Difficoltà per i gay nelle relazioni amorose

Difficoltà per i gay nelle relazioni amorose

Questo articolato non é suffragato da ricerche sperimentali su un campione, né esatte con uso di statistica , ma dall’esperienza empirica di innumerevoli casi di coppie osservate.

La vita sentimentale dei gay anche per le recenti leggi europee che approvano matrimonio e varie legalizzazioni del loro stato è sempre più manifesta e diffusa, specialmente nelle grandi città.

Nella mia esperienza professionale, ma anche di contatti personali, ho notato che sono molti gli omosessuali maschi che dichiarano di non essere appagati nella propria vita amorosa.

L’omosesualità non è genetica, anche se sembra tale perché i messaggi che le primissime e primarie esperienze d’incontro  contribuiscono alla costruzione dell’identità di genere e così precocemente tanto che  i meta-messaggi molto arcaici rimangono del tutto inconsci.

Alan Downs psicoanalista statunitense in La Rabbia Strisciante (The Velvet Rage) descrive alcuni motivi che contribuiscono a un certo malessere negli omosex nella loro vita amorosa. Lo stato  psichico adulto sottende una rabbia permanente in particolarei tra gli uomini-omosex.

Il riferimento è alla figura del Padre che è vissuto come profondamente deluso e arrabbiato per aver fatto nascere un figlio difettoso, cioè omosex. Si tratta di un vissuto che non sempre corrisponde alla realtà sociale. Molti padri oggigiorno comprendono le scelte dei figli, non sono quindi in realtà troppo delusi, né arrabbiati per il loro orientamento sessuale, anche si sarebbero attesi figli eterosessuali. Sono però  fortemente arrabbiati spesso i figli stessi che si sentono responsabili di una scelta che mette in crisi nel profondo di se stessi la loro identità.

Penso a tale proposito a quanto sosteneva lo psicoanalista francese , J. Lacan, in riferimento alla figura paterna in : In Nome del Padre. Lacan pensa che il padre nella sua funzione verso i figli, debba essere riconosciuto e valorizzato, amato dalla madre come importante e stimato nella sua dignità di persona. Un padre morto prematuramente continua ad essere evocato per così dire ad esistere in famiglia come se fosse vivo. Se il padre invece è valorizzato, umiliato dalla madre, scompare presto come immagine di spirito finisce per contare poco o niente, anche da vivo.

Il padre inoltre offre il suo nome al figlio maschio e gli dona secondo Lacan, l’identità del Sé di una persona che comincia a costruirsi dall’essere e sentirsi nominato che vuol dire consacrato, confermato, sigillato nell’identità di genere .

La coppia dei due omosex maschi risente di tutte le difficoltà o degli stessi benefici affettivi dei quali risente ogni coppia eterosessuale.

Gli eterosessuali però si percepiscono a un livello primario in un mondo dove sarebbero la  regola  essere eterosessuali, mondo nel quale si percepirebbero socialmente accettati.

I gay invece sono perseguitati dai costumi storici della Chiesa e della morale delle varie epoche, anche se nell’antichità i rapporti omosex erano normali.

Vivere su un terreno scivoloso rende la coppia gay maschile piuttosto indegna, acuendo i conflitti normali e di tutte le coppie, cercando compensazioni come tradimenti, nuove avventure sessuali mentre i desideri porterebbero alla fedeltà, all’affetto alla complicità

Mentre nelle coppie eterosessuali è più probabile che le scelte dei partner avvengano per via di desideri autentici, nella coppia omosex ci si unisce per bisogno urgente di complicità, per bisogno di non sentirsi troppo soli o in colpa per aver trasgredito indegnamente.

I gay maschi tendono ad avere un numero molto elevato di partner sessuali per compensare l’angoscia spesso riconoscibile e molto sentita, l’abbattimento morale e la depressione.

La frequenza dei rapporti è dovuta spesso come reazione euforica alla depressione. In un secondo tempo della relazione quando perdura, ci si rende conto di quanto si ami l’altro o quanto invece sia  stato strumentalizzato in un particolar momento. I gay maschi spesso non sanno cosa desiderano e spesso vivono dentro una demoralizzante confusione.

Per le lesbiche, il discorso è diverso. Alcune donne  forse hanno percepito sin dalla nascita difficoltà relazionali con il padre, troppo castrante, maschilista e irrispettoso verso la figura femminile e in seguito, diverse delusioni dai maschi sui quali avevano proiettato amori romantici idealizzati. Le esperienze omosessuali si aprono allo stesso tempo durante il quale la propria sessualità femminile diventa più matura e attiva. Alcune di loro, magari, accettavano la sessualità in passato com vittime sacrificali più per compiacere il giovane uomo e non deluderlo che loro reale desiderio  La sessualità poteva  apparire spesso come una sorta di dovere e subire violenza da parte dell’autorità come un destino femminile.

La figura materna poteva anche essere percepita come fragile, passiva, comunque non di aiuto a costruire un’immagine di Sé, cioè di una donna libera che sappia affrontare con coraggio alcune difficoltà, ma piuttosto come una donna  destinata a subire dall’uomo.

Le compagne di scuola o altre in tal modo essendo  state spesso vissute come complici in tutto e così continueranno ad esserlo e dopo alcune esperienze negative con l’uomo, si manterranno complici anche nel sesso.

Le relazioni affettive delle lesbiche sono in genere più durature di quelle dei maschi. Per molti gay uomini, infatti, i rapporti amorosi sono effimeri e spesso superficiali, consumati prevalentemente attraverso il sesso.

Gli uomini  spesso  sessualizzano ogni relazione, si vergognano di essere dipendenti da un solo amore e per questo con facilità, sfuggono ai contatti duraturi. Quando l’affetto diventa innegabile perché si manifestano sentimenti di tenerezza e per questo più impegnativi, sentimenti che fanno sentire una sorta di loro debolezza, come se fosse una trappola esistenziale, rompono il rapporto.

Gli uomini sono spesso competitivi, alcuni  si difendono e si chiudono nascondendosi da quelle che considerano debolezze e dipendenze da figure materne che nel rapporto vengono rievocate inconsciamente.

Le donne lesbiche, invece, tendono ad esprimere l’intimità degli affetti anche se la competitività non é detto che manchi tra loro stesse nella relazione che hanno costruito.

Le  lesbiche sono più solidali rispetto alle coppie gay-uomini.

La relazione femminile tende a formarsi per attrazione corporea, ma  solitamente si fonda sulla capacità di intesa e di comprensione reciproca dei loro stessi bisogni femminili e, é  basata sulla  consapevolezza che l’unione fa la forza.

Nelle fasi più avanzate della convivenza di due lesbiche sembra necessario che tra le due donne si stabilizzi una differenziazione secondo la qualei una delle due diventi più organizzativa e pratica dell’altra e ch l’altra lo accetti con piacere.

La fusionalità in amore, meno probabile tra due uomini gay, diventa una minaccia vera e propria per due lesbiche ch si amano.

Da un punto di vita socio-culturale l’omosessualità femminile é più accettata dal mondo etero, perché sin dall’antichità, la letteratura sulle fanciulle contemplava che le bambine  si coccolassero a vicenda, sin da molto piccole, destando poco scalpore nella società greco-latina.

Gli uomini poi sono eccitati dalle lesbiche e raramente avviene il contrario: l’approvazione consolida la durata di una coppia di donne che comunque non si vergogna di esistere e di esprimere più appieno la varietà delle proprie emozioni.

Se il sesso può caratterizzare prevalentemente l’omosessualità maschile che a volte viene agita nei collegi, nelle prigioni ecc, l’intimità e i gli affetti teneri caratterizza quella femminile.

Queste considerazioni possono fare da sfondo alle situazioni di coppia, ma non vanno considerate assolute, perché gli amori omosex sono da un punto di vista psicologico e sociologico, assai complesse.

Mi sembra che la sofferenza in amore sia spesso più presente nel mondo gay rispetto al mondo etero-sessuale, nel quale la confusione e incertezza genera insicurezza: inoltre  tradimenti, possessività e gelosia, tutto sommato, appaiono  più frequenti e incisivi rispetto al mondo etero-sex.

 

 

 

 

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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E tu come la pensi? Scrivimi un commento o inviami una domanda all'indirizzo roberto.pani@unibo.it...

Un commento

  1. Raffaella Buttazzi

    Un mio compagno di classe al liceo, compresa la propria omosessualità in quel periodo, provava forti sentimenti di rabbia e delusione verso sè sino ad arrivare a lasciare gli studi e rinunciare all’Università a lungo desiderata, mentre entrambi i genitori lo sostenevano profondamente nelle scelte: arrivando ad invitarlo per riuscire a fare lo stesso verso se stesso a seguire un percorso analitico.

    Ora sembra più sereno e felice in una relazione stabile, ricca di affettività e passioni condivise con il partner: non ha ripreso gli studi ma lavora nell’azienda familiare con soddisfazione: forse ha potuto accordare diverse voci emotive dentro sè?

    Raffaella

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