Quando la certezza sconfigge il dubbio

Quando la certezza sconfigge il dubbio

Ascoltando, per il servizio gratuito di emergenza Covid_19, alcune persone angosciate, potrei osservare 3 grandi categorie che stanno richiedendo sostegno:

  1. persone che si sentono molto depresse e malinconiche
  2. persone che si sentono molto insicure e piene di dubbi
  3. persone che sospettano di tutto, all’inverosimile e che reagiscono difensivamente esibendo certezze narcisistiche e assolute di verità.

Riguardo alle persone del gruppo A, direi di averne già accennato precedentemente.

Sono persone che sono state costrette a vivere per due mesi agli arresti domiciliari in condizioni anche svantaggiate, che non sono sicure di potere riprendere il lavoro per mancanza di denaro. Il tono dell’umore di queste persone era probabilmente già basso e, vivendo in un clima surreale del virus, si sono passivizzate ulteriormente.

Sono entrate in uno stato psicologico di letargia, di noia, di rinuncia, spesso in uno stato masochistico e autodistruttivo. Stanno sul divano guardando il soffitto, mangiano e dormono con incubi.

Le persone che si riferiscono al gruppo B dubitano di tutto e sono come paralizzate di fronte ad ogni azione, perché temono di sbagliare. Le loro fantasie mostrano di sentir se stessi piccoli di fronte a tutto, inadeguati e inadatti, di sbagliare continuamente ogni cosa.

Queste persone non si sentono all’altezza di un mondo fatto di adulti, mentre loro si troverebbero ancora metaforicamente all’interno del guscio in attesa di nascere.

Anche in questo caso il lockdown può aver contribuito a vivere se stessi come infanti e come se fossero in posizione da reclusi, come se fossero stati puniti da un’autorità che li costringe a stare in casa.

Veniamo al gruppo C: queste persone sentono di possedere la certezza delle cause delle proprie sospettosità persecutorie. Per esempio, un paziente, uomo, racconta di essere nato lo stesso mese e anno in cui gli Stai Uniti hanno compiuto il viaggio e l’approdo sulla luna.

In base ai video televisivi, questo signore dichiara di essere certo che si sia trattato di una messa in scena. L’allunaggio sarebbe il risultato di una rappresentazione teatrale costruita in studio televisivo americano: e l’uomo ne avrebbe ricavato le prove per via delle ombre delle persone sullo sfondo lunare collocate dai registi dello show per distrazione non al posto giusto: queste prove ben si noterebbero nei vari videoclip.

Riguardo al paziente, citato nell’esempio, anche il Covid_19 sarebbe il risultato di un attacco cinese contro gli Stati Uniti.

Insomma a differenza del gruppo B, le persone che fanno parte del gruppo C sembrano aver deciso che il mondo stia andando secondo quello che loro immaginano, per ragioni che loro sarebbero in grado di giustificare senza alcun minimo dubbio.

La loro certezza scaccia ogni insicurezza, ogni indecisione e perplessità.

Il vissuto di queste persone diventa verità oggettiva e quindi ciò che potrebbe nuocere al mondo va sotto il loro controllo, e così si trasforma in un punto fermo e sicuro.

Ma, poiché il paziente da cui traggo l’esempio è anche certo che la Cina sia in guerra contro gli Stati Uniti, si accorge che se il virus è l’arma letale usata, e tutti siamo in pericolo con il virus. In altre parole, tutti noi europei saremmo in pericolo essendo stati coinvolti dall’arma segreta seppur senza intenzione da parte della Cina.

Il virus sarebbe stato diffuso negli Usa, ma avrebbe coinvolto in una pandemia tutto il globo.

Siamo in pericolo tutti, anche lui stesso è in pericolo e potrebbe essere ucciso: questo pensiero lo ha indotto a chiedere aiuto a un esperto e quindi giunto a me. Anche in questo caso, io stesso come esperto, mi sarei trasformato in un suo dubbio, infatti mi ha detto che egli non sa se può fidarsi di me.

L’uomo, che non si considera un paziente, ha bisogno infatti di risolvere il tormento a causa dei suoi dubbi e l’angoscia che tali sentimenti implicano per lui, e deve trovare continuamente nuove certezze.

Per quanto il paziente, al terzo colloquio, non mi abbia potuto vedere se non in video, per smart-working, la mia faccia e il mio comportamento sarebbero apparsi a lui come affidabili, pur non essendone ancora certo.

Ci sono molte persone che fingono di essere quello che non sono – mi ha detto – lei potrebbe essere un impostore, ma io penso che lei sia proprio quel che mi sembra… quindi intelligente ed esperto per far star bene la gente.

Così egli sembra aver deciso !

Quindi la paura della malattia, il dubbio tormentoso, la diffidenza, il senso di inferiorità, la sospettosità, la vergogna di Sé e la rabbia vistosamente presente, sono emozioni che portano a una formazione reattiva.

Egli deve ricorrere nella relazione con me alla decisione perentoria e dittatoriale verso se stesso di far sparire da Sé ogni pendenza di dubbio per impadronirsi onnipotentemente dell’intera verità.

Ciononostante, in altri pazienti, queste posizioni di certezza sfociano in depressioni melanconiche e questo stato d’animo è propizio per poter intervenire clinicamente in modo supportivo e introspettivo.

Sebbene con pochi colloqui di gestione della crisi è difficile ottenere grandi risultati, ma si può far notare superficialmente a questi pazienti occasionali qualcosa. Quando questi pazienti in stato melanconico si fustigano inutilmente, e in tal modo quasi sempre agiscono, si può intervenire limitandosi a notare che si stanno facendo del male per loro stessa mano.

Se è questo messaggio è comunicato con l’autorità guadagnata dalla fiducia conquistata in campo relazionale, può sortire nel paziente un valido supporto da un peso angoscioso e mastodontico.

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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E tu come la pensi? Scrivimi un commento o inviami una domanda all'indirizzo roberto.pani@unibo.it...

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