Atelofobia essere perfetti, dal greco ateles

Atelofobia essere perfetti, dal greco ateles

Bisogna ammettere che negli ultimi anni è diventato un sintomo psicologico assai diffuso in tutta la popolazione che include anche gli uomini, sebbene le donne siano in proporzione più numerose. Non si può dire che negli ultimi anni il Covid abbia contribuito alla sua diminuzione.

L’Atelofobia è un sintomo che non va confuso con il disturbo narcisistico di personalità a cui, per certi versi, potrebbe assomigliare.

Questo ultimo è un vero disturbo di personalità che presuppone sinteticamente per il soggetto un tipo di difesa psichica che accende in un’immagine di grandiosa: il soggetto ha bisogno inconsciamente di estendere e innalzare il senso di se stesso in modo megalomaniaco e così il senso di dominio sulle cose, di trionfo nelle sue pseudo battaglie e di disprezzo verso le persone che subiscono il suo pseudo potere. Il narcisista patologico è malato a livello strutturale profondo: il senso della sua esistenza è minacciato cosicché per non percepire le minacce di soccombere, qualche volta in modo delirante, deve idealizzare se stesso.

Nelle persone invece che temono l’imperfezione è evidente un’insicurezza di base che può ridursi nel tempo, specialmente se il soggetto è molto giovane e in fase evolutiva, nonché le esperienze andranno a offrire tra frustrazioni e successi un senso di conferma,

L’imperfezione non è tollerabile da chi soffre di perfezionismo perché porta con sé una forte minaccia di critiche e di giudizi tale da mettere il soggetto in uno stato di seria svalutazione di Sé.

Il perfezionista vive se stesso come se fosse trattato dagli altri e ritornato bambino e quindi sentirebbe emergere di nuovo la propria dipendenza dall’adulto e all’improvviso; quindi si percepirebbe di regredire al passato, quando forse in fase educativa aveva sperimentato messaggi di precettori ambivalenti o rigidi. I punti di vista espressi come differenti dal proprio, potrebbero essere stati intesi dal soggetto come attacchi alla propria autostima, e quindi oggi  debbono essere protetti da uno scudo che si riconosce nel non sbagliare mai, cioè che sfocia nella stato di perfezione.

Si tratta quindi della utilizzazione di un meccanismo di difesa psicologico che si organizza nella fantasia di ottenere un posto sicuro, ineccepibile ed esente da critiche, un rifugio che offre un’immagine ideale di cielo protetto, appunto perfetto.

La perfezione è una difesa costituita da maglie strette che non lasciano passare le frecce giudicanti, ma creano in chi si difende rigidità e può minare il piacere di vivere.

Il sintomo di perfezione può riguardare l’aspetto fisico, estendersi alle relazioni interpersonali, disturbare nella attività lavorativa, nel pensiero e convinzioni.

Si tratta di un disagio che è fatto di ansia più o meno moderata, paura o fobia di sbagliare o di compiere i compiti lasciati a metà.

Se il sintomo è generalizzato a tutti i settori della vita del soggetto, diventa un problema che richiede intervento professionale perché genera distorsione della percezione di se stesso e del proprio valore.

Spesso situazioni banali possono causare nel soggetto perfezionista un bisogno assoluto di controllare secondo rigidissimi protocolli le imperfezioni di ogni situazione.

Attenersi alle regole e normative sociali è una buona prerogativa perché  il perfezionista risulta virtuoso agli altri, ma chi gli vive vicino deve subire gli eccessi di esagerate sceneggiate che mirano a teatralizzare il senso del dovere e l’attenzione verso le azioni che anche gli altri dovrebbero compiere alla perfezione.

L’atelofobico con il tempo tende a vantarsi delle proprie abilità nel eseguire ottimamente tutti i compiti sociali e spesso prende a sgridare tutti coloro che non si adeguano alla perfezione come lui o lei al contrario li eseguono.

L’aspetto estetico è spesso oggetto di tormento che il soggetto infligge a se stesso.

Ogni dettaglio del viso e del proprio corpo è severamente scandagliato ogni giorno per più volte di fronte ad uno specchio. Il peso del corpo è continuamente sotto controllo, sia per quanto riguarda le donne, sia per gli uomini.

Il perfezionista a volte con manieristici e lente azioni cerca una copertura per nascondere agli altri di essere manchevole in qualche comportamento; può capitare anche di essere preso da attacchi di panico associando ad essi una costellazione di stati come vertigini, accelerazione battito cardiaco, nausea, insonnia, tremore, dispnea, non appena si accorge di non riuscire a controllare secondo perfezione il proprio agire di fronte ad altri.

Le donne spesso mirano alla perfezione del loro corpo, della casa che deve essere tanto pulita quanto in ordine secondo criteri propri che sono esagerati. Molte donne, anche se meno di un tempo, sono preoccupate di cucinare alla perfezione i dolci. Le donne che svolgono un’attività professionale sono molto brave e attente al loro lavoro e danno grande prova di se stesse superando di gran lunga i loro colleghi maschi. Spesso proprio per questo a volte vengono sfruttate da chi detiene un certo potere nell’ambito lavorativo. Al femminile le perfezioniste usano il loro bisogno di perfezione in tutte le loro attività, mentre gli uomini perfezionisti si rivolgono prevalentemente al lavoro e spesso sono indefessi, incapaci di staccarsi dall’attività frenetica, (inability to switch off ). Alcuni uomini perfezionisti si rivolgono allo sport diventando vigoristi (too many exercize addictions), esaurendosi per troppi esercizi fisici. Altri perfezionisti sono  dipendenti da sport e si colpevolizzano per essere costretti a saltare un allenamento molto duro anche se sono sconsigliati dal medico. Alcuni trascurando ogni affetto, spendono molti soldi solo per lo sport, e sono felici solo in questo mondo.

Se gli atelofobici dismettono la loro organizzazione difensiva che consiste nel non osare di mettersi direttamente a contatto con la realtà, il loro umore può crollare per le delusioni che poco sopporterebbero. Qualora queste persone riescano ad accettare un po’ di più del solito l’idea che consiste nel vedere il mondo in modo relativo e che la categoria della perfezione assoluta è solo un’istanza creata dalla loro mente, è probabile che si affacci la depressione. E’ il momento opportuno per prendersi cura di sé e cercare aiuto professionale.

 

 

 

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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