Possessività esasperata delle proprie cose

Possessività esasperata delle proprie cose

Prestare gli oggetti personali può essere molto difficile. Certo dipende anche a quali oggetti ci riferiamo.

Penso che occorra considerare nell’infanzia la famiglia: se ci sono fratelli e sorelle e la disponibilità a prestare al fratello o sorella dipende da innanzitutto da come si comportano i genitori rispetto alla possessività degli oggetti.

Si comincia con i vestiti intimi anche se vengono regolarmente lavati.

I fratelli più piccoli in molti casi non dovrebbero usarli perché appartengono per l’eternità al bambino cresciuto che pone il divieto assoluto, nonostante i genitori in tal caso vorrebbero diversamente.

Gli esempi che offrono i genitori conta sui bambini e adolescenti moltissimo.

Se entrambi i genitori sono molto aperti nel prestare oggetti personali saranno imitati quasi sempre dai figli.

Se uno dei genitori mostrerà di essere inibito nel prestare oggetti, uno dei figli o tutti gli altri potranno facilmente essere ristretti a questo offrirsi e poco disponibili all’apertura verso gli altri.

Se poi in famiglia parliamo di un figlio/o figlia unici l’imitazione del comportamento genitoriale sarà più molto più forte.

La forte possessività degli oggetti regalati dipende anche dal bisogno del bambino di essere ascoltato e quindi di poter catturare una buona dose di attenzione da parte di tutti nella famiglia.

In altre parole, dipende da come l’egocentrismo normale e naturale bio-psicologico sarà appagato.

Ci sono genitori egocentrici, ansiosi e impazienti, presi dalle loro difficoltà esistenziali o di relazione tra loro.

E’ facile dunque comprendere che il bambino/a in tal caso non si sentirà sufficientemente visto e quindi replicherà i propri bisogni in futuro. Le sue cose dovranno essere solo le sue!

Perché?

La sua identità si costruirà poggiando molto sul bisogno di possesso, anche sugli oggetti materiali, ancor prima che delle persone.

Se i genitori sono in grado di dosare la giusta attenzione ai figli, senza esagerare nell’ iper-coccolare o iper-proteggere i figli, (come invece vediamo comportarsi certe mamme e anche padri), il problema identitario del bambino non sussisterà nell’attaccamento agli oggetti.

Per quanto riguarda le persone, ne parliamo in altro post.

La conseguenza del possesso distinto sugli oggetti si mantiene tendenzialmente per tutta la vita, perchè si tratta di gestire una difesa psicologica protettiva il Self.

Naturalmente occorre considerare, oltre naturalmente al valore soggettivo, anche il valore oggettivo dei propri oggetti.

Un dono gratificante in un contesto affettivo importante è percepito diversamente da qualcosa di scarso valore, sia soggettivo, specie se è un oggetto prediletto, sia oggettivo.

Certo che  inizialmente i giocattoli che vengono gelosamente custoditi da alcuni bambini, anche se i genitori e altri insistono affinché vengano offerti nell’uso temporaneo trovano nei bambini citati poco entusiasmo.

La lite tra fratelli, sia per il possesso, sia per il prestito è comunque sempre un po’contemplata in questi in famiglia.

Al tempo della scuola ci sono adolescenti e quasi adulti che non tollerano di prestare libri, penne, gomme, matite di offrire cibo delle merende e tanto altro.

Il problema quando si raggiunge l’età adulta, può tende a mantenersi, se non a volte a evidenziarsi maggiormente ad aggravarsi perché viene notato nei contesti adulti e in situazioni assai più complesse e formali. Questo aggravamenti spiace allo stesso soggetto che si rende conto che gli altri non si comportano allo stesso modo.

Tale situazione, come invece si potrebbe pensare non è di aiuto a chi si sente scoperto e la persona imbarazzata a tal proposito perchè non vorrebbe fare brutte figure nelle amicizie e nei contesti di lavoro.

Accade per esempio che venga richiesta di prestare la propria ben lustrata automobile, o altro, ahimè!!

E’ difficile negarla quando le altre persone presenti nel contesto si precipitano a offrire la propria!

Questa difficoltà è comunque un sintomo che può in modo opportuno essere trattato psicologicamente, specie se connesso con altri segnali quali la gelosia e la possessività per le persone.

Il bisogno di apparire si può collegare al bisogno di essere visto che sopra riguarda la scarsa attenzione ottenuta durante l’infanzia.

Tale situazione può essere maggiormente compresa nei soggetti che sono stati orfani e deprivati di quella minima attenzione autentica da parte delle persone accuditive, anche se queste, preparate a rinforzare l’autostima dei bambini deprivati, fanno professionalmente il possibile per aiutarli.

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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