Bravi genitori, ma figli con difficoltà psicologiche

Bravi genitori, ma figli con difficoltà psicologiche

Capita spesso che madri e padri seguano uno stile di vita corretto, sia come personale modello di vita, sia verso i figli. Un atteggiamento adeguato dal un punto di vista educativo,che mai far mancare nulla ai propri figli, compatibilmente all’economia familiare.

Coperte le spese logistiche di mantenimento complessivo, poi della scuola e di alcune vacanze seppur non dispendiose, sembravano di buon senso e appropriate, sufficientemente ricreative e compensative gli impegni di studio dei figli.

I genitori non sempre allo stesso modo sono affettuosi verso i figli, sono disposti ad ascoltare i loro bisogni sino a un certo punto, ma spesso con qualche disattenzione.

Ci sono invece genitori che si trovano in crisi familiare, litigano spesso tra loro e offrono ai figli esempi di violenza sia fisica, sia psicologica. Mostrano ai figli abitudini di scarsa coerenza e onestà, ecc.

Sono a volte incuranti dei bisogni anche importanti dei ragazzi. Spesso sono assenti e presi quasi totalmente da personali e proprie difficoltà.

I figli in molti casi si sentono abbandonati a loro stessi.

Ci sono genitori in specie uno dei due, di solito sono le madri, che si occupano, stando addosso ai figli, controllandoli continuamente, manifestando ansia e troppa protezione, trasmettendo quindi sfiducia nelle proprie capacità di autonomia.

Queste madri e padri generano una notevole dipendenza che è indotta dal comportamento di protezione eccezionale. Le attese dei genitori verso i figli sono in questi casi molto alte e i figli sono costantemente angosciati a causa del perfezionismo esagerato che viene loro richiesto dai genitori.

Ci sono genitori che appena possono, mettono i figli in collegio, alle colonie e sembra che se ne vogliano liberare, perché li affidano ad altri.

Ci sono padri autoritari, dittatoriali, maschilisti e non in grado di produrre autorevolezza. Tali padri  non giovano di certo ai figli.

Questi uomini un po’ narcisisti vorrebbero vedere realizzato dai figli quel che non hanno realizzato loro stessi e per questo s’accaniscono.

Altri hanno raggiunto successo anche troppo e si vergognano dei figli che non riescono a identificarsi con loro ed avere il medeimo successo.

Ci sono infine genitori di per sé assai inadatti a educare figli alla convivenza, sia familiare, sia sociale, perché loro stessi sono di base troppo immaturi e adottano un comportamento più che genitoriale piuttosto adolescenziale: si rivelano quindi troppo permissivi e spesso cercano l’amicizia dei figli per giustificare a se stessi la loro incapacità di funzionare come adulti.

In tal caso, i genitori amici non esercitano più la loro funzione come tale, ma scompaiono come immagine agli occhi dei ragazzi che si sperimentano disorientati e soli.

Potrebbero essere citate tante altre situazioni e modelli di comportamento delle famiglie,ma quel che mi preme considerare riguarda quale risultato i vari modelli contribuiscono alla crescita dei figli.

Ebbene dalla mia esperienza non ci sono differenze evidenti .

Anche i cosi detti bravi genitori possono trovarsi in difficoltà con i ragazzi adolescenti e anche quando questi hanno superato l’età di trenta anni.

Perché?

Le Società sono cambiate enormemente e velocemente da ormai durante gli ultimi cinquanta anni e i valori sono cambiati, se non spesso venuti meno.

Ci sono molte insidie e sociali: le famiglie e i giovani non hanno sufficientemente elaborato i cambiamenti nei tempi giusti e sono rimasti indietro.

Esiste una grave crisi economica genera un vuoto psicologico oltre che materiale, una svalorizzazione della propria identità, poi una globalizzazione che potrebbe essere disorientante, seppur il mondo rimpicciolito si giovi di una certa sprovincializzazione dei costumi e delle idee: ma non tutti i giovani ne possono usufruire in maniera positiva di tale cambiamento durante la loro epoca adolescenziale.

I genitori per quanto si attengano nei casi migliori, a regole educative tradizionali, e siano coerenti e di buon senso, possono comunicare messaggi che, non inviati al momento giusto, in concomitanze di tante mode sociali contrapposte e crisi di contatto nelle amicizie, in aggiunta a eventi scoraggianti mondiali, tutto quanto contribuisce alla confusione e all’incertezza.

Penso che non si debba attribuire ai genitori alcuna colpa: quasi sempre fanno quel che possono, e non sono capaci di agire. Il mestiere dei genitori diventa sempre più difficile e complesso. Impossibile essere perfetti !

 

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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