Difese umane e difese animali

Difese umane e difese animali

L’essere umano non è costretto come gli animali a seguire un ristretto programma vitale poiché il codice genetico non è affatto prescrittivo come invece quello degli animali.

Il grado di libertà biologico del quale l’uomo può godere, il suo cervello e la sfera psichica, gli consentono di vivere un immenso mondo di esperienze. In comune con gli animali si può dire che l’uomo condivida l’istinto di conservazione della propria vita, quindi il bisogno di nutrirsi e di difendersi dalla morte e in base alle speci, il bisogno e la capacità di condividere affetto.

Le difese naturali degli animali che vivono in ambiente naturale sono incredibilmente varie e assai curiose per noi, tanto che nemmeno la fantasia più sfrenata potrebbe immaginare le loro strategie nella loro complessità e originalità.

L’ecosistema è costituito da suolo, rocce, atmosfera e vegetazione, da microrganismi, ma anche da acqua e fenomeni atmosferici, nonché fenomeni naturali come terremoti, eruzioni vulcaniche, bradisismo. Si aggiunge, negli ultimi 80 anni, inquinamento da Co2, da energia elettrica, radiazioni e altro. L’uomo ha inoltre cambiato negli ultimi 100 anni buona parte della faccia della terra, fenomeno denominato antropocene: si tratta dell’epoca geologica attuale, che include le modificazioni strutturali dei territori e quelle climatiche dovute all’uomo.

Già Aristotele considerava l’uomo come un animale sociale.

Freud inizialmente, seguendo le osservazioni di Darwin, considerò l’uomo un animale evoluto.

Nietzsche, ha descritto l’uomo come un animale non ancora stabilizzato.

Le difese degli animali, specie nei mammiferi, sono piuttosto riconoscibili, perché in genere si limitano a preservare la loro vita, quindi a cibarsi e a mantenere l’ambiente protetto adatto a loro. In genere la disponibilità da parte degli animali al contatto con noi umani è assai semplice e visibile, seppur l’approccio è vario.

L’alta evoluzione dell’uomo sapiens è conseguenza di un alto grado di libertà del genere umano nel homo faber  grazie alla genetica che lo consente.  La doppia catena del DNA che ogni cellula umana contiene con i suoi nucleotidi disposti in sequenza, permette all’uomo l’incredibile plasticità di adattamento a nuovi ambienti e la capacità di creare e costruire un mondo complesso attorno a sé. L’uomo vive e interagisce anche con modalità che prevedono difese psichiche assai sofisticate che sono per lo più inconsce. Sono cioè sconosciute all’essere umano perché appartengono ad una area psichica dove la sua coscienza non governa.

 Dell’esistenza del mondo psichico sconosciuto che coesiste nell’uomo sapiens sin dall’inizio della sua evoluzione sulla terra, ne avevano sentore gli antichi Greci e precisamente i filosofi.

Si parlava a quei tempi di un sapere nascosto che l’anima umana ospitava.

Particolarmente Socrate con “conosci te stesso” sollecitava di ricercare la verità nella parte più profonda dell’anima e di non farsi condizionare dall’apparenza che spesso governa all’insaputa degli uomini le loro non-verità. Platone pensava che il mondo dell’Iperuranio, cioè delle Idee un volta incontrato, fosse stato drammaticamente dimenticato, si direbbe oggi rimosso, e che quindi l’anima avesse il compito di recuperare il divino che in parte aveva già incontrato e parzialmente conosciuto: inoltre il mito della caverna, è una metafora attraverso la quale Platone tenta di svelare agli uomini come siano condannati a vedere soltanto le ombre del vero e come i pochi illuminati fuori dalla caverna svelino agli altri prigionieri la luce del sole. Il vero, l’autentico, il divino, albergano dentro il nostro corpo e precisamente in quell’ombra che si chiama anima.

Quasi tutta la storia della filosofia fa riferimento a una parte umana di noi che appare duale, materiale e spirituale in parte non cosciente, per esempio evidente nella sua duplicità, nella distinzione di Cartesio la tra res cogitans, sostanza pensante una res extensa, sostanza materiale, e che dire poi degli spiritualisti come H. Bergson, che distingue il tempo di coscienza dal tempo spazializzato.

Certo che il mondo nascosto, il sapere nascosto, cioè l’ombra di noi che desideriamo conoscere, non corrisponde esattamente al concetto di inconscio che S. Freud elaborerà alla fine dell’800. Il medico neuropatologo scoprirà un mondo profondo, immerso al di là della coscienza che è universale negli esseri umani. Tale parte ancestrale e primitiva degli uomini custodisce le prime impronte sia biologiche, sia apprese sensorialmente dal contatto primario madre e padre e figure affini.

In altre parole, in Freud l’approccio conoscitivo del mondo psichico interno è un approccio non filosofico, ma clinico che attraverso il metodo psicoanalitico giunge a risolvere stati morbosi e sintomi svelando ciò che, non essendo cosciente, preme sull’Ego cosciente per essere ascoltato.

Oggi la psicoanalisi grazie a vari contribuiti scientifici mondiali di almeno 80 anni di esperienze, postumi a Freud e all’importante contributo delle neuroscienze, supera il dualismo conscio/inconscio: lo stesso concetto di inconscio risulta meno misterioso e psichicamente meno localizzato in una specie di res, sostanza immaginata in noi stessi.

Non si tratta di una cantina o ripostiglio dove noi poniamo gli oggetti ingombranti e scomodi, ma grazie agli attenti studi sull’anatomia molecolare e sulla neuro fisiologia del sistema nervoso centrale conosciamo le operazioni e i meccanismi di ciò che non appare sotto il controllo della coscienza.

Le relazioni sociali degli esseri viventi alimentano processi interpersonali e intrapsichici che possono arricchire, nutrire psicologicamente l’individuo, ma anche possono generare difese psichiche parossistiche e certo più nocive di quel che sarebbero destinate a proteggere.

Le difese relazionali riguardanti atteggiamenti e comportamenti a contatto con gli altri possono nascondere un vissuto di paura, di vergogna, di inferiorità, di gelosia, invidia, ecc..

Già grazie a Freud si poteva comprendere come tali difese fossero quasi sempre inconsce, ma ancor di più oggi come meritino un ascolto specifico e altamente professionale delle dinamiche intrapsichiche, cioè riguardanti le diverse parti interiori del mondo interno del soggetto, (psichismo).

Le reazioni difensive umane coinvolgono l’individuo nella sua interezza, cioè mente-corpo-mente.

In effetti ciò che accade a livello psicosomatico senza che noi ce ne rendiamo conto, riguarda il sistema Psico-Neuro-Endocrino-Immunologico (PNEI). Le motivazioni sono Psichiche, il Sistema Neuro Limbico (cervello emotivo) elabora i processi mentali. Si attivano risposte nel sistema Endocrino i cui neurotrasmettitori influenzano in modo positivo o negativo il tono dell’umore. L’ipotalamo riceve e  organizza impulsi dall’amigdala (memoria emotiva primitiva) che trasferisce a una parte centrale del cervello affinché scattino le difese immunitarie: queste possono indebolire, (disturbi psicosoamatici) o rafforzare l’organismo o commettere errori di risposta, (disturbi autoimmuni).

Il sistema autonomo ci spiega ancor meglio come concepire quello che Freud denominava inconscio. E’ un sistema neuromotorio che opera con meccanismi autonomi di controllo della dell’attività cardiaca e secretoria ghiandolare. Attraverso il sistema simpatico e parasimpatico si attivano tutte le emozioni positive e negative e anche reazioni difensive come accelerazioni dei battiti cardiaci, depressione, vaso costrizioni, ecc..

Questi movimenti dunque avvengono fuori controllo della volontà e coscienza dell’individuo.

La nostra salute mentale e in parte anche fisica può dipendere da meccanismi che si svolgono lungo tale dinamica. I disturbi psicosomatici quindi sono malattie fisiologiche che possono provocare problemi e danni a livello organico. Stati d’ansia, fobie e vissuti che generano emozioni dolorose  non mentalizzabili, cioè non digeribili dalla mente, si immettono in processi trasformativi e producono metaboliti somatici. Quando la mente non può rappresentare e sciogliere le situazioni penose in simboli e metafore, poiché le emozioni risulterebbero troppo angosciose, l’apparato psichico del soggetto non riesce più a farsene carico e così le scariche dei neuro ormoni come noradrenalina o cortisolo che vengono direttamente somatizzate dagli organi ammalandoli.

Per conoscere una persona nel suo essere autentico, con le sue virtù, ma anche con le sue debolezze, ci vuole un po’ di tempo. Le persone inizialmente per quanto empatiche spesso ci appaiano, spesso sono il contrario di quel che sono intimamente: in un secondo tempo appaiono inaccessibili, perché usano senza rendersene conto meccanismi di difesa che coprono gli aspetti della personalità che sentono in se stessi da nascondere.

Forse per questa ragione gli animali, i mammiferi, quelli più domestici ci stanno sempre maggiormente rapendo con la loro spontaneità e perché usano dosi minime di difesa, cosicché nelle loro interazioni con noi ci offrono tanto affetto sincero.

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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