In onore e ricordo di Fabrizio De André,

In onore e ricordo di Fabrizio De André,

Fabrizio oggi avrebbe 77 anni.

Si è svelato gradatamente per quarant’anni uno dei più grandi cantautori italiani di tutti i tempi.

Grande fumatore e bevitore si è anticipatamente rovinato la salute distruggendo il suo corpo per dare vita alla poesia e alla musica geniale e originale forse anche deprecando la morte e per sortilegio sfidava spudoratamente.

E’ morto per un imperdonabile e inarrestabile tumore al polmone a 59 anni.

Le prime passione musicali di De André furono il country e il jazz, nonché i cantautori francesi Brassens,  Becaud .

L’amico Paolo Villqggio, per il fatto che Fabrizio aveva una predilezione per i pastelli e le matite della Faber Castelli oltre che per la concordanza con Fabrizio, lo appellò Faber.

Ha inciso quattordici album in studio. Alcune canzoni furono pubblicate separatamente e con il tempo recuperate.

Molti testi delle sue canzoni raccontano storie di emarginati, prostitute e ribelli sono considerate da alcuni critici come vere e proprie poesie tanto da essere studiate in varie antologie scolastiche di letteratura sin dai primi anni settanta.

Molti miei studenti hanno fato la tesi sulle sue canzoni poetiche e su Leonard Cohen.

Fabrizio fu elogiato da grandi letterati e poeti come il grande poeta Mario Luzi.

Aveva  idee anarchiche seppur pacifiste: è stato anche uno degli artisti che maggiormente hanno valorizzato la lingua genovese classica.

Ha valorizzato inoltre, in misura minore e differente, altri idiomi come il sardo e in una canzone Don Raffaé, il napoletano.

Durante la sua carriera ha collaborato con  importanti artisti della scena musicale italiana, tra cui la poetessa Fernanda Pivano e il cantante americano Leonard Cohen, Mina, Francesco de Gregori e tanti altri.

La popolarità e l’alto livello artistico del suo canzoniere hanno spinto alcune istituzioni, dopo la sua morte, a dedicargli vie, piazze, parchi, biblioteche e scuole.

La scuola genoveseinsieme a Sergio Endrigo, Bruno Lauzi, Gino Paoli, Umberto Bindi, Luigi Tenco e Fabrizio  è sempre viva nel mondo, grazie al suo contributo poetico.

Fabrizio è uno degli esponenti tra gli artisti che rinnovò profondamente la musica leggera italiana.

È effettivamente l’artista con il maggior numero di riconoscimenti di premi e di inni alla sua memoria

In cosa consiste quella che io considero la sua filosofia, prima ancora che si traducesse in poesia?

Ciò che descrivo lo traggo dai testi dalle sue canzoni.

La paura della morte era sempre in primo piano. Cavalieri che in battaglia ignorate la paura fitta sia la vostra maglia ben temprata l’armatura

Ne scrisse diverse forse per esorcizzare l’angoscia di morte dei quali versi  riporto solo  alcuni e non il titolo delle canzoni: Quando la morte mi chiamerà, la Morte verrà all’improvviso e se volete: Stanotte Miché s’è impiccato ad un chiodo,

Dormi sepolto in un campo di grano, Un uomo buono un uomo onesto, Quando attraverserai l’ultimo vecchio ponte.

Tutti morimmo a stento ingoiando l’ultima voce, Poi scivolammo nel gelo di una morte senza abbandono

La sua timidezza rappresentava un bisogno di riconoscimento, di successo che contrastasse all’inizio la filosofia del padre conformista  per ottenere quel che all’inizio della sua carriera, suo padre non gli aveva mai riconosciuto.

Il padre proprietario di Scuole e Preside di queste era un uomo colto e intelligente, ma altrettanto borghese di successo e conformista.

La filosofia di Fabrizio poetizzata e cantata si ricava da due importanti album: La nuova novella e dall’Antologia di Spoon River. Fui chimico e no non mi volli sposare, Da bambino amavo curare i ciliegi, Mi rubarono l’anima a forza di botte

I temi sono la religione e la odiata superstizione che fa strada a preconcetti: Genti diverse venuti dall’est dicevan che in fondo era uguale e la storia del Vangelo della Madonna, Stelle già del tramonto si contendono il cielo a frotte,

Gesù rimane per lui un simbolo rivoluzionario, l’unico vero rivoluzionario mitico della storia.

La sua ribellione anarchica la si ricava da Mia madre mi disse non devi giocar con gli zingari nel bosco, Tua madre ce l’ha molto con me perché suono e in più canto, Una storia sbagliata,ecc

Fabrizio amava la campagna, e i suoi abitanti Si son presi i nostri cuori sotto una coperta scura dove visse a lungo da piccolo e doveriuscì a tornare, con la tenuta in Sardegna il cui acquisto egli lo giustificò in favore della eredità che avrebbe lasciato ai figli, trascurando implicitamente  il valore delle sue canzoni.

Fabrizio mostra pietà per gli umili, ma presi uno ad unoe perdona le debolezze umane, Questa di Marinella è una storia vera, Non solo nella capitale fioriscono i fiori del male..Fabrizio cercava una giustizia umana non vendicativa, non punitiva: Cosa vuol ditre avere un metro e mezzo di statura velo rivelan gli occhi..

Fabrizio detestava la politica, non era di sinistra, era un liberale anarchico, nel senso che odiava l’oppressione e la giustizia civile, perché la considerava ingiusta e spesso falsa.

Il disprezzoper le opinioni conformiste e dominanti degli anni ’70, che erano spesso opinioni luoghi comuni della sinistra borghese.

L’amore è come la rivoluzione, ne diveniamo coscienti quando lo perdiamo e lo rimpiangiamo  con nostalgia; Vedrai fioriscono le viole ma come fan presto amore ad appassir le rose…

La sua ironia e sarcasmo balzano agli occhi ed, emergono per invertire l’ordine stupido che la società adotta come i giudici i poliziotti, i nobili, ma anche vecchie di paese La chiamavano bocca di rosa faceva l’amore, faceva l’amore sopra ogni cosa.

Le canzoni, la musica e la filosofia poetica di Fabrizio de André sono state la colonna sonora e il sound track dei miei anni di infanzia sino a vent’anni fa, ma spesso ri-canto e ri-suono le sue canzoni anche ora.

Tutti i suonatori di chitarra hanno suonato le canzoni di De Andrè.

 

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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