Sei una pettegola !

Sei una pettegola !

I funzionalisti che si occupano dell’utilità sociale del pettegolezzo ritengono che raccontare e bisbigliare all’interno di una piccola o grande comunità eventi buffi o curiosi che riguardano le persone che vi appartengono si può considerare una forma di controllo sociale.

Il pettegolezzo è diffuso in quasi tutte le culture e nazioni e costituisce una modalità con il quale l’opinione popolare si esprime.

Un pettegolezzo (o gossip), mentre si accende e circola tra la gente, indica quale livello di importanza ha avuto il fatto presso l’opinione della comunità e al tempo stesso circoscrive l’aspetto drammatico dell’evento, perché è espresso senza superare certe pericolose barriere

che metterebbero la vittima o le vittime in pasto a persone estranee aggressive.

Penso che in definitiva il pettegolezzo contenga elementi affettivi e sdrammatizzanti certe caratteristiche della persona, quella che è oggetto dalle dicerie vere o meno vere.

Da un lato il pettegolezzo conferma che si è accettati dal gruppo di amici perché se ne parla, seppur ridicolizzando o mettendo con una certa violenza in luce opaca la vittima, dall’altro esclude la minaccia della non accettazione del personaggio /i .

Nel gossip c’è sempre un piccolo contenuto di verità che non è sempre rigorosamente obiettiva, ma che riprende un atteggiamento verosimile. Scherzando o raccontando ciò che sembra vero, si comunica qualcosa sulla persona che comunque rappresenta in modo sintetico come appare a molti altri appartenenti alla comunità dimostrando quanto lo conoscono bene.

Per esempio, un amico di X pettegola: ho visto X uscire dal bar ubriaco … Nella realtà X non è un alcolizzato, ma con questa battuta si suggerisce che spesso e volentieri X attenua la sua ansia bevendo un bicchiere di troppo. Tale pettegolezzo malevolo per la verità, previene però il rischio che l’amico diventi davvero un etilista, se il fine del gossip è quello d’informare gli amici su un’abitudine a volte esagerata dell’amico.

Il gossip non va confuso con la satira che può riguardare personaggi al di fuori della comunità di conoscenti e amici.

La satira attacca anche VIP e i politici mostrando maggiore denigrazione delle vittime ed ha un fine più preciso nello sminuire la personalità delle vittime.

Il gossip può essere inteso come la parte scandalistica della cosiddetta cronaca rosa, che a sua volta è una derivazione della letteratura rosa. I vecchi paparazzi fornivano e ancora lo fanno, materiale imbarazzante a svantaggio o vantaggio di attrici e attori o altri personaggi conosciuti dal pubblico per pubblicarlo sulle riviste che sono specializzate in gossip.

A volte, questo imbarazzo serviva e è utile per favorire i personaggi che mantengono con il pubblico una relazione familiare. Più si fa gossip su di loro, entro un certo limite. maggiormente aumenterà la loro notorietà.

Il pettegolezzo quindi non ha una funzione negativa, cioè di danneggiare la reputazione di una persona.

La chiacchiera abbassa anche il livello di stress di una situazione.

Penso che possa anche avere una funzione di catarsi, cioè di liberazione di un’angoscia che la persona tiene dentro di Sé: sentendo parlare di Sé in modo beffardo potrebbe rassicurarsi sul fatto che non è poi tanto grave quanto è successo e vergognarsi sempre meno: ….. tanto tutti lo sanno ma in fondo ci ridono sopra e così sembra tutto archiviato.

Il pettegolezzo potrebbe avere anche un fine altruistico nel tentare di salvare la persona a cui si vuol bene da eventuali pericoli di vendetta da parte di altri che agirebbero pesantemente per avere ricevuto un torto.

Penso che chi petegola, potrebbe sentirsi angosciato, mettendosi nei panni dell’altro essendo stato testimone di chi commette qualche atto inadeguato. Forse racconta qualcosa ai conoscenti e amici per ottenere attraverso la condivisione un segno di clemenza, di riduzione del senso di gravità per l’atto eventualmente commesso.

Mi viene in mente che la funzione dei giullari durante il medio, tardo medioevo, era quella di far divertire a il Re e la nobiltà di Corte. Durante le scenette burlesche e comiche attuate e messe in scena dai giullari si citavano gli eccessi del reame, del Re stesso e dei Marchesi, Conti ecc.

In tal modo le critiche emergevano schiette, ma trovando complice Sua Maestà stesso.

Tali errori quindi venivano tollerati e non prendevano la via di una contestazione aspra e magari, aprendo la strada a pericolose rivoluzioni di popolo.

Erano i giullari portatori anche di rivelazioni che assomigliano al pettegolezzo, cioè di notificare senza far correre grossi rischi e far digerire meglio l’inadeguatezza di chicchessia?

 

PS Sarebbe utile e per questo invito le lettrici e lettori a esprimersi nei commenti con domande e altro

Buone cose

 

 

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
__________________________________________

E tu come la pensi? Scrivimi un commento o inviami una domanda all'indirizzo roberto.pani@unibo.it...

Un commento

  1. Raffaella Buttazzi

    Non mi appassiona il pettegolezzo nè su di me nè su altri, anche se può esser utile forse, ma non sono dell’opinione “in qualunque modo pur che si parli di qualcuno comunque”.

    In particolare perchè quando si è schivi, il minimo atteggiamento diverso dal “consueto” diventa oggetto di pettegolezzo, a volte, più simile alle menzogne, come anche il “troppo insolito”: ovviamente ognuno attribuisce a ciò l’importanza che crede in maniera soggettiva.

    In realtà, il pettegolezzo non mi da ansia o preoccupazione, semplicemente non mi interessa, chi lo esprime forse ne ha bisogno?

    Raffaella

Rispondi

WP to LinkedIn Auto Publish Powered By : XYZScripts.com