La gente va a dormire più presto che nel passato

La gente va a dormire più presto che nel passato

Ricordo che meno di dieci anni or sono, le sale cinematografiche proiettavano i film dell’ultimo spettacolo alle ventidue e trenta e nelle poli-sale anche oltre quell’ora.

Per esempio, le abitudini di orari di molte sale di proiezioni, sono cambiate perché l’ultimo spettacolo, ad eccezione del Sabato, é proiettato alle vent’uno.

Qualunque evento che inizi oltre le ore vent’uno, ad eccezione di cene private che comunque si svolgono quasi sempre di Sabato, è accettato a fatica, oppure rifiutato.

Dormire a sufficienza notoriamente fa bene alla salute, ma perché le abitudini portano molte persone ad anticipare gli orari del sonno?

Il ritmo biologico circadiano durante le ventiquattro ore, prevede mediamente che circa a vent’anni si tenda come ritmo biologico alla sindrome del sonno ritardato, (la tendenza consiste nel dormire tardi, verso le due del mattino se fosse possibile sino a mezzogiorno), mentre in età infantile, sino a venti anni il ritmo sonno-veglia favorisce un lungo sonno: circa dai sessanta anni in poi.

Si osserva la tendenza a dormire presto, come durante l’infanzia, ma anche a svegliarsi presto, mentre durante l’infanzia si dormirebbe sino a tardi.

L’orologio-sveglia usato dall’ottanta per cento delle persone, nasconde il ritmo biologico spontaneo personale, perché interrompe il sonno artificialmente al fin di seguire le richieste doverose e  favorire l’adattamento sociale.

Ogni giorno perdiamo diversi minuti di sonno come se viaggiassimo in aereo verso oriente: il Sabato e Domenica riposiamo e aggiustiamo un poco la perdita di sonno dei giorni lavorativi, ma è anche vero che spesso si fanno attività psicologicamente o fisicamente stancanti.

Gli studi suggeriscono che in un luogo sempre e completamente senza luce, ritarderemmo spontaneamente l’addormentamento e mantenendo l’orario del risveglio, e perderemmo circa quindici minuti al giorno di sonno.

Dormire poco, cioè non a sufficienza, crea alcuni problemi al cervello.

Non si è sempre completamente svegli e attenti e il sonno può colpirci di giorno, per esempio mentre guidiamo l’automobile.

Inoltre se si dorme male e poco, le placche del peptide betamiloide rischiano di aumentare nel numero all’interno di certe aree del nostro cervello che così invecchierebbe più in fretta, cosicché la malattia di Alzheimer potrebbe essere dietro l’angolo.

In particolare, la riduzione del sonno, come l’abuso di alcol e fumo, eventualmente abuso di farmaci possono sottrarre il cosi detto REM (rapid high moviments) e ciò può essere molto dannoso per il nostro cervello.

I turnisti, nonché coloro che viaggiano continuamente in aereo, modificando il proprio ritmo circadiano con l’attraversamento dei vari Paesi, risentono della variazione del time zones, cioè della variazione del proprio fuso orario.

Questo cambiamento del ritmo sonno-veglia, della fame-sete, temperatura corporea, causano il cosi detto Jet lag.

Possibili modificazioni ormonali potrebbero provocare nl sangue scompensi dell’insulina e di glucidi nel e perciò a livello metabolico, sarebbe bene, clinicamente controllarsi spesso.

L’assunzione di melatonina, secondo consiglio medico, aiuterebbe l’organismo all’adattamento dei nuovi orari, ma lo stress fisiologico non sarebbe evitato completamente nei casi di cambiamento dell3 abitudini.

Il fenomeno dell’aumentata stanchezza e bisogno di dormire nella popolazione che richiede anche nelle persone abbastanza giovani oppure di mezza età, è dovuto a diversi fattori che si aggiungono a non dormire a sufficienza, e alle variazioni del ritmo biologico, anche a causa del clima atmosferico da questo punto di vista da non sottovalutare.

Dormire poco può provocare ansia e depressione, oppure ansia e depressione possono far dormire poco, provocando risvegli anticipati.

Certo che in Italia la popolazione non è tra le più giovani del mondo e questo induce le persone anziane ad anticipare il bisogno di dormire rispetto a dieci anni fa’.

Sembra inoltre che si lavori più intensamente rispetto a dieci anni fa’, sia perché l’economia è ancora in crisi, sia perché i datori di lavoro cercano di risparmiare assumendo meno personale.

I negozi e supermercati, per molti aspetti fortunatamente, perché i gestori mantengono gli esercizi commerciali più disponibili che in passato.

Spesso l’orario di apertura é continuato, cosicché la gente svolge commissioni a tutte le ore, anche di domenica.

Il traffico stradale è frenetico e in aumento.

Molti giovani e persone di mezza età frequentano neil poco tempo libero in palestra e lavorano con i muscoli sino a svenire.

La televisione induce al rilassamento sul divano, anche se i giovani frequentano meno il cinema, ma anche non guardano la TV, ma si dedicano molto ai social usando molto gli smartphone.

Per tutte queste ragioni penso che la stanchezza sia maggiormente diffusa di pochi anni fa’ e anche in aumento, specialmente nelle grandi città.

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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