Piccoli bambini nati circa un anno fa’ a casa con il virus fuori

Piccoli bambini nati circa un anno fa’ a casa con il virus fuori

La legge virus Covid-19 consente alle mamme di uscire di casa con un solo bambino alla volta tra i suoi eventuali altri figli e fare un giro attorno casa, anche due, e tornare indietro.

Ci sono bambini appena nati che escono di casa in braccio alla mamma.

Per questi ultimi, le coccole materne, il silenzio e tutte le attenzioni non va tanto male.

I genitori sempre entrambi presenti. Al piccolo di un anno o poco più sembrerà che il paradiso continui per sempre dal liquido amniotico alla pace della culla, della mamma e della casa e del babbo. Fuori casa, silenzio, poche auto, molti uccellini, belle giornate assolate…

Ma quando diventano più grandi, attorno ai due anni, cosa succede?

Debbono uscire di più. Cosa fanno le mamme? Cosa dicono esse ai piccoli bambini?

Che un giorno quando noi tutti saremo abbondantemente in fase 3 potranno giocare con gli altri bambini che oggi vediamo da lontano?

Ma se un bambino ha due anni l’altro bambino non lo ha che visto da lontano. Non sa nemmeno che esistono le bambine. Che sono un po’ diverse da lui?  La mamma è grande, è una donna, non si possono far paragoni con lei o con il papà.

L’esperienza di contatto, eccetto familiari, non c’è ancora stata!

Potranno i piccoli bambini tornare a giocare in modo normale?

Quale normalità se non l’hanno conosciuta? Mi riferisco sempre ai piccoli nati poco più di un anno fa.

Certo che la ministra della famiglia Elena Bonetti si rende conto: … stiamo chiedendo ai bambini e ai giovani un sacrificio enorme: non possono giocare con i loro coetanei, non possono fare attività sportiva, non possono andare a scuola… ma  la salute di tutti è prioritaria... dobbiamo fare iniziare allora un’attività psicomotoria, ovviamente non in gruppo ma da soli, che abbia nel pieno rispetto delle regole del contenimento e del contrasto al virus, la possibilità gradualmente di essere fatta.

Si, ma, quei piccoli bambini, cosa hanno costruito nel loro mondo interno? Solo ciò che ha comunicato loro la mamma, il babbo e gli eventuali fratelli se esistono, sicuramente più grandi. Nel primo anno di vita l’imprinting delle esperienze primarie conta molto.

I bimbi piccoli giocano con i pupazzi, pupazzoni, pupazzini di tutti tipi e vedono gli altri bambini in carne e ossa come una chimera in TV, pensando che siano finti.

Penso che se terremo i nostri bambini e ragazzi più grandi, lontano dalla scuola, solo in casa ancora a lungo, la situazione diventerà esplosiva.

Penso che al più presto occorra, come avviene nelle sovra-affollate carceri, che ci sia almeno un’ora d’aria per tutti i bambini e i ragazzi, evitando ogni assembramento nell’assoluto rispetto delle distanze di sicurezza e delle normative.

Pensiamo all’estate quando farà caldo e di solito i bambini partono per le case estive, per andare dai nonni o fanno attività di gruppo in città!!

Insomma noi purtroppo saremo costretti a convivere con il virus per parecchio tempo, nel senso che è impossibile che, se quasi la totalità del globo è visitato dal Covid_19, la situazioni torni come prima della sua comparsa, chissà esattamente quanti.

Ci possono essere diverse ondate di virulenza.

Nella influenza spagnola di 100 anni fa’ le ondate furono, come si sa, almeno tre: l’ultima fu la più grave e portò in complesso a quasi 100 milioni di morti.

A quei tempi non c’erano gli antibiotici per combattere i batteri, l’igiene era scarsa e la convivenza con i corpi animali che si mangiavano era diffusa.

Oggi il profilo futuro, si spera, sia molto meno drammatico, ma dipenderà dalla Scienza e dalla Tecnica. Un Paese però più di tanto contenimento non lo può dare!

Penso che occorra osservare la distanza sociale di più di un metro (forse 2 metri), igienizzare le mani ogni volta che si tocca qualcosa che è a disposizione di altri.

Sanificare certe superfici che sono a disposizioni di tutti, soldi, maniglie, tavoli, sedie di uffici. Non contare troppo sull’essere risultati negativi al virus, anche se già infettati e guariti.

Se queste misure preventive possono essere garantite, personalmente penso che con scrupolosa saggezza possiamo, seppur gradatamente riprendere tutte le attività.

La saggezza vuol dire aver fiducia nell’intelligenza degli italiani e responsabilizzarsi nel comprendere che la distrazione di alcuni o l’ignoranza nel comportamento può costar la vita ai singoli e alla collettività.

Ogni ambiente di lavoro o di riunione deve essere ben preparato a favorire presto la convivenza con gli altri.

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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E tu come la pensi? Scrivimi un commento o inviami una domanda all'indirizzo roberto.pani@unibo.it...

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