Psicologia del pensionato in Italia

Psicologia del pensionato in Italia

Non intendo riferirmi agli aspetti politici se non per considerare che la psicologia del pensionato non può essere disgiunta dalla condizione economica nella qual si trova.

La necessità di una pensione che nei prossimi anni sia costruita dalle stesse persone che lavorano, cioè che sia contributiva è ormai scontata nel programma economico.

Il punto problematico consiste nel fatto che forse non basterà il numero dei contribuenti a generare una pensione accettabile, a meno che i lavoratori aumentino di numero e quindi il reddito nazionale cresca complessivamente di molto.

Altri meccanismi contributivi come particolari assicurazioni si dovrebbero aggiungere a quella statale che attualmente non è dignitosa per nessuno.

Ogni anno aumentano le tasse e le entrate pensionistiche, non solo non aumentano per adeguarsi al costo della vita, ma diminuiscono notevolmente e furtivamente.

Come sappiamo alcune leggi consentono pensioni assai elevate, mentre una parte della popolazione vive quasi di elemosina e dorme in automobile oppure per la strada.

Le pensioni decenti non sono comunque molto alte, ma data la media delle altre dobbiamo considerarle per forza alte, escluse quelle doro massiccio che si sono definitivamente roccificate.

Il pensionato medio-alto è addirittura triste per questa condizione inaspettata rispetto agli anni passati, figuriamoci il pensionato medio basso e il povero o sopravvivente sociale.

A seconda del contesto economico la tristezza può aumentare anche se la soddisfazione del welfare non è direttamente proporzionale alla soluzione economica, ma in particolare alla delusione delle aspettative.

Non parliamo dei giovani che neppure lavorano e non versano contributi.

Dollard e Miller psicologi-antropologi parlavano di una connessione tra frustrazione sessuale che trova laggressività come reazione. Forse anche la povertà genera frustrazione aggressiva.

Parlerei di dignità mancante, di tanti beni godibili che sono mancanti alla gente dopo i settanta anni, ma forse anche prima!

Le tasse e la burocrazia incanala tempo e energia lungo strade tanto contorte quanto indirette che mettono in ginocchio la gente e la demotivano.

Sembra che ci si auguri che la vita media si accorci, anziché si allunghi.

Naturalmente sappiamo che ciò non è affatto vero, ma la mancanza di dignità, certo non lallunga!

La storia ha visto per l’Italia momenti peggiori, ma la speranza di poter avere quel che molti non hanno avuto, se delusa, cosa lascia in eredità?

Fiducia, speranza, senso di bontà, generosità? Forse per i credenti la povertà aumenta la fede?

L’Italia è una mamma buona? Forse fa bella figura con la generosità verso i rifugiati!

Poco direi verso gli italiani.

Osservo che la violenza aumenta insieme alla rabbia e allo spirito sociale mafioso e alla ignoranza complessiva.

Il pensionato, eccetto qualche caso fortunato, sente di non essere più utile a nessuno.

Il valore verso il proprio apprezzamento da parte degli altri si riduce sempre più, e se il pensionato ha la fortuna di godere di una buona salute, trova lo spazio per domandarsi quali scopi ha il vivere per vivere.

Direte che così è sempre stato: non sempre!

L’invecchiamento è anche una ricchezza, perché può innalzare il valore della buona esperienza assimilata nel tempo in ciascuno di noi, ammesso che sia diventata saggezza. Ma sembra che i vari Socrate siano impoveriti anche eticamente!

La costatazione in conclusione della verità di non essere più utili a nessuno deprime non poco.

Lavorare nobilita le persone perché fa sentir loro utili.

Amare il proprio lavoro è un grande privilegio e un valore aggiunto, utile alla salute perché offre interessa e senso alla vita.

Non avere abbastanza denaro non consente al pensionato di accedere al pensiero, ai sentimenti, e alle emozioni, perché prevale il grigio e lansia del domani e loblio dellimmaginazione del futuro.

Nonostante tali considerazioni, non sono tuttavia pessimista nei confronti del futuro degli italiani!

 

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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E tu come la pensi? Scrivimi un commento o inviami una domanda all'indirizzo roberto.pani@unibo.it...

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