Compulsioni e comunicazioni

Compulsioni e comunicazioni

L’uso d’internet con particolare riferimento al ormai grande smartphone, sempre in mano ai giovanissimi è diventato una quasi ragione di vita. Ormai tutta la gente, sebbene le persone di mezze età usino lo strumento magico in modo moderato e pratico, è ugualmente compagno dello stile di vita e del comportamento

Fanno eccezione gli anzianissimi che non lo usano affatto per via del distacco generazionale che li separa da tale diavoleria !

Controllare i social network da parte dei giovani è diventato sempre più compulsivo e irrinunciabile tipo l’uso di instagram.

Mi sono per anni occupato delle compulsioni psicopatologiche e non di un atteggiamento coerente e compatibile con i tempi come i selfie e ho scritto parecchio su argomenti come shopping compulsivo, gioco d’azzardo, la ITSO (Inability-To-Swich-off), cioè l’incapacità di disconnettersi dal mondo elettronico di internet, il porno-sesso compulsivo, la sindrome da accumulo di oggetti trash (in gergo disposofobia, hoarding), il cyber bullismo, il vandalismo compulsivo graffitico, cat-collection,  l’accumulo impressionante di poveri gatti anche in spazi ristrettissimi di casa propria. Inoltre si aggiungono atteggiamenti compulsivi come il tagliuzzarsi con il rasoio e coltelli, senza considerare, alcuni dei comportamenti stereotipati, guidati da una coazione a ripetere priva di senso concreto, ma solo virtuale della quale sono vittima alcune persone, che annullano l’ascolto di Sé.

Inoltre, la tradizionale piromania, la cleptomania, promuovono eccitazione, euforia e annullamento provvisorio del dolore e dello spazio psichico per riconoscere le emozioni.
Perché le emozioni vengono confusamente e direttamente tradotte in atti impulsivi?

Penso che una ragione sociale che si sta evidenziando sempre più tra i giovani consista nella scarsa comunicazione che pervade lall’interno della famiglia, all’interno dell’interazione nelle coppie amorose,all’interno delle amicizie, delle collaborazioni tra colleghi, ecc.

Il messaggio dei giovani agli altri è pieno di rabbia non consapevole. Ed è il seguente: siccome tu non comunichi bene con me, sei assente, per niente utile per insegnarmi a vivere, divertente, affascinante, eccitante allora io ti abbandono, mi dedico ad altro allo strumento magico, ad esempio che è lo smartphone: lui, oggetto magico, mi fa sognare all’infinito e non mi delude mai se non quando si rompe, ma è sempre colpa mia!

C’è grande comunicazione verso i cani , i gatti, i mammiferi in genere, eccetto che per l’uomo.

I genitori sono diventati amici, invece di essere attivi nell’attrarre con modelli di stile di vita interssante. L’amicizia con i figli elude la funzione sia materna sia paterna. I padri, da tempo, non sanno funzionare come tali. Le madri hanno paura di deludere figli e temono le loro reazioni di scontentezza, e non si accorgono che la loro scontentezza deriva dalla indifferenza dei genitori buoni, accondiscendenti, spesso seducenti i figli per non aver pensieri, spesso anche narcisisti e noiosamente conformisti. I genitori speso sono cattivi mediatori tra i loro vecchi genitori (cioè i nonni) e i loro figli.

I figli sentono un vuoto incolmabile, pesante e si rivolgono a stratagemmi compulsivi che la tecnologia o i costumi promuovono nella loro vita.

Nelle coppie la femminilità e la mascolinità si dilegua lentamente. Ci sono comprensivamente molte coppie gay, gli uomini conoscono meno la virilità, e si trasformano i machi violenti e autoritari in modo narcisistico, oppure i persone passive che inducono le donne a sostituire le funzioni mancanti anche nel sesso che diventa pornografico che offre immediata soddisfazione consumistica del bisogno.

L’economia si è basata da molti anni sul consumismo iniziato nel mondo occidentale: ha consentito di estendere benessere a molti Paesi occidentali, ma, ahimé ha creato anche molti guai nello stile di vita di tali Paesi. Ha creato una filosofia del bisogno e ha annullato nelle nuove generazioni l’interiore ricerca finalizzata a soddisfare gradatamente il senso dei propri desideri autentici che pervadono tutto l’essere umano adulto.
Oggi, alcuni giovani non sentono se stessi se non attraverso questa percezione di Sé: tu esisti in quanto consumi, in quanto appaghi urgentemente il vuoto che si è creato in te, lo devi saturare immediatamente.

Pensiamo alla bulimia (prevalentemente femminile): mi annoio, non valgo niente, non so cosa fare : improvvisamente mi debbo riempire, corro al frigo, lo svuoto (binge-eating), ingurgito tante calorie, vomito per non ingrassare, prendo lassativi, eseguo clismi, ma poi ricomincio d’accapo: ecco creata un’abitudine compulsiva.

Che fare? Rendersene conto è già utile. Resistere, il più possibile a certi impulsi urgenti, frammentare il tempo attraverso un minimo di ascolto di SéNon appagare subito i bisogni, i quali, il più delle volte, non sono necessariLeggere libri che incuriosiscono, praticare attività sportive che sono particolarmente divertenti e non solo per sacrificio-penitenza, andare al teatro, al cinema, soprattutto ascoltare buona musica, anche qui lenta, non compulsiva, non toccare i videogiochi, usare internet il meno possibile e solo per necessità di lavoro.

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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E tu come la pensi? Scrivimi un commento o inviami una domanda all'indirizzo roberto.pani@unibo.it...

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