Il lavoro da casa

Il lavoro da casa

L’uso del computer sempre maggiore e la tecnologia avanzata permette frequentemente di lavorare da casa.

Cresce il numero di persone che ne approfittano, perché viene considerata dai più una buona occasione rispetto alla prospettiva di recarsi fisicamente al luogo di lavoro ad una certa ora e uscire ad un’altra ora prestabilita.

La monotonia di alzarsi alla mattina, magari presto, prendere l’auto o i mezzi pubblici per timbrare un cartellini sarebbe per molta gente un piacere evitarlo, anche da un punto di vista economico.

Non per tutti è così in realtà, infatti, il lavoro da casa può evidenziare alcuni svantaggi che devono essere presi in considerazione.

Se lavorare a casa può far risparmiare, perché i costi di spostamento come la benzina, l’usura, eventuali guasti , costi autostradali, parcheggi,oppure lo stesso abbigliamento che deve essere adeguato e che può richiedere formalità rappresenta una spesa, l’isolamento rappresenta un grande svantaggio.

Se la flessibilità che permette di scegliere quando cominciare e finire la giornata lavorativa può essere comoda e arredare lo spazio lavoro a propria scelta, le interruzioni da parte di amici, marito, moglie , bambini colleghi stessi possono distrarre e far perdere molto tempo non definibile.

Le frustrazioni che derivano spesso dai colleghi maligni vengono evitate e si può anche essere più produttivi in tal senso, dall’altro il lavoro non limitabile, la confusione tra faccende domestiche, spese varie , può costringere ad una alternanza faticosa.

C’è il vantaggio della vicinanza fisica alla famiglia quando si è genitori, si può avere un maggior controllo se i figli sono piccoli, ma la tentazione di dare la precedenza in alcune cose di famiglia come la burocrazia può prendere il posto del lavoro.

Si prepara il cibo che si vuole e si mangia quanto si vuole. Cibo memo standardizzato, più gustoso, più vario e più economico. Si corre il rischio di lavorare troppo oltre il limite, (ho scritto per questo in passato su ITSO cioè inability to swich off , cioè che indica la difficoltà di disconnettersi che poi induce il workaholism a lavorare sempre anche per esempio dopo cena.

Insomma una grande difficoltà di separare la casa dal lavoro.

Se una persona sa organizzarsi mi sembra preferibile lavorare entro gli spazi domestici, perché potrebbe implicare meno stress, minor spesa, più tempo a disposizione e infine più libertà di scegliere ciò che si desidera fare con le volute priorità.

Se una persona preferisce separare la propria attività da tutto il resto che lo riguarda, del tipo prima il dover poi il piacere, allora forse è meglio dividere la giornata in due parti due sfere che non si toccano l’una con l’altra.

Secondo me, il bello, la comodità dell’uso del computer, quando si scrive, si è romanzieri, novellisti, giornalisti, scrittori, o comunque riferendosi a colui che lavora mentre sta svolgendo un servizio attraverso internet, consiste nel poter stare o vivere in posti, località diverse, cioè Paesi in tutto il mondo e comunicare e inviare il proprio prodotto come se si fosse in ufficio o a casa.

Ho l’impressione che la possibilità di dislocarsi in vari e differenti posti diventi sempre più possibile.

Le barriere prima o poi tra i Paesi si romperanno e le risorse saranno socializzate sempre più.

Pensiamo alle teleconferenze, riunioni compiute in internet, e anche alla medicina chirurgica: certi interventi si possono eseguire con strumenti telecomandati con assoluta precisione. Infatti, i dipartimenti di ingegneria medicale accrescono i propri studenti.

 

 

 

 

 

 

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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E tu come la pensi? Scrivimi un commento o inviami una domanda all'indirizzo roberto.pani@unibo.it...

Un commento

  1. Raffaella Buttazzi

    Penso che sia estremamente soggettiva la piacevolezza di un lavoro da casa piuttosto che altrove.

    Per esempio, amando molto scrivere e raccontare emotivamente le esperienze che vivo, penso che riuscirei a trasporre parte del lavoro in questa modalità, senza fatica, più o meno ovunque, ma questo perchè c’è, lo riconosco, un’inclinazione personale significativa che mi “incoraggia”, diversamente lo troverei più faticoso.

    Probabilmente perchè nel lavorare da casa o da un luogo alternativo si integra ancora di più la parte più “razionale” con aspetti più affettivi?

    Raffaella

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