Se piangiamo siamo più deboli?

Se piangiamo siamo più deboli?

Storicamente negli anni passati, ma ancora oggi esiste l’osservazione secondo la quale le donne piangerebbero con molta più facilità degli uomini. Per questa ragione sia il genere femminile donne, sia i bambini sarebbero stati considerati psichicamente più deboli e suggestionabili dell’uomo adulto: in genere quindi il pianto verrebbe ancora considerato sintomo di fragilità.

Si è soliti infatti sentir dire: non piangere, sii forte, non essere bambino, ecc … Si nota che anche un uomo che vede qualcuno  piangere può sentire un fastidio, forse perché identificandosi con lo stesso piangente, potrebbe da un lato sentirsi attratto dalle stesse lacrime e dall’altro quindi troppo invitato ad esprimere intime emozioni senza controllo. Per questa ragione gli uomini in generale tenderebbero a reprimere chi piange, specialmente se il pianto è espresso dal genere maschile  Le lacrime versate da parte di un uomo sono vissute ancora come espressione di mancanza di virilità e quindi molti uomini sentono in se stessi di essere privi di carattere e si inibiscono. Sappiamo ormai in realtà, che gli uomini sono storicamente influenzati da preconcetti culturali che invitano a trattenere le emozioni, controllandole al fine di sentirsi forti, secondo una cultura paternalistica cher vige ancor oggi.

La necessità di apparire socialmente virili spinge ad devitare espressioni emotive e piuttosto concentrarsi su ciò che è muscolare, operativo, cognitivo, razionale. Viene svalutato tutto ciò che appare come un cedimento per colpa di una presunta sensibilità emozionale e per timore che queste emozioni diventino incontrollabili.

Le donne sono in genere esentate dal dovere di dimostrare la loro forza e preferiscono essere spontanee e, ascoltando una loro naturale autenticità connessa con il sentire e non si costringono più di tanto al loro dovere di sequestrare le loro emozioni. Ciò perché in genere, il genere femminile  tende a sviluppare una buona introspezione psichica e tende a potenziare una certa intelligenza sensoriale ed emotiva. Gli uomini sempre in generale, tendono a sviluppare un’intelligenza verso le scienze esatte e fortemente cognitiva.

Inoltre sembra da molti studi sembra che le donne siano in grado di funzionare  a livello del sistema nervoso centrale, sia con l’emisfero destro (deputato alle emozioni e psicologia), sia con l’emisfero sinistro, (deputato alla operazioni ingegneristiche, matematiche, ecc).

Il pianto in realtà al di là di tanti preconcetti è un’espressione umana e sana. Gli uomini come le donne fanno bene ad accettare il lor pianto, specialmente quando questo si manifesta come un’espressione spontanea delle proprie emozioni. Non si tratta di piagnucolare in modo indefinito per essere al centro dell’attenzione, ma unicamente una manifestazione spontanea dei loroi affetti.

Il pianto e le lacrime: le lacrime emanano leggeri odori quasi impercettibili che appaiono nelle varie ricerche come chemiosegnali (odori umani) che influenzano l’umore e l’esperienza di chi ci sta intimamente vicini. Vedere piangere una persona impressiona quasi tutti noi e può aumentare la nostra ansia, oltre che aumentare il tono del nervo vago. Questo nervo trasmette al sistema nervoso centrale le informazioni sensitive e gustative quelle che coinvolgono i visceri addominali e toracici. L’odore delle lacrime, da quello che è emerso in varie ricerche in cui  gruppi di uomini sono messi di fronte a soluzioni saline di lacrime emotive di donne e un gruppo di controllo a soluzioni di acqua distillata, dimostrano di suscitare un comportamento fortemente inibiti nei confronti della donna. Spesso quando sono inibiti gli uomini assumono un atteggiamento aggressivo. Le lacrime infatti umane contengono anche un segnale chimico che abbassa l’ormone maschile, il testosterone:  la riduzione del testosterone diminuisce l’aggressività maschile.

Le lacrime come altri umori corporei contribuiscono ad avvicinare le persone specialmente quando sono attratte sessualmente o al contrario ad allontanarsi.

Ci si abbraccia, ci si stringe l’un l’altro, ci si bacia e tanto altro, grazie all’odore del Self corporeo. Si tratta di quella neuro-chimica che appare agli innamorati come un miracolo nell’esserci incontrati.

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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