Vado in vacanza, ma lascio i miei genitori anziani abbandonati a se stessi

Vado in vacanza, ma lascio i miei genitori anziani abbandonati a se stessi

A circa 50 anni o poco più, alcune persone si prendono cura dei propri genitori anziani, i quali in alcuni casi possono essere un po’ “malconci”.

Giunti al momento delle vacanze estive, alcuni figli sono invitati dagli amici a compiere un viaggio lontano da casa.

Spesso anche i figli di età media vorrebbero approfittare di proposte di viaggi attraenti e convenienti.

In ogni modo, anche se i genitori godono di discreta salute, i figli si sentono in colpa di lasciare i parenti anziani “incustoditi“, come se temessero che capitasse qualche problema di salute.

Il fatto è che molti figli non si aspettavano che alla loro età, possiamo dire piuttosto ancora giovane, dovessero dedicare il tempo libero alle attenzioni – quasi costanti – dei propri genitori, specialmente se entrambi non sono autosufficienti come si sperava.

Qualcuno risolve la questione ricorrendo alle badanti, che però a lungo andare sono costose e poi, non essendo infermiere di professione, non sempre sono in grado di prestare cure specifiche e intervenire con medicamenti efficaci al momento giusto.

Le badanti cioè possono non essere capaci (non per loro colpa) di chiamare prontamente i medici specialisti in caso di emergenza, così come farebbe il personale paramedico.

Spesso alcune diagnosi necessitano infatti di un urgente ricovero che solo alcuni medici possono indirizzare nelle strutture ospedaliere propizie.

A volte i genitori malati possono trovarsi in stato di salute molto precaria con necessità di cure costanti che prevedano la somministrazione dei farmaci prescritti nei tempi corretti.

Spesso gli anziani non sono in grado, infatti, di ricordare il nome dei medicinali, la quantità prescritta e la frequenza di assunzione.

Che dire, inoltre, dei disagi connessi all’igiene intima!? E delle spese di prima e seconda necessità, del cibo adatto e di come viene preparato…?

La situazione potrebbe essere parzialmente risolta tramite il ricovero in case di cura preposte all’assistenza della salute. Si tratta però di soluzioni costose che la pensione dei genitori – sempre se presente – può non essere sufficiente a coprirne le spese, anche con il supporto economico dei figli.

Consideriamo poi la componente psicologica affettiva dei genitori anziani soli, privi di supporto psicologico dato dalla presenza dei figli.

Accade così che alcuni dei figli si trovino tanto sorpresi quanto delusi dal loro futuro destino, specie quelli che sono figli unici!

Non è giusto che io sacrifichi le mie vacanze nell’assistere i genitori, quando dopo tutto sono capricciosi di carattere!

Nello stesso tempo, i figli non hanno il coraggio di abdicare al loro presunto compito assistenziale, specialmente se sperimentano sentimenti di gratitudine per ciò che hanno ricevuto in passato e il loro valore umano!

È come se non potessero venir meno a un compito morale.

Ecco che nasce un senso di colpa molto forte che genera dubbi, insicurezza e spavento per il futuro.

Se è vero che alcune figli si sentono soli nelle loro responsabilità, è anche vero che ipotizzano che in futuro non ci sarà via d’uscita. Quella via di uscita che gli permetta di tornare alla meritata libertà.

Rassegnarsi per  comprendere il senso della vita sembra essere l’unico modo per elaborare la realtà che i  figli stanno vivendo.

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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