliersi il fidanzato. Derubati dall’eventuale genero, ma anche dalla figlia disobbediente che disperderebbe la propria giovinezza, mentre il ruba-cuore le porta via la figlia creatura, insieme alla sua bellezza e sessualità, senza offrirle quel che dovrebbe.

Le culture che ritengono che le relazioni si debbono creare dopo che le coppie si sono sposate, pensano che l’amore conti poco, perché poco durevole, e che comunque, quel poco nasca insieme all’abitudine della convivenza e l’affezione si crei quindi con il tempo.

In alcuni Paesi del Medio Oriente, in alcuni di quelli africani e in parte nei Paesi orientali, le convinzioni su questi punti a riguardo dei matrimoni combinati, sembrano salde, e le intere famiglie tradizionali si oppongono ai matrimoni cosi detti romantici.

Abbiamo visto che per fortuna, in rare occasioni, alcuni padri, quando la religione impone di non sposare un aspirante matrimoniale che appartenga a razza, a cultura religiosa alla quale la stessa sposa non appartenga, arrivino impulsivamente persino a sopprimere le figlie, quando sono ostinate.

Le nozze combinate sono sostenute frequentemente da una tradizione che si fonda sulla morale sociale e che mantiene unite le famiglie coinvolte.

Oltre ai padri, sono le autorità locali che possono decidere su un matrimonio combinato.

La cerimonia avviene naturalmente in modo ufficiale e formale.

Gli Stati monarchici non sono ovviamente indifferenti ai matrimoni che non siano sotto controllo dei sovrani anziani che sono politicamente in carica.

L’idealizzazione della coppia è un modello che deve ottemperare alle aspettative dei sudditi, anche in era moderna.

Penso che l’idealizzazione sia presente in entrambi i modelli di matrimonio, sia esso combinato, sia d’impronta libera e romantico.

Mi sembra che oggi, pur trascurando il matrimonio combinato, si possa osservare in qualche situazione la richiesta da parte degli aspiranti di combinare incontri ad hoc con certe persone considerate interessanti. L’incontro in tal caso, viene commissionato ad altri. Non mi riferisco alle varie agenzie che segretamente lavorano in tal senso, ma ad amicizie che organizzano simpatiche presentazioni, di incontri, oppure non trascuro i contatti tramite internet.

Si dirà che questa facilitazione nulla abbia a che fare con i matrimoni combinati di cui ho parlato.

Certo che no, perché in questo caso le amiche o amici che semplificano gli incontri, danno per scontata la libertà di scelta, di accettazione o rifiuto del partner presentato. Agiscono solo per far un piacere a entrambi.

Concludo dicendo che mi sembra che queste facilitazioni d’incontro siano tanto propizie, quanto costruttive. Forse un comun denominatore tra metodo combinato a priori tipico di un certo del passato e offrire conoscenze opportune, potrebbe consistere nello scacciare la vera imprevedibilità dell’ignoto.

I padri possessivi toglievano alle figlie la libertà di sognare. Oggi le figlie forse vorrebbero sognare, ma con maggior concretezza.

 

 

 

 

 

 

 

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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Un commento

  1. Raffaella Buttazzi

    Mi incuriosisce questo parallelismo tra presente e passato che richiama le più recenti tecnologie di comunicazione, poichè, a mio parere, focalizza un aspetto pregnante cioè la scelta come espressione di sè nel rapporto di coppia.

    Ritengo che il problema sia, in ogni modo, riuscire ad essere soli con se stessi e la propria vicenda personale, ogni contesto in cui si è inseriti ci chiede qualcosa: penso alle amiche che danno consigli, ai genitori con i propri vissuti più o meno elaborati emotivamente, alle storie sentimentali passate, ognuno ha aspettative, ma occorre individuare i propri desideri.

    Un’amica, di recente, sottolineava come, a suo parere, la continuità di una certa esperienza, anche all’interno di una coppia, sembri garantire una sicurezza: mi chiedo se il problema sia proprio cosa si cerca in un matrimonio o convivenza: conoscere l’altro per costruire qualcosa con i propri reciproci sentimenti o inconsapevolmente cercare riparo dalla paura di vivere?

    Raffaella

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