Domenica: mal di testa, perché?

Domenica: mal di testa, perché?

Molte persone soffrono di emicrania. Le cefalee sono di moltissimi tipi e non cercheremo di classificarle.

Mi concentrò solo sul mal di testa della Domenica e dei giorni festivi, inclusi quelli di vacanza.

La parola vacanza implica il latino vacuum, cioè vuoto.

La testa nel senso psicologico può far male fisicamente come corrispettivo di qualcosa che va storto.

Se mi costringo a essere impegnato in qualche cosa di preciso che riguarda il lavoro per esempio, allora riempio la mia testa di cose da fare e che spesso richiedono molta attenzione e impegno. Ma se la mia testa non è impegnata, mi trovo sprovvista/o. Mi sento nuda/o, cioè a contatto con me stessa/o e debbo considerare che non ho un ruolo preciso, non mi sento coperta/o da alcuna missione importante e sono costretta/o a giustificare il mio tempo di fronte a me stessa/o.

Perché giustificare?

Come se la mia identità, quella che si è creata in me, fosse senza sponde alle quali appoggiarmi: sono sola/o, nessuna veramente mi ama, marito o moglie vivono la loro propria vita anche se mi vogliono bene, ma non mi contengono come vorrei.

Debbo considerare il mio futuro, come sarà?

Questi pensieri possono produrre nella testa una vasocostrizione il cui meccanismo è stato appreso inconsciamente, magari per imitazione di qualche familiare in origine, e il dolore alla testa diventa un’amico/nemico che fa paradossalmente compagnia nel vuoto dello spazio libero che non viene impiegato con un fine concreto.

Certo che la domenica e i giorni festivi possono cambiare i ritmi sonno veglia e paradossalmente generare un’incertezza.

Il distress accumulato della settimana o delle settimane intense finalizzate a raggiungere uno scopo preciso fanno sentire la testa decompressa, priva d’impegni, ma di quella tensione solita che mantiene un equilibrio seppur costando fatica.

Lo stato ipomaniacale al quale il lavoro spesso costringe, il mantenersi svegli a volte bevendo molto caffè e fumando mantiene l’eccitazione a un livello solito. Fermarsi può portare a innescare una sorta di ciclotimico down, malinconia specie se certe situazioni in famiglia sono poco gradite, quando si sente di subire di non saper prendere certe faticose iniziative, di litigare per forza.

La cefalea muscolo-tensiva può coinvolgere anche altre zone del cranio, parietale, occipitale come le tensioni, infiammazioni ai muscoli cervicali.

Sono convinto che occorra innanzitutto non variare i propri ritmi circadiani, svegliandosi a orari troppo diversi da quello soliti e lavorativi, ma continuare secondo il solito, mangiare alle solite ore non troppo tardi, non bevendo alcol più del solito e nemmeno il Sabato sera, è bene evitare di strafare per compensare gli sforzi della settimana trascorsa.

E’ certo che spesso le insoddisfazioni generali andrebbero, se possibile affrontate, dopo averle riconosciute, anche con aiuto professionale, senza pensare a cambiamenti drammatici e radicali, per esempio in famiglia, almeno in un primo tempo.

Ritengo sia positivo rivolgersi a certi specifici interessi, spesso attivamente sportivi o interessi molto personali che potrebbero apparire strani agli altri quasi come se ci si dovesse vergognare perché potrebbero apparire infantile , comunque legati al gioco. L’attività ludica è fondamentale per il mal di testa perché stimola le emozioni e aumenta l’autostima anche se giocando con qualcuno si perde la gara.

E’ bene con il tempo, pensare di cambiare gradatamente lo stile della propria vita, anche se poco a poco, e non aggrapparsi a false certezze o inchiodarsi ad alcune fissazioni su certe abitudini per paura di finire peggio, muovendosi o allontanandosi da queste. Non essere troppo passivi al di fuori del lavoro che sembra per alcuni essere l’unico scopo di vita. Si chiama Workaholic oppure Itso, (Inability to swich off) la tendenza a non staccare mai dagli impegni lavorativi, concedendosi pause per non avere inconsciamente mal di testa o disagio di altro genere.

Raccontarsi a qualcuno che è competente, aiuta più dei farmaci che spesso i medici prescrivono giustamente per alleviare il dolore alla testa.

Raccontarsi per comprendere il proprio modo di funzionare permette di appropriarsi del proprio modo di elaborare meglio i conflitti inconsci e di ridurre certe paure che vengono espresse dal corpo.

 

 

 

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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Un commento

  1. Raffaella Buttazzi

    Personalmente più spesso mi capita di avvertire dolori cervicali, durante alcune domeniche di vacanza, soprattutto all’inizio di una pausa dal lavoro piuttosto lunga, poichè ho notato che successivamente il sintomo passa, mentre comincio a rilassarmi.

    E’ un poco come se avessi bisogno di far posto in me ad alternative possibili, ma in parte nuove e quindi da pensare o meglio forse cerco di sentirmi di più del solito.

    In effetti ho riscontrato che pensare ad una dimensione di gioco, anche in una nuova organizzazione della giornata e delle serate mi aiuta a trovare relax: forse perchè richiama una realtà d’infanzia dove la sorpresa e lo stupore erano fonti di gioia, piuttosto che di perplessità?

    Raffaella.

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