La Biofilia e il Green

La Biofilia e il Green

Non sento di essere ossessionato dall’amore per il Green, non sono un Verdista ad ogni costo e maniacale, ma rifletto pensando anche a ciò che ho visto al Mast, museo di Bologna Complesso di Beneficenza: Anthropocene. Fotografie artistiche che riprendono le grandiose modificazioni, spesso devastanti per il pianeta, ad opera della tecnologia dell’uomo e la loro visualizzazione lascia qualcosa di molto emozionante, che stimola la coscienza, anche se tristemente.

Alcuni grattaceli a Milano sono circondati da piante e alberi sistemati nei terrazzi.

Il desiderio di molta gente che li abita e degli architetti che hanno avuto l’idea di creare questo ambiente nelle abitazioni è quello di costruire non soltanto cemento ma anche vegetazione, giardini, alberi, boschi, verde che coesista con l’uomo quasi a generare l’aria del bosco, perché in pratica aiuta il nostro sistema immunitario e ci protegge.

I grandiosi Giardini all’italiana dello Stato Pontificio sono oggi aperti al pubblico.

Il potere di guarigione degli alberi e delle piante come stile di vita non è, nè lo è mai stato, un mistero per nessuno: forse in generale potrebbe essere più potente dei chemio-radio-terapici e degli stessi antibiotici. Bisognerebbe tornare molto indietro nel tempo e vivere in mezzo ai boschi, chissà?!

Siamo diventati seguaci dell’illuminista Rousseau? Il filosofo, in fondo precursore di un certo romanticismo, proponeva di educare i bambini secondo natura, ma non conosceva ancora come sarebbe andato il mondo rispetto alla Natura di oggi!

Erich Fromm, psicoanalista, aveva descritto l’attrazione dell’uomo nei confronti della natura con il nome di Biofilia e che significa amore per la vita.

La natura è vitale, e lo stesso termine esprime l’icona della singolarità e dell’unicità della vita stessa. (La si chiama anche madre Natura).

Il colore verde è un’altra icona singolare e univoca, significa cespugli, erbe, piante, praterie, prati, boschi, cibo vegetale e naturale, insomma puro.

Altra icona della natura sono gli animali, che sono l’anima della natura vivente che convivono con il verde: gli animali sono vissuti romanticamente come puri, innocenti perché seguono le loro trame preformate della loro genia naturale, cioè i loro istinti genetici incontaminati: gli animali stanno lontano dalla conflittualità dell’uomo tormentato dalle sue avidità di potere e che ha modificato la terra sovra-sfruttandola e in parte rovinandola.

La natura vitale con il suo clima si è lasciata passivamente rovinare, ma ora è in rivolta.

Solo parte della comunità del globo si è pentita, e per questa ragione cerca la purificazione del verde e della vegetazione vitale nonché anche l’amore per gli animali.

In questa parte della popolazione divenuta animalista si inneggia al comportamento secondo il quale gli animali debbono essere rispettati, amati e protetti, quasi a chiedere loro perdono per averli in passato maltrattati.

Sembra si scopra in una parte della popolazione del pianeta che è in noi una pulsione biologica e innata per integrarsi con tutti gli esseri ancora viventi prima della catastrofe.

Il sistema limbico del nostro cervello che abita la più profonda e antica porzione della neocorteccia, cioè il telencefalo, provvede alle funzioni di base finalizzate alla conservazione della specie.

L’amigdala, che è a forma di mandorla, è un complesso nucleare sistemato nella parte dorsomediale del lobo temporale del nostro cervello insieme a altre strutture come l’ipotalamo, l’ipofisi, il gyrus cingolato.

Si tratta di un corpo che gestisce la memoria emozionale delle esperienze associate a emozioni e sensazioni come la paura, la rabbia, la felicità: riguarda tutti i nostri vissuti profondi dovuti agli incontri significativi che hanno lasciato nel nostro sistema nervoso centrale una traccia.

Sembra allora che molte persone cerchino di ritrovare nel mondo in cui viviamo l’ambiente naturale che l’uomo sapiens ha compromesso specialmente dall’era dell’industrializzazione e progresso della conoscenza scientifica.

La scienza moderna insieme a enormi vantaggi, ha involontariamente anche contribuito con l’applicazione della tecnologia a creare danni alla natura.

L’uso indiscriminato di sostanze cancerogene, tossiche e velenose nel cibo e nell’acqua, la plastica diffusa nel globo, i gas acidi e soffocanti come Co2 (diossido di carbonio) nell’aria hanno inquinato l’ambiente in modo tale che il Verde diventa una necessità biologica, ma anche psicologica.

Poco a poco, diventa un bisogno riparativo di molte persone, nonché una conversione al Verde per gradi, sempre più allargata nelle nazioni.

Si spera che questa conversione avvenga in modo congruente, non maniacale, ma convinta in modo tale da salvare il pianeta in tempo dal riscaldamento globale e quindi dagli uragani, dall’offuscamento, dalla invasione dei mari che sommergono le terre.

La natura non solo è per ora la nostra sola casa, ma rappresenta la nostra arcaica identità umana vivente.

La vegetazione lussureggiante indica che la natura del pianeta, dove è possibile, è sana.

Le malattie potenzialmente mortali come il tumore e quelle cardiovascolari sarebbero assai ridotte se il verde con la sua aria di bosco potesse essere respirata come un tempo.

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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