Stati di ossessione perfezionistica e sottovalutazione del pericolo virus

Stati di ossessione perfezionistica e sottovalutazione del pericolo virus

Quel che tutti vogliamo a breve tempo riguarda il nostro desiderio di uscire di casa per lo meno seguendo il progetto ministeriale della fase 2.

Il progetto prevede, all’incirca, di uscire liberamente da casa ma con moltissime precauzioni.

Il buon senso dovrebbe suggerire a tutta la comunità quali potrebbero essere le precauzioni prescrivibili al fine di non ammalarsi e di non contagiare gli altri.

Le persone debbono essere singole e muoversi e parlare a una distanza di almeno un metro, che io allungherei a due metri. Penso che parlarsi in modo spontaneo, cioè poco controllato, magari scomposto, possa veicolare micro-goccioline, droplet, che potrebbero essere respirate dagli interlocutori. Non parliamo di grossi starnuti e colpi tosse smoderati che potrebbero essere pericolosissimi, specialmente senza indossare mascherine di protezione.

Pertanto oltre queste misure, penso che occorra creare le condizioni per usare rigorosamente le mascherine ogni volta che usciamo di casa per proteggere gli altri e anche noi stessi usando una mascherina intelligente (che filtra in entrami i sensi del respiro con l’esterno (FF P2).

Le condizioni dovrebbero essere create nei luoghi pubblici e privati, quelli cioè che potranno esser aperti osservando la distanza sociale dei posti a sedere, in piedi, ecc..

Le mani dovrebbero come sempre, essere frequentemente ben lavate e disinfettate con appositi disinfettanti e posti in molte sedio oppure portati in tasca o in borsetta quando si esce di casa.

L’uso dei guanti potrebbe essere utile. Il comportamento poi purtroppo dovrebbe essere opportunamente attento.

Detto questo che non è altro che il mio pensiero, spero condiviso dai miei cari lettori, vediamo tutti che ci sono persone che potrebbero essere considerate esagerate rispetto al comportamento igienico e altre che invece potrebbero essere considerate incoscienti, cioè che sottovalutano i rischi del virus.

Il disturbo ossessivo compulsivo D.O.C. è una patologia: alcune delle ossessioni e perfezionismi riguardano lavarsi continuamente le mani, ma anche alcune parti del corpo.

Alcune persone si lavano le mani decine di volte al giorno. Spesso succede che le docce a cui alcuni si abbandonano anche in inverno, sono molte e ripetute quotidianamente.

Non mi riferisco a queste attitudini. Anche se in questo periodo di virus lo scrupolo igienico deve essere al primo posto sia con se stessi che con gli altri, non esageriamo!

Non dovrebbe accadere che qualunque motivo diventi valido per lavare e igienizzare, sanificare se stessi e le cose. 

Sconsiglio caldamente di usare in questo periodo l’autobus e mezzi pubblici, ma se è estremamente necessario, per esempio toccare denaro e recarsi in luoghi molto frequentati è doveroso e responsabile osservare una certa scrupolosa igiene delle mani e ciò con cui si è venuti a contatto, rischiando altrimenti di toccarsi la bocca e gli occhi.

Ma se vi accorgeste di trovare tutte le scuse per lavarvi e igienizzare le vostre cose, e insistere a lavare ancora e sgridare chi non lava tutto, ecco fermatevi a pensare a ciò che state facendo.

Potrebbe trattarsi di un principio di una coazione a ripetere e di un’organizzazione dell’ansia sulla base della estrema pulizia, di un forte bisogno ossessivo e perfezionistico d’igiene.

Spesso può trasformarsi in terrore irrazionale del contatto con oggetti, animali e persone che assumono a causa della fantasia stessa di una specificità di sporcizia infettiva di tipo persecutoria.

Spesso tale perfezionimo potrebbe contagiare per suggestione anche gli altri con cui si convive, generando terrore, il cosidetto isterismo di massa, aggiungerei anche di piccola comunità.

Il coronavirus non centre con questo comportamento! Non bisogna iper-lavarsi per salvarsi l’anima.

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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E tu come la pensi? Scrivimi un commento o inviami una domanda all'indirizzo roberto.pani@unibo.it...

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