Viversi ridicoli quando non lo si è affatto

Viversi ridicoli quando non lo si è affatto

Ci sono persone che soffrono di complessi di inferiorità in quasi tutte le circostanze sociali, considerandosi goffi, mal fatti o comunque inadeguati.

Si sentono giudicati dagli sguardi degli altri come se ci fossero telecamere sempre puntate su di loro.

Sono i loro interlocutori interni che derivano dal passato, quelli che parlano dentro di loro e che svalorizzano. Certo forse qualche motivo obiettivo esiste, ma loro severità di auto-giudizio è estrema.

Si può dire che si sentano indegni.

Indegno significa non essere intitolato a far parte di entrare alla Corte di un certo regno.

Più modernamente significa di non essere meritevoli di entrare in una certa cerchia di persone.

Come se ci fosse un circolo di persone nobili nei fatti anche se non nei titoli nobiliari che hanno una buona provenienza sociale di familia, una certa classe nel comportamento, nella cultura, nel modo di vestire, nel modo di esprimersi, nella parola, nella moda.

In questo circolo loro, goffi, inadatti non possono entrare.

Tutti noi possiamo comportarci in modo non previsto, venendo meno alle aspettative degli altri in un determinato momento: in tali casi, ci sentiamo ridicoli, temiamo di essere osservati, pensiamo che difetti o inadeguatezze siano in piena vista dagli altri.

Sono frequenti le così dette fobie sociali cioè esporsi e in particolare nel parlare in pubblico, altri di esibirsi nel ballo anche molto semplice, altri nel cantare tra amici oppure mettersi in costume in una spiaggia popolata.

In questi casi, tutte le occasioni sociali vengono evitate e chi si sminuisce preferisce isolarsi dalla gente.

Durante la notte, nel sonno queste persone sognano situazioni dove vengono presi in giro o si trovano in situazioni sgradevoli, sconce, imbarazzanti e nei sentimenti del sognatore anche vergognose.

Gli osservatori che compaiono nel sogno ridono a crepa pelle del povero sognatore che vive appunto incubi terribili.

Alcune di queste persone che si sentono ridicole oltre misura, e alimentano in un circolo vizioso cioè un senso di persecuzione e si auto-segregano dal mondo.

Alcuni di loro rimuginano di proteggersi nascondendo i loro presunti difetti dentro casseforti simboliche e gettano via la chiave.

Come al solito in questi casi, gli indegni vivono gli altri sempre migliori di loro, quasi perfetti;  in realtà come si sa, nessuno è infallibile o perfetto, al contrario la creatività ha come madre l’imperfezione .

Bisogna aiutare queste persone che soffrono e che rischiano di aumentare il loro ritiro dal mondo sino a delirare immaginando vere assurdità.

Bisogna accorgersi del vero problema di queste persone, prima che si isolino e spariscano completamente.

Alcuni amici e conoscenti possono prevenire le conseguenze di questo serio vissuto di alcune di questi conoscenti che possono essere sia donne sia uomini.

Come possiamo aiutare le persone che ci confessano o ci fanno capire con il loro comportamento di viversi ridicoli?

Certamente non si tratta di negare che potrebbero avere dei difetti fisici o altro, perché sarebbe controproducente se tali difetti esistono.

Si tratta di tentare di indicare il fatto che isolarsi è la peggiore delle pene che il presunto deriso si può infliggere.

E’ molto importante essere loro vicini e non abbandonarli se accettano la nostra frequentazione.

Qualche episodio potrebbe averli traumatizzati, forse da bambini?

Farsi avanti agli altri non può che affrontare le paure e gradatamente accorgersi che si possono demolire anche con l’aiuto di chi vuol loro bene.

I vissuti del singolo non rispecchiano sempre la realtà. Il diavolo nei fatti è meno brutto di quel che si dipinge.

Ricordate quel vecchio film che si chiamava Elefantman, ovvero L’uomo elefante, il quale raccontava una storia vera di una persona compromessa dall’immagine di Sè che recupera i rapporti sociali grazie a un amico medico che lo aiuta.

Uomo giovane di grande coraggio che supera ogni difficoltà e riesce a vivere una vita normale con le difficoltà del caso.

Se tu con coraggio accetti le occasioni per stare con gli altri, gli altri non ti assimileranno agli altri con le tu caratteristiche e se si evidenziassero alcune differenze queste si dilegueranno con il tempo nel nulla.

La vita riprenderà normalmente.

Le telecamere simboliche che tu senti addosso spariranno per sempre e il piacere della vita libera avrà il sopravvento.
L’aiuto professionale in questi casi può giovare molto, specialmente se lo psicoterapeuta è esperto e motivato ad aiutare.

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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E tu come la pensi? Scrivimi un commento o inviami una domanda all'indirizzo roberto.pani@unibo.it...

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