Sfida mortale, blue whale

Sfida mortale, blue whale

Alcuni dei nostri ragazzi molto giovani, diremmo teenager, stanno molto male. Non è una novità, ne ho parlato tante volte e le compulsioni psicopatologiche dalla bulimia allo shopping compulsivo, al gioco d’azzardo alla disposofobia cioé sindrome patologica di accumulo, sono aumentate incredibilmente le compulsioni sono all’ordine del giorno, tanto da sentirci veramente sconcertati.

Nei ultimi anni abbiamo avuto notizia di giovani brasiliani che si nascondono appiattendosi sul tetto di un treno e mentre il treno steso è in corsa saltano sul tetto di un altro treno che corre in senso opposto.

Si ha notizia della ripresa della sfida della roulette russa, come nel film Il cacciatore: un solo colpo nel revolver sino a che uno tra gli sfidanti rimane ucciso.

Il web, come ho scritto recentemente, è un invenzione strepitosa, ma aumentano tramite la rete le insidie pericolose. Perché ?

Come per il cyber bullismo c’è un istigatore che svalorizza per poi suggerire più o meno esplicitamente una soluzione cattiva e crudele. Spesso questa soluzione si identifica con il suicidio. I terroristi stessi sono quasi sempre kamikaze, sono istigati al sacrificio in onore di Allah: ma esiste sempre un leader della grande setta diciamo religiosa.

Il leader sembra togliere la responsabilità dell’atto in sé, e così funziona come un padre buono che chiede un sacrificio, ma solo per il bene del figlio, così almeno risulta ai giovanissimi, quelli che sono assai suggestionabili.

La setta risulta ai suggestionabili come una famiglia che i ragazzi sentono come alternativa gloriosa che uccide la noia

dell’altra che è forse piatta e deludente, umile poco passionale, grigia e poco promettente perché conformista.

Alcuni giovani si sentono vuoti, smarriti, senza futuro, perche come dice Friedrich Nietzsche: Dio è morto!

Così si muovono nella nebbia cercano dei punti di riferimento che se anche sono mortiferi sono almento qualcosa..

Qualcuno si taglia e prova quasi sollievo , sente meno il dolore psichico e la morta non fa paura, perché finalmente si

sentono protagonisti della vita.

Blue Whale Challenge deriva dallo strano fatto che molte balene senza apparente motivo si piaggiano in arre impreviste per rimanere incastrate e morire.
Tre ragazzi Russi hanno inventato una sfida lanciata a tutti coloro che ora sta varcando i confini della Russia per arrivare anche da noi in Europa. Si tratta della sfida della Balena Blu e prevede che i partecipanti svolgano una serie di azioni: le prime sono molto semplici come salutare uno sconosciuto ad aiutare qualcuno è così via tendono a dimostrare che si può far del bene agli altri e questo genera nei succubi un senso di sicurezza e protezione. Lentamente le azioni cambiano verso il male, all’odio per la vita e per se stessi. Sono invitati ascoltare musica lucubre, praticare il piacere nel tagliarsi salire sul tetto di un grattacielo.

In Italia Sara, quindicenne di Fiumicino aveva scelto per sé una morte incredibile: porre la propria testa sui binari di un treno e attendere coraggiosamente la sua fine straziante. Grazie all’ordine che le imponeva questa ultima sfida tra le circa cinquanta propostele gradatamente, avrebbe affrontato anche questa finale. Un poliziotto informava la madre che la figlia era nel gioco della Blue Whale e che rispondeva alle sollecitazioni di un leader che condizionava i ragazzi con le sue sfide verso la morte. Si trattava di uno stillicidio quotidiano di prove alle quali i giovani protagonisti si sottopongono a gesti folli pur di trovare qualcosa che abbia senso contro una depressione con il volto maligno avviene e s’instaura i noi perché non riconoscibile.

Si deve immaginare che il succube provi una eccitazione mista a paura e quindisi passi vizzi e senta di non esistere più nel mondo.

I genitori, tra tanto che fanno, hanno anche un altro dovere: di vigilare sui figli, non solo riguardo alla droga, ma anche rispetto al suicidio, alle sette alle quali segretamente si aggregano.

Debbono vigilare sul condizionamento operante. Speriamo che la nostra cultura in sé storicamente civile non decada e non porti alla crescita della notte dei morti viventi, dal film di grande successo horror negli anni 50: The night of the living dead

Ora ci sembrerà incredibile, ma sono davvero molte le persone che han partecipato alla sfida e che hanno pubblicato video diventati anche virali dove compiono una delle istruzioni della sfida. L’allerta si è diffusa, però, fino alle autorità e dopo che i tre ragazzi russi sono stati arrestati e si è cercato di chiudere tutti i siti che parlano della sfida, ne rimangono ancora delle tracce sul web.

Voi fate sì che il web sia la vostra arma, grazie alla quale potete ottenere conoscenza e grandi opportunità; non fate sì che sia l’arma con cui gli altri vi possano uccidere.

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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